Flessibilità e nuove tecnologie guideranno il mondo del lavoro del futuro

Flessibilità e tecnologie all'avanguardia sono i due concetti chiave che plasmeranno il mondo del lavoro del futuro.

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a cura di Marina Londei

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Il concetto chiave del mondo del lavoro moderno è flessibilità. La pandemia da Covid-19 e il lockdown hanno segnato un punto di non ritorno nel modo in cui i dipendenti vivono l'equilibrio vita-lavoro: i lavoratori chiedono più libertà di luoghi e orari di lavoro, forti dell'aumentata produttività dovuta proprio a un ritmo lavorativo meno stressante.

Quello che molti pensavano sarebbe rimasto un fenomeno circoscritto agli anni della pandemia si è ormai confermato come il futuro del lavoro; tra i tanti, lo conferma anche il report Ericsson Consumer & IndustryLab che approfondisce la visione dell'ambiente di lavoro di dipendenti e datori.

Il report ha approfondito sei risultati chiave che descrivono come i professionisti hanno intenzione di affrontare il post-pandemia, la digitalizzazione e un mercato del lavoro sempre più incerto.

La flessibilità è fondamentale nella ricerca del lavoro

Dipendenti di ogni settore e industria sono accomunati dal bisogno di libertà sul lavoro. Dalla ricerca di Ericsson emerge che il 52% dei dipendenti intervistati considera flessibilità di orari e luoghi di lavoro come uno dei requisiti fondamentali nella ricerca di nuove opportunità professionali, con il 25% che la considera la priorità principale.

I lavoratori chiedono un ambiente lavorativo più "umano", in grado di garantire un corretto equilibrio con la vita privata. Le persone non vogliono più dover rinunciare ai propri hobby e al tempo in famiglia per raggiungere il luogo di lavoro e garantire presenza costante: ciò che importa sono i risultati che si raggiungono, non il tempo speso a lavorare.

Gli uffici hanno cambiato funzione diventando un luogo di ritrovo e un punto di riferimento per i lavoratori da remoto. I dipendenti però credono fermamente che, quando il lavoro remoto sarà normalizzato del tutto, gli uffici potrebbero scomparire del tutto.

Va anche detto che, nonostante l'entusiasmo per un lavoro più flessibile, il 36% degli intervistati fatica a trovare un buon equilibrio tra vita personale e lavoro e teme un aumento dei livelli di stress. Il lavoro ibrido porta enormi vantaggi ma va supportato con le giuste tecnologie e metodologie operative, pena la perdita dei talenti: il 30% di chi sta considerando di cambiare azienda lo fa principalmente per le difficoltà che sta trovando nel bilanciare lavoro e tempo libero.

Flessibilità nel lavoro significa anche più libertà di orari, non solo di luoghi: il 42% degli intervistati ha affermato che avere un orario flessibile è una delle ragioni principali che li spinge a cambiare lavoro. La ricerca di nuova opportunità è un fenomeno che si è acuito durante e subito dopo la pandemia, e continuerà ad aumentare; i datori devono quindi investire sulla flessibilità e offrire esperienze di lavoro moderne.

Le tecnologie digitali supportano il lavoro

Il lavoro remoto ha contribuito a un aumento delle tecnologie digitali utilizzate dai dipendenti. Le imprese hanno investito su nuovi strumenti per migliorare la comunicazione tra i membri del team e l'organizzazione delle attività; essi hanno anche portato diversi vantaggi quali l'aumento di produttività, efficienza e flessibilità.

C'è poi tutta una serie di benefici "di contorno" che riguardano la soddisfazione del dipendente, come un maggior senso di autorità, fiducia in se stesso e autonomia nelle attività. La possibilità di prendere decisioni che influenzino il lavoro del team è considerata da 1 dipendente su 4 uno dei requisiti principali nella ricerca di una nuova occupazione.

Gli strumenti collaborativi permettono di condividere più facilmente la conoscenza e rimanere sempre aggiornati sullo stato del lavoro. I lavoratori percepiscono di avere più possibilità di espressione e di conseguenza più potere decisionale, sentendosi così più soddisfatti.

Le nuove tecnologie supportano la crescita dei dipendenti e l'apprendimento sia di nuove capacità digitali che di competenze trasversali. Non si tratta solo di imparare a usare nuovi strumenti, ma anche di usarli per apprendere nuove conoscenze frequentando corsi on-demand. Le stesse imprese possono trarre un enorme vantaggio dalle piattaforme di e-learning e arricchire le skill presenti in azienda.

Dipendenti e responsabili sono in disaccordo sulla tecnologia in uso

Nonostante dipendenti e datori di lavoro siano d'accordo sui benefici delle nuove tecnologie, la maggior parte degli intervistati lamenta di non avere accesso agli strumenti necessari a svolgere le proprie attività. Le imprese vogliono potenziare gli investimenti in questa direzione ma sono ancora sulla strada giusta: quando si tratta di acquistare effettivamente nuovi strumenti digitali, le aziende antepongono le proprie preferenze, legate ai costi, a quelle dei dipendenti.

Il risparmio economico supera sempre le necessità dei lavoratori. Se è vero che le imprese devono fare attenzione alle proprie finanze, soprattutto in un momento storico pieno di sfide, non possono però ignorare del tutto i bisogni dei propri dipendenti; ciò porta a un elevato calo di produttività che si traduce in ingenti perdite economiche. 

I lavoratori spesso si trovano a usare strumenti troppo complessi, con feature superflue e, più semplicemente, a doverne usare troppi perché i responsabili hanno rinunciato alla comodità e all'efficienza per risparmiare. Le imprese dovrebbero concentrarsi sui guadagni a lungo termine piuttosto che su quelli immediati: la perdita di produttività comporta dei costi ben più elevati rispetto a quelli dei tool digitali. 

Più controllo sui lavoratori da remoto

Con l'aumento del lavoro ibrido e remoto i datori chiedono più controlli sulle attività dipendenti. Non si tratta solo di una maggiore sicurezza per proteggersi dalle minacce di reti al di fuori di quella aziendale, ma soprattutto di misurare le performance dei lavoratori. Secondo una ricerca di Gartner l'uso di tool di tracciamento è aumentato dall'inizio della pandemia e continuerà a farlo: i datori di lavoro vogliono monitorare la produttività dei dipendenti.

Questi tool possono registrare il numero di email inviate, le app usate ed eseguire screenshot, spesso senza informare l'utente. Impostare strumenti del genere dei dispositivi dei dipendenti senza prima condividere utilizzi e scopi mette a rischio la fiducia tra impresa e lavoratore; possono inoltre emergere problemi di privacy da non sottovalutare, oltre al pericolo che il lavoro si intensifichi.

D'altra parte, se usati correttamente, gli strumenti di monitoraggio possono aiutare prevenire burnout e stress: se i dipendenti trascorrono molte ore a lavorare o non si prendono pause, i tool possono notificare i comportamenti rischiosi e incoraggiare le persone a ridurre il carico di lavoro e prendersi cura di se stesse.

Il mercato del lavoro si globalizza

La diffusione del lavoro remoto porterà inevitabilmente alla globalizzazione del mercato del lavoro: i professionisti di tutto il mondo potranno cogliere opportunità a cui prima erano preclusi a causa della distanza. Questa competizione più ampia sta dividendo le opinioni dei dipendenti: chi proviene da mercati sviluppati è scettico nei confronti dei lavoratori dei mercati emergenti, per lo più a causa di esperienze negative precedenti; inoltre, cresce il timore di essere sostituiti da forza lavoro storicamente meno costosa.

Anche i responsabili hanno preso coscienza della maggiore competitività nel mercato e temono di perdere i talenti a causa della concorrenza. Sebbene le imprese stanno investendo sullo sviluppo delle competenze e sulla mobilità interna, i dipendenti cercano comunque di mantenersi competitivi nel caso si presentassero opportunità più affini ai loro bisogni.

La globalizzazione del mercato del lavoro potrebbe essere ostacolata da regolamentazioni locali per salvaguardare le opportunità di lavoro locali, come ad esempio restringere le aree geografiche di assunzione. Se da una parte ciò riduce il numero di occasioni per i lavoratori, dall'altra aiuta a proteggerli da ruoli in fusi orari troppo lontani. La questione non è semplice da gestire: se il mercato del lavoro, come suggeriscono i dati, procederà verso la globalizzazione, bisognerà introdurre alcune misure per regolare il fenomeno.

Le priorità che definiranno il futuro

Quale sarà, quindi, il futuro del lavoro? Oltre a una maggiore flessibilità, è difficile anticipare quale strada prenderà il mercato globale. La ricerca di Ericsson ha messo in luce cinque driver che favoriranno il cambiamento sulla base dei bisogni espressi dai dipendenti. A differenza del passato, quando le persone cercavano opportunità di fare carriera e maggiori guadagni, oggi i dipendenti chiedono per lo più stabilità, flessibilità e tecnologie moderne, seguiti da una buona carriera e da progetti motivanti.

Dipendenti e datori di lavoro hanno compreso l'importanza della flessibilità sul lavoro, ma hanno visioni diverse su come ottenerla e garantirla. La collaborazione è fondamentale per raggiungere un punto d'incontro: investire su nuove tecnologie, rivedere i processi decisionali ed essere trasparenti nel condividere gli obiettivi sono gli unici modi per garantire stabilità durante la transizione verso il futuro.