Coverzen, il futuro delle assicurazioni è un mix tra uomo e tecnologia

Dopo l'esperienza di Sos Tariffe, Alberto Mazzetti ci racconta il successo della piattaforma per intermediari assicurativi

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a cura di Antonino Caffo

Vendere polizze in Italia, online, non è semplice. Vuoi perché le sole obbligatorie sono quelle legate ai motori, vuoi perché ci si fida ancora poco di concludere un acquisto con un portale, la figura degli intermediari la fa ancora da padrone.

L'istituto di vigilanza sulle assicurazioni, Ivaas, regola da sempre lo scenario, richiedendo e modificando i modus operandi necessari a chi si appresta a fornire consulenza, vendita e gestione delle polizze.

Lo fa ben conscio di una situazione che non sempre va a braccetto con le tendenze digitali dei consumatori, che sul web hanno imparato a muoversi velocemente, confrontando i prezzi di prodotti e servizi come meglio possono.

Con tali premesse, la conclusione è semplice: per il futuro delle assicurazioni serve un mix di fisico e digitale, ossia la presenza di una persona che segua il cliente con la flessibilità del web e la celerità di flussi dematerializzati che rendano meno oneroso, come costi e tempistiche, la produzione e la sottoscrizione di documenti.

La risposta è Coverzen. Nata nel luglio del 2021 dai soci fondatori del portale Sos Tariffe, l'azienda si definisce come "l'ufficio digitale degli intermediari".

Con un bagaglio importante derivato dal know-how acquisito nel tempo con Sos Tariffe, Alberto Mazzetti e gli altri fondatori del principale comparatore telco e utility in Italia, hanno messo in piedi un servizio unico nel nostro Paese, che si prepara a sfondare anche all'estero.

Un po' di storia

Nel 2010, Alberto fonda Sos Tariffe, una piattaforma che si è fatta da sé, ossia senza mai aver ricevuto alcun finanziamento da parte di terzi. All'apice della sua storia, il sito è arrivato a dare lavoro a 250 persone in Albania, sede del team di vendita, e 50 in Italia. Nel 2020 arriva l'exit, con l'acquisto da parte del gruppo Mutuo Online, che vedeva nel servizio un modo per completare l'offerta, manchevole proprio del segmento telco e utility.

Dopo l'uscita da Sos Tariffe e la fondazione di Coverzen, Mazzetti, con gli altri soci e insieme al business angels, Jacopo Vanetti, ottiene un round di finanziamenti già a dicembre del 2021, per consolidare ulteriormente la società con l'ingresso di Raffaele Bianchi in qualità di amministratore delegato esterno.

Come parte dell'accordo con Mutuo Online, i ragazzi hanno mantenuto la parte di broker assicurativo, oggi fulcro centrale del progetto Coverzen. Quest'ultimo si pone come nuova finestra sul mondo delle assicurazioni online, un ponte che lega i vantaggi del digitale al bisogno di contatto tra cliente e professionista di vendita.

«I dati ci confermano che l'86% delle polizze vendute in Italia sono acquistate tramite un intermediario assicurativo» ci dice Mazzetti. «Lo scenario nostrano è oggi diviso in tre. Prima ci sono i broker, che lavorano per interesse del clienti con tante compagnie.

Poi gli agenti, che sono spesso monomandatari, lavorando quindi più sotto le indicazioni della società, e infine i sub agenti, il gruppo più numeroso (circa 200 mila iscritti) che non possono fare accordi con le compagnie ma lavorare con i mandati che sono forniti da broker e agenti».

Dall'osservazione delle inferenze analitiche, Coverzen ha ben inteso che il futuro delle assicurazioni non sarà mai del tutto "self service" ma intermediato da un contatto umano.

Unire fisico e digitale

L'obiettivo dell'azienda è aiutare gli intermediari a lavorare in modo digitalizzato, senza perdere il valore stesso dato dall'interlocuzione della persona. «Non a caso, noi ci definiamo il loro ufficio digitale, unendo la velocità dell'acquisto di una polizza via web con il beneficio di un professionista dedicato che può supportare i clienti in caso di necessità, come la compilazione dei documenti in caso di sinistro e altro ancora».

Coverzen basata in principio su polizze motori, declinerà presto la sua offerta su altri settori. «Vediamo dinanzi a noi tracciate tre direttive. Da un lato lo sviluppo della rete di intermediari, con più affiliazione sul territorio. Poi l'allargamento verso prodotti diversi, da quelli per la vita ai danni, anche per le PMI e i professionisti».

«L'ultimo pillar è il miglioramento della piattaforma in sé, così da semplificare il percorso di acquisto della polizza e l'emissione, ottimizzando il lavoro dell'intermediario verso la consulenza al cliente».

Già adesso, Coverzen digitalizza il più possibile i documenti che la sottoscrizione di una polizza richiede. «In tal modo» continua Mazzetti «permettiamo agli intermediari di svolgere il loro compito primario, quello della consulenza e vendita». Grazie alla gestione documentale totale, Coverzen ha permesso ai suoi affiliati di lavorare anche durante i duri mesi del Covid, dalla metà dello scorso anno, con una modalità di approccio digitale che evidentemente rimarrà primaria anche un domani.

Salto internazionale

Un intermediario che vuole scoprire il mondo di Coverzen può compilare il form sul sito, che rappresenta il primo step per acquisire nuove informazioni. Ogni intermediario viene affiancato da un account che lo segue per la formazione e i flussi operativi successivi. «Ovviamente il cliente finale non può acquistare nulla direttamente da noi ma deve sempre passare da un intermediario. Può però chiedere al suo consulente di fiducia di entrare a far parte del network».

Una mossa che conviene a tutti: il cliente beneficia di prezzi concorrenziali e l'intermediario di percentuali più alte su ogni commissione. «Parliamo anche del 20% rispetto ai tradizionali 5% o 6%. Un aumento reso possibile da una piccola fee che applichiamo ad ogni offerta, tale da rappresentare un premio per ogni contratto firmato».

Entro la fine dell'anno, Coverzen conta di raggiungere quota 600 intermediari in Italia e di eseguire un ulteriore round di investimenti già nei prossimi mesi. «Il consolidamento nel nostro Paese potrà essere il preludio per un salto verso l'estero, dove la situazione, più o meno, è come la nostra. Un mercato che ha bisogno di spunti di innovazione, senza dimenticare la sua essenza di fidelizzazione primaria».