La battaglia per i talenti dell'intelligenza artificiale ha assunto contorni drammatici nel caso di Windsurf, la startup specializzata in strumenti di programmazione assistita dall'AI che si vantava di aver creato "il modo più potente per programmare con l'intelligenza artificiale". Dopo mesi di trattative fallimentari e acquisizioni parziali, i circa 200 dipendenti rimasti si trovano ora davanti a un ultimatum che ha fatto discutere l'intera Silicon Valley: accettare una cultura lavorativa estrema oppure andarsene con una buonuscita da nove mesi di stipendio.
La parabola di Windsurf rappresenta un perfetto esempio delle turbolenze che caratterizzano il mercato dell'AI. La startup, che vanta oltre un milione di utenti in tutto il mondo per il suo editor di codice potenziato dall'intelligenza artificiale, sembrava destinata a diventare una delle acquisizioni più clamorose del settore. Le trattative iniziali con OpenAI avevano raggiunto la cifra stratosferica di 3 miliardi di dollari, ma l'accordo è naufragato all'inizio di luglio senza spiegazioni ufficiali.
Google ha quindi colto l'opportunità al volo, versando 2,4 miliardi di dollari non per acquisire completamente la società, ma per ottenere diritti di licenza non esclusivi sulla tecnologia e per assicurarsi i cervelli migliori del team. Il CEO Varun Mohan, il co-fondatore Douglas Chen e un gruppo selezionato di ricercatori sono finiti direttamente nei laboratori di Mountain View, lasciando il resto dell'azienda in una situazione di incertezza.
È a questo punto che entra in scena Cognition, la startup che sostiene di aver sviluppato il primo ingegnere software completamente autonomo basato sull'AI. Il 14 luglio, Cognition ha acquisito quello che rimaneva di Windsurf - proprietà intellettuale, prodotto e personale - per una cifra non rivelata. Ma l'integrazione si è rivelata tutt'altro che semplice.
Secondo quanto riportato da The Information, che ha avuto accesso alle comunicazioni interne, Cognition ha prima licenziato 30 dipendenti del team Windsurf, poi, in una mossa che ha sorpreso il settore, ha posto i rimanenti 200 dipendenti davanti a una scelta drastica: adattarsi a un regime lavorativo di almeno sei giorni a settimana per un minimo di 80 ore, oppure accettare una buonuscita equivalente a nove mesi di stipendio.
Una filosofia aziendale che divide
Scott Wu, amministratore delegato di Cognition, non ha fatto nulla per addolcire la pillola. In una email interna visionata dai media, ha scritto senza mezzi termini: "Non crediamo nell'equilibrio vita-lavoro. Costruire il futuro dell'ingegneria del software è una missione che ci sta così a cuore che non potremmo mai separare le due cose".
Wu ha poi raddoppiato la sua posizione su X (ex Twitter), riconoscendo apertamente che Cognition ha una "cultura delle performance estreme" e che l'azienda è trasparente riguardo a questo ambiente già durante le fasi di assunzione. "Siamo regolarmente in ufficio durante i weekend e facciamo alcuni dei nostri lavori migliori fino a tarda notte", ha spiegato Wu. "Molti di noi letteralmente vivono dove lavorano... capiamo che non è per tutti".
L'offerta economica di Cognition è tutt'altro che avara. Secondo gli standard del settore riportati da CNBC, una buonuscita tipica prevede quattro settimane di paga più una settimana aggiuntiva per ogni anno trascorso in azienda. I nove mesi proposti da Cognition rappresentano quindi un pacchetto significativamente più generoso della norma, riconoscendo implicitamente la difficoltà della situazione.
La vicenda Windsurf-Cognition riflette le tensioni crescenti in un settore che brucia capitali e talenti a ritmi vertiginosi. Mentre Cognition, valutata 4 miliardi di dollari dopo un round di finanziamento di marzo che l'ha fatta entrare nel club degli unicorni, punta tutto su una strategia di massima intensità lavorativa, resta da vedere quanti dei dipendenti di Windsurf sceglieranno di abbracciare questa filosofia piuttosto che cercare opportunità altrove nel mercato bollente dell'intelligenza artificiale.