Criptovalute: Turchia al quarto posto per numero di transazioni, UAE è l'hub mondiale del settore

Turchia e UAE sono tra i Paesi più interessanti dell'ultimo anno per innovazione in termini di criptovalute e blockchain.

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a cura di Marina Londei

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Secondo l'ultima indagine di Chainalysis, piattaforma di blockchain, il Medio Oriente e il Nord Africa (MENA) sono la sesta più grande economia crittografica dell'anno, con un valore on-chain stimato di 389,9 miliardi di dollari nel periodo luglio 2022 - giugno 2023; il valore rappresenta quasi il 7,2% del volume globale delle transazioni.

A dominare il mercato della Regione per numero di transazioni è la Turchia, con un valore complessivo di circa 170 miliardi di dollari che la pone al quarto posto nella classifica globale dietro gli Stati Uniti, l'India e il Regno Unito.

Secondo Yasin Oral, CEO e fondatore della criptovaluta Paribu, questa adozione diffusa di criptovalute dipende sia dal clima economico difficile, di cui il Paese ha particolarmente sofferto, sia dall'interesse dei giovani nei confronti di questa tecnologia. "In certe condizioni le persone tendono a cercare alternative, come le criptovalute, per conservare la ricchezza, diversificare il portfolio di investimenti e accedere a nuove classi di asset" ha spiegato Oral.

La Turchia sta affrontando una pesante inflazione che ha raggiunto il 60% lo scorso mese. La situazione è aggravata anche dal fatto che la Lira non si è più ripresa dal crollo del 2021: la svalutazione della moneta fisica ha portato molti cittadini a investire sulle crypto, meno volatili e più liberamente scambiabili.

L'Arabia Saudita è invece il Paese che ha registrato il maggior margine di crescita in termini di transazioni in criptovalute, con un aumento del 12% in un solo anno. Un ottimo risultato, considerando che nel 2018 il governo Saudita aveva dichiarato illegale l'uso dei Bitcoin e aveva avvertito la popolazione sui potenziali rischi delle criptovalute.

Il mercato ha continuato a crescere nonostante le dichiarazioni del governo, tanto che nel 2022 la Banca Centrale Saudita ha assunto un Crypto Chief, Mohsen Al Zahrani, per guidare la trasformazione digitale del sistema bancario del Paese.

Emirati Arabi Uniti, centro nevralgico del settore delle criptovalute

Gli Emirati Arabi Uniti (UAE) si riconfermano uno dei Paesi più aperti agli investimenti e l'hub mondiale per l'innovazione del settore. La federazione di emirati si è distinta fin dall'inizio per l'impegno nell'adottare e diffondere le tecnologie di blockchain: nel 2019 l'Abu Dhabi Global Market ha definito il primo framework regolatorio per le criptovalute, con l'obiettivo di proteggere i consumatori e al contempo sostenere l'innovazione.

Le istituzioni di Dubai hanno inoltre istituto il VARA, un'autorità per la regolamentazione degli asset virtuali per facilitare lo sviluppo di territori economici liberi per attrarre l'innovazione crypto.

Akos Erzse, Senior Manager for Public Policy di BitOasis, una piattaforma di trading di criptovalute con sede a Dubai, ha confermato che gli sforzi delle istituzioni hanno contribuito ad attrarre un gran numero di player del settore. "Ci sono regolamenti diversi per i validatori, i broker, i servizi e gli affidatari - ciò permette ai business di capire più facilmente quali sono i requisiti specifici per offrire determinati servizi".

Quello degli UAE è un approccio strutturato ma dinamico, in continua evoluzione in base ai cambiamenti del settore.

Che sia per salvaguardare l'economia e i risparmi dei cittadini o per diventare un Paese centrale per l'innovazione, le criptovalute si stanno diffondendo rapidamente nei Paesi dell'area MENA. Gli sforzi degli UAE, in particolare, dimostrano come la chiarezza di regole supporti l'innovazione e rinforzi l'economia locale.