L'amministrazione Trump ha annunciato una svolta nella politica commerciale tecnologica verso la Cina, autorizzando la ripresa delle vendite degli acceleratori H200 di Nvidia al gigante asiatico. La decisione, comunicata lunedì dal presidente Donald Trump attraverso il suo social network Truth Social, rappresenta un'inversione rispetto alle restrizioni imposte dall'amministrazione Biden e potrebbe riaprire un mercato che Nvidia ha quantificato in miliardi di dollari di mancati ricavi.
Il cambio di rotta assume particolare rilevanza in un contesto di tensioni commerciali con Pechino che hanno caratterizzato l'ultimo triennio. L'amministrazione precedente aveva giustificato il divieto di esportazione citando rischi per la sicurezza nazionale, sostenendo che tecnologie avanzate potessero essere utilizzate dalla Repubblica Popolare Cinese per sviluppare sistemi militari, armi di distruzione di massa e migliorare capacità di decisione militare autonoma. Il Bureau of Industry and Security aveva formalizzato queste preoccupazioni già nell'ottobre 2022, includendo nella lista anche presunte violazioni dei diritti umani.
Trump ha inquadrato la nuova politica come una correzione necessaria di scelte fallimentari. Secondo il presidente, l'amministrazione Biden avrebbe costretto "le nostre grandi aziende a spendere miliardi di dollari costruendo prodotti degradati che nessuno voleva, un'idea terribile che ha rallentato l'innovazione e danneggiato il lavoratore americano". L'affermazione appare tuttavia contraddittoria rispetto ai dati finanziari: la stessa Nvidia aveva stimato perdite per 10,5 miliardi di dollari legate alle mancate vendite degli H20, la versione depotenziata degli acceleratori che l'amministrazione Biden aveva consentito di esportare in forma limitata.
La proposta presidenziale prevede che gli H200 possano essere venduti solo a "clienti approvati" in Cina e altri paesi, "a condizioni che consentano di mantenere una forte sicurezza nazionale". Il messaggio include un riferimento criptico a una commissione del 25% che dovrebbe essere pagata agli Stati Uniti, probabilmente collegata a precedenti suggerimenti dell'amministrazione di introdurre tasse di licenza sulle esportazioni di chip verso la Cina. Trump ha affermato che il presidente Xi Jinping avrebbe risposto positivamente alla proposta, sebbene non siano emersi riscontri indipendenti.
Lo stesso Trump aveva ordinato nell'aprile 2025 il divieto di esportazione degli H20, decisione successivamente revocata. La nuova autorizzazione riguarda esclusivamente gli acceleratori H200, che Nvidia posiziona come ideali per carichi di lavoro di intelligenza artificiale generativa e calcolo ad alte prestazioni grazie alla memoria HBM3, escludendo esplicitamente i più recenti chip Blackwell e la futura architettura Rubin.
Trump ha esteso l'approccio anche ad AMD e Intel, definite "grandi aziende americane", delegando al Dipartimento del Commercio la finalizzazione dei dettagli operativi. Al momento della pubblicazione dell'annuncio presidenziale, il dipartimento non aveva rilasciato comunicazioni ufficiali, lasciando nell'incertezza gli operatori di mercato sulla tempistica e le modalità applicative delle nuove regole.
La reazione dei mercati finanziari non si è fatta attendere. Nelle ore successive al post di Trump, le azioni di Nvidia e AMD hanno registrato incrementi superiori al 2%, suggerendo aspettative positive degli investitori sul potenziale impatto economico della riapertura del mercato cinese. Resta da verificare se questa correlazione temporale si tradurrà in benefici concreti per i bilanci aziendali.
Le aziende tecnologiche statunitensi si trovano strette tra imperativo di massimizzare ricavi globali e vincoli imposti da considerazioni di sicurezza nazionale, con regole che cambiano a seconda dell'amministrazione al potere. Resta aperto il quesito se questa volatilità normativa non finisca per danneggiare proprio quella competitività americana che entrambe le amministrazioni dichiarano di voler proteggere, spingendo la Cina ad accelerare lo sviluppo di alternative domestiche nel settore dei semiconduttori avanzati.