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L'Availability Gap è un ostacolo alla digital transformation

Costa alle aziende milioni di euro all'anno non adottare criteri di Business Continuity e Disaster Recovery adeguati. Lo evidenzia un report realizzato da Veeam

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a cura di Giuseppe Saccardi

Pubblicato il 05/05/2017 alle 17:40

Virtualizzazione, Cloud, larghissima banda, mobility, sono tutti paradigmi che hanno creato le condizioni di base per una profonda trasformazione nel modo di organizzare, produrre e interagire con i propri clienti.

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Le aziende si muovono in un mondo sempre più interconnesso dove il business opera in pratica su base h24. E' un modo di operare che ha mandato in soffitta vecchi modelli di business e organizzativi ideati quando erano supportabili periodi di fuori servizio anche di ore. Oggigiorno, il successo di un'azienda e la sua stessa permanenza sul mercato si gioca sulla base di una manciata di minuti.

Il dato di fatto è però che quello che va sotto il nome di Digital Transformation è un processo che tutti riconoscono primario ma che poi nella realtà, osserva Albert Zammar, Vice President Southern EMEA Region di Veeam Software, si scontra con quello che viene comunemente riferito come "Availability Gap", e cioè la differenza che esiste tra quanto richiesto per una reale digital transformation e la realtà aziendale in fatto di continuità operativa dell'IT anche sotto severe condizioni.

Albert Zammar 2 OK

Albert Zammar

Per valutare lo stato di predisposizione delle aziende ad una reale ed efficace trasformazione digitale, basata sulla virtualizzazione, sul cloud e su quanto reso disponibile dalle nuove tecnologie di elaborazione, di rete e di storage, Veeam ha commissionato a Enterprise Strategy Group (ESG) una ricerca che ha coinvolto aziende su scala mondiale sia del mondo produttivo che della PA.

I risultati dello studio

I dati che ne sono emersi disegnano un quadro in evoluzione ma non come ci si aspetterebbe, complice in questo anche le stesse dimensioni di aziende, che pagano in non pochi casi le grandi dimensioni (soprattutto per la PA) con una minor flessibilità.

Nonostante il 96% delle imprese abbia in corso o già programmate iniziative mirate alla digital transformation, secondo i dati emersi esiste un notevole divario tra le aspettative degli utenti e quello che la tecnologia riesce a garantire. L'82% delle aziende ammette di trovarsi spesso a convivere con il citato "Availability Gap".

Va considerato che al termine corrisponde una perdita economica che mediata sulle aziende coinvolte nella ricerca, alcune anche di grandissime dimensioni con decine di migliaia di dipendenti, il costo derivante dal non disporre di una efficiente soluzione di business continuity atta a garantire un funzionamento dell'IT e delle applicazioni di tipo "Always On" viene a pesare sul bilancio per una media di 21,8 milioni di dollari l'anno.

Veeam  impatti sulla digital transformation JPG

Impatti sulla digital transformation (in percentuale)

Sempre dal Veeam Availability Report 2017, condotto su oltre 1.000 IT manager in 24 nazioni, emerge che il 69% delle multinazionali ritiene che il continuo accesso ai servizi, ovvero l'Availability, sia una condizione necessaria per la Digital Transformation.

Nonostante ciò, la maggioranza dei responsabili IT (il 66%) asserisce che queste iniziative subiscono dei ritardi a causa di interruzioni di servizio non pianificate, provocate da attacchi cibernetici, malfunzionamenti dell'infrastruttura, interruzioni della rete e disastri naturali.

Perdite dirette e indirette

Ma non si tratta solo della perdita di business quando un sistema si ferma. Ci sono altri costi da aggiungere, evidenzia Albert Zammar. Il down time e la perdita di dati compromettono non solo il fatturato ma anche la reputazione delle imprese nei confronti dei clienti o degli utenti nel caso della PA o di fornitori di servizi, anche se si tratta di un danno economico non quantificabile nell'immediato.

Lo studio ha in ogni caso evidenziato che quasi la metà delle aziende coinvolte ha rilevato una perdita di fiducia da parte dei clienti, mentre il 40% ha riscontrato un danno all'integrità del proprio brand, con un impatto negativo sia sulla reputazione del brand stesso sia sulla fidelizzazione dei clienti.

Per quanto riguarda invece le implicazioni interne, un terzo degli intervistati ha constatato una diminuzione della fiducia dei dipendenti e il 28% ha dovuto riallocare le proprie risorse per far fronte a questa criticità. In pratica, per tamponare la situazione ha dovuto sottrarre budget e/o personale ad altre divisioni aziendali.

Veeam   I danni non economici  Percentuali di chi  ne ha subito  e quali JPGI danni non economici Percentuali di chi ne ha subito e quali

Il punto di approdo del Cloud ibrido

Una soluzione atta ad accelerare la riduzione del gap esistente è prevedibile venga trovata nel cloud e soprattutto nel cloud ibrido. Il cloud e i suoi modelli di fruizione stanno modificando il modo in cui le aziende si approcciano alla protezione dei dati.

Il report evidenzia sotto questo aspetto che numerose imprese considerano il cloud come un trampolino di lancio per la propria agenda digitale, con investimenti nel software as a service destinati ad aumentare del 50% nei prossimi 12 mesi.

Quasi la metà dei leader aziendali (43%) ritiene anche che i cloud provider possano fornire un servizio migliore per i dati mission-critical rispetto ai processi IT interni. Gli investimenti nel Backup-as-a-Service (BaaS) e Disaster Recovery as a Service (DRaaS) aumenteranno di pari passo in quanto le aziende li combineranno con la tecnologia cloud.

Un anno chiuso per l'Italia in forte crescita

L'esigenza di colmare l'availability gap e la dimostrazione di come Veeam sia in grado di rispondere a questa sentita esigenza la si trova nella fredda logica delle cifre di bilancio illustrate da Zammar.

Veeam ha chiuso il 2016 con un fatturato record di 607 milioni di dollari e un incremento di quasi il 30% dei ricavi rispetto all'anno precedente.

Più di tante parole, ha osservato Zammar, è la conferma di come la vision di Veeam e la sua Availability Platfotm abbia soddisfatto le esigenze espresse dalle aziende moderne, consapevoli di come non sia più possibile prescindere dalla disponibilità di dati e applicazioni a fronte di un business che deve essere operativo sempre ed ovunque.

Veeam Availability Suite JPGVeeam Availability Suite

Se dall'Italia si allarga lo scenario alla intera Southern EMEA Region, Veeam ha chiuso poi l'ultimo anno fiscale con un portfolio di 27.000 clienti e un aumento dei ricavi che si è attestato attorno al 26%.

"Siamo fieri di poter dichiarare che anche la situazione italiana è altrettanto positiva: i ricavi totali hanno registrato un incremento del 29%, dato leggermente superiore alla media globale. In parallelo si è ampliato anche il nostro parco clienti, che al momento consta di oltre 14.000 aziende, circa il 40% in più rispetto allo scorso anno", ha commentato i risultati di bilancio Albert Zammar.

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