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Italiani pronti per lo shopping online…ma manca l'offerta

Crescono gli e-shopper italiani stimati in 16 milioni di utenti nel 2014 ma le imprese nazionali che vendono online sono soltanto il 4%. Ma il Made in Italy è già un marchio conosciuto nel mondo pronto per essere esportato

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a cura di Paola Saccardi

Pubblicato il 28/05/2014 alle 18:35 - Aggiornato il 15/03/2015 alle 01:50

Si è svolta a Milano la nona edizione del Netcomm eCommerce Forum 2014, l'evento organizzato dal consorzio del commercio elettronico italiano per fare il punto sulla situazione attuale e offrire suggerimenti ed esperienze da parte di chi l'e-commerce lo sta già facendo.

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Con 3.500 presenze l'evento ha dimostrato l'interesse crescente da parte delle imprese italiane verso questo settore che ha visto aumentare nel mondo il numero degli utenti Web che effettuano acquisiti online.

Paesi come gli Stati Uniti, ma anche l'Europa, soprattutto le regioni del nord, stanno già beneficiando dell'esplosione del commercio elettronico con il numero di acquirenti online che cresce vertiginosamente.

"In Europa si sono raggiunti i 204 milioni di e-shopper che acquistano per un valore di 358 miliardi di euro di fatturato con una percentuale delle vendite sul totale retail dell'1,6% e addirittura nel 2013 l'Europa ha sorpassato gli Stati Uniti nel commercio elettronico" ha precisato Roberto Liscia, presidente di Netcomm.

A questi dati si aggiunge che il commercio elettronico in Europa ha raggiunto una percentuale di impatto sul PIL superiore al 3%, che nell'attuale  periodo di crisi economica con  i PIL di molti Paesi a crescita zero significa che l'e-commerce sta facendo bene al mercato europeo. 

"Anche l'Italia pur essendo ancora indietro rispetto ad altri Paesi europei è considerata un mercato in potenziale crescita dagli osservatori internazionali e lo dimostra l'andamento del fatturato complessivo dell'e-commerce stimato intorno ai 14 miliardi di euro per il 2014, insieme all'impennata nel numero degli acquirenti online che da 9 milioni nel 2011 sono passati a 16 milioni nel 2014" commenta Liscia.

D'altronde il Made in Italy è un marchio già riconosciuto nel mondo e con l'e-commerce le imprese italiane possono raggiungere un enorme bacino di potenziali clienti. E di fatti molte imprese italiane appartenenti a settori che ancora erano rimasti ancorati a modelli tradizionali di business, quali il food e l'arredamento, stanno iniziando a orientarsi verso l'e-commerce per avere accesso ai 2 miliardi di acquirenti del mondo digitale. 

Tuttavia al momento l'Italia resta ancora indietro rispetto a Paesi che già da tempo hanno intrapreso la strada del commercio elettronico, come per esempio il regno Unito che ha un tasso di penetrazione dell'e-commerce sul mercato retail pari al 15% rispetto all'Italia che è appena passata al 3,6%.

Ciò che più stupisce, poi, è che grazie ad alcuni trend come la diffusione dei dispositivi mobili e l'aumento della copertura della rete e dell'accesso a Internet è aumentata la famigliarità degli utenti italiani verso l'utilizzo dei servizi online, tra cui l'e-commerce, ma quello che ancora scarseggia a livello nazionale è proprio l'offerta da parte delle aziende.

Le imprese che vendono online sono soltanto il 4% del totale, l'accesso alla banda larga rimane carente e la copertura finanziaria per gli investimenti in innovazione è un altro aspetto critico per  le imprese. Inoltre bisogna tenere conto che l'Italia è formata da un tessuto di imprese medio piccole le quali hanno pertanto maggiori difficoltà a investire in progetti di e-commerce.

Questo fa si che il nostro Paese sia praticamente assente nella competizione sul mercato a livello internazionale. Fanno eccezione i settori del turismo e dell'abbigliamento con cui l’e-commerce italiano si afferma nel mondo: rappresentano rispettivamente il 54% e il 33% dell’export, che cresce del 21% nel 2014 e arriva a toccare una quota prossima ai 2,5 miliardi di euro.

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