Da CartaSì a Nexi, arriva lo zero commissioni per esercenti

Nexi, ex CartaSi, promette una piccola rivoluzione per i pagamenti digitali sotto i 10 euro, con Smart POS Android e zero commissioni per i commercianti.

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a cura di Pino Bruno

Al tempo dei pagamenti dematerializzati la parola carta sembra anacronistica, e così CartaSi, colosso delle carte di credito, cambia nome. Da venerdì scorso si chiama Nexi ma la cosa più importante è il mutamento di approccio, raccontato dall'amministratore delegato Paolo Bertoluzzo (ex Vodafone) al Corriere della Sera (supplemento L'economia). In poche parole il suo piano prevede di semplificare i costi delle carte di credito con tariffe flat come avviene con la telefonia, innovare i servizi per i negozianti con l'introduzione degli Smart POS, rendere più facili gli acquisti senza contanti anche a rate.

Proposito ambizioso per il CEO di Nexi ex CartaSi, raddoppiare in cinque anni le transazioni digitali in Italia, dal 20 al 40%: "siamo fermamente convinti che non ci sia alcun motivo per cui una persona debba usare il contante". Paolo Bertoluzzo aggiunge che il problema non è tanto l'evasione fiscale bensì le abitudini da cambiare. "È proprio questa la grande sfida per l'Italia. Capita ancora di leggere: 'Non si accettano pagamenti con carte sotto i 10 euro'. Ma c'è una percezione di costo sbagliata. La commissione media è dell'1,4%. Ma l'1,4% di un euro, per un caffè poniamo, è 1,4 centesimi. Non c'è motivo di rifiutare un pagamento".

Certo, dice ancora il CEO di Nexi, ci sono anche i costi: "daremo la possibilità ai 700mila commercianti che lavorano con noi di offrire gratis tutti i pagamenti sotto i 10 euro nel 2018. Ci aspettiamo che l'anno prossimo che oltre mezzo milione di commercianti accettino i micropagamenti".

Scendendo nei particolari della proposta ai commercianti, Nexi parla di:

• un'offerta entry level, Nexi Start, per gli esercenti senza POS: da marzo 2018 con un solo canone mensile si prenderà il POS con i primi 1.000 euro di transato e una commissione unica per tutte le carte oltre i 1.000 euro;

smart e mobile POS: in arrivo un terminale Android (targato Poynts, in esclusiva per l'Italia, da metà 2018) e un nuovo mobile POS con device Ingenico e applicativo/tastiera per il PIN direttamente su telefono (da marzo 2018);

Nexi Business: una app che sfrutta gli analytics per fornire al commerciante una visione complessiva e di dettaglio degli incassi digitali, così come sul confronto del proprio business con la concorrenza nella stessa area geografica e categoria merceologica (fonte: aziendabanca.it).

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Oggi, dice Paolo Bertoluzzo nell'intervista al Corriere della Sera, le famiglie italiane usano i pagamenti digitali per "200 miliardi all'anno, su transazioni totali per un trilione di euro: il 20%, appunto. Nel 2015 era il 17%, ma nel frattempo l'Europa è salita dal 35% al 40% circa. La Francia è già al 45-50%  eppure anche lì c'è l'evasione fiscale; l'Inghilterra è al 65%, i Paesi scandinavi oltre il 75%". Se raddoppiassimo in cinque anni le transazioni digitali in Italia, dal 20 al 40% - sottolinea il CEO di Nexi - il costo del contante, che oggi in Italia è di 10 miliardi l'anno nell'ultima stima, potrebbe scendere di un miliardo - un miliardo e mezzo, se l'Italia arrivasse ai livelli europei con transazioni digitali per 400 miliardi".  

Il futuro sarà pagare con le app? "No - dice Paolo Bertoluzzo - la lotta all'evasione passa dall'innovazione di prodotto. Il 65% dei pagamenti digitali dell'Inghilterra è stato raggiunto con l'evoluzione di carte di credito e strumenti tradizionali".

Certo che oggi pagare con il POS spesso comporta tempi di attesa insopportabili. "Nell'era del 5G troppi lettori sono ancora collegati con la chiamata telefonica. Il nostro obiettivo - conclude il CEO di Nexi - è diminuire questo tempo, perciò faremo funzionare meglio i POS".

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