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Swemax è un biosensore progettato in Italia che estrae informazioni dal sudore

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a cura di Massimiliano Monti

Pubblicato il 28/05/2021 alle 12:05
Sapere quando è il momento perfetto per integrare le risorse di liquidi e sali minerali non è solo il sogno di ogni atleta, ma anche un valido supporto alla salute degli sportivi. La carenza di queste due risorse infatti può causare nel corpo malesseri o crampi

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che, nel caso di alcuni sport, possono trasformarsi anche in potenziali cause di infortunio.

Finora però il monitoraggio di questi parametri era estremamente complesso da effettuare in mobilità, sia perché non era tecnicamente possibile ottenerli in modo semplice, sia perché l'elaborazione dei dati non era immediata. 

Qui entra in gioco Biometrica con il suo nuovo sensore Swemax. La startup di Parma infatti ha realizzato un dispositivo in grado di ottenere le informazioni necessarie dal sudore e trasmetterle a un Cloud privato in cui vengono elaborati grazie a sistemi di intelligenza artificiale e machine learning, per poi essere restituiti agli atleti attraverso lo smartphone. 

biosensore-swemax-di-biometrica-163651.jpg

Tecnologia e praticità

L'aspetto interessante di Swemax è la sua possibilità di essere usato in ambito sportivo. Il dispositivo principale infatti è grande quanto un accendino e contiene tutta la tecnologia necessaria per raccogliere le informazioni dal sudore degli atleti e trasmetterle al Cloud per l'elaborazione. Il sensore è costituito da un cerotto intercambiabile che deve essere posto a contatto con la pelle dell'atleta, mentre il dispositivo si sistema usando una tasca apposita all'interno degli indumenti tecnici che fanno parte del kit. 

I dati così raccolti vengono inviati in uno spazio in cloud altamente sicuro (definito super blindato) nel quale gli algoritmi di intelligenza artificiale di Swemax elaborano le informazioni. Grazie a questi algoritmi e al machine learning, il sistema si adatta al corpo della persona che indossa il sensore. Poi, attraverso l'analisi predittiva, l'intelligenza artificiale è in grado di segnalare in anticipo il possibile arrivo di un crampo o un malessere, oppure quando si è prossimi al superamento della soglia  di disidratazione del 2%, considerata critica. In questo modo l'atleta avrà modo di idratarsi e integrare i sali in tempo, prima del sopraggiungere dei sintomi. 

"Chi si allena o pratica qualunque tipo di sport, sa bene che per ottenere buoni risultati è importante monitorare il proprio corpo. Un calo di sali minerali abbassa le prestazioni, un calo eccessivo di liquidi superiore al 2% del proprio peso può avere conseguenze anche più gravi". A spiegarlo è Matteo Beccatelli, co-founder e Cto di Biometrica. "Tra i fluidi biologici che meglio possono rappresentare il nostro corpo inteso nella sua unicità, c’è sicuramente il sudore, paragonabile solo al plasma per importanza delle informazioni fornite. Informazioni assolutamente parametrate su noi stessi perché ciascuno di noi ha una propria impronta. Swemax è in grado di catturare proprio questa impronta e rappresentarla in digitale".

biosensore-swemax-di-biometrica-163652.jpg

Prototipo prossimo al lancio

I primi mille dispositivi saranno venduti attraverso una campagna su Indiegogo, prima della produzione su larga scala. Swemax tuttavia ha già incassato l'interesse e la fiducia di coach e atleti, al punto che il campione di Endurance Nico Valsesia ha deciso di utilizzare Swemax per tenere sotto controllo il suo fisico durante la sua attuale impresa, che lo vede impegnato a percorrere la distanza che separa il Mar Nero dalla cima del monte Ararat.

biosensore-swemax-di-biometrica-163653.jpg

"Uno strumento come Swemax non solo può salvarti la vita quando sei in alta montagna, ma può aiutare tutti quegli sportivi che fanno endurance, sia in fase di allenamento sia durante le competizioni." – Spiega l’atleta - "Sapere quanto e quando puoi sforzarti o comunque ricordarti di bere, prevenendo per tempo la disidratazione, è di grande aiuto per evitare crolli di performance e cedimenti nella motivazione ad andare fino in fondo, soprattutto per gli sportivi che competono da soli senza un seguito pronto a supportarli. E poi c’è un’altra cosa: sono felicissimo di essere fra i primi a usare un prodotto che aprirà nuove strade e non solo legate allo sport".

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