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Unified Communication: attenti alla rete

BYOD, Mobility, virtualizzazione, videocomunicazione sono i nuovi paradigmi della UC e del networking.

Avatar di Riccardo Florio

a cura di Riccardo Florio

@Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 20/01/2013 alle 17:13 - Aggiornato il 15/03/2015 alle 01:44
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L'Unified Communication si arricchisce continuamente di nuove funzioni, si integra con le applicazioni office, il video e la mobilità diventano pervasivi e facilitano i contatti reciproci, sia di business che personali ma in tutto questo si deve stare attenti a non perdere di vista che la comunicazione unificata per dare il meglio di se stessa, anzi, per poter avvenire, necessita di infrastrutture adeguate e queste infrastrutture non sono solo il server IP di fonia e la UC o il media e video server, ma anche quanto sta sotto di loro e permette a utenti, server e dispositivi fissi e mobili di comunicare e stabilire una sessione: la rete trasmissiva.

Nell'evolvere verso una UC di nuova generazione va sempre tenuto ben in mente che l'infrastruttura di rete costituisce l'elemento indispensabile per la comunicazione tra applicazioni e persone e in questo non si differenzia dalle reti degli anni ottanta e novanta. Dove però le differenze sono consistenti e innovative è il come ora le relazioni tra queste entità si stabiliscono e i compiti a cui le reti devono far fronte. Se per lungo tempo le applicazioni di fonia, video, office, eccetera adottavano proprie reti e protocolli e il contesto in cui agivano era sostanzialmente stabile, ora lo scenario in cui le reti di nuova generazione operano e i compiti a cui devono far fronte sono enormemente mutati e molto più complessi.

È una realtà a cui le aziende produttrici hanno dato risposta, soprattutto quelle impegnate sia nel campo della comunicazione che del networking locale, di campus e geografico con il rilascio di infrastrutture adeguate alle comunicazioni, con una forte componente virtuale e in grado di supportare flussi multimediali rispettandone le esigenze caratteristiche, per esempio il jitter, il round trip, il delay, la necessità variabile di banda, eccetera

Da non trascurare nel realizzare una infrastruttura di rete e di UC è poi il problema dell'integrazione fisso - mobile nonché quello del terminale di utente. Se il primo punto è già stato oggetto di forte attenzione negli anni passati, il secondo, il BYOD termine che si riferisce alla possibilità per l'utente di usare il dispositivo che meglio crede (acronimo di Bring Your Own Device), è di recente apparizione e implica una forte attenzione alle caratteristiche sia della rete che del servizio di UC.

Permettere a un utente di utilizzare un proprio dispositivo presenta molti vantaggi, ma richiede necessariamente che l'applicazione di UC permetta la profilazione degli utenti, ne supporti le relative interfacce (per ogni tipologia di dispositivo) e che si disponga degli strumenti di gestione. Parimenti, a livello di rete si deve vedere quale è l'impatto sulla banda derivante dallo specifico dispositivo, in modo da poter dimensionare opportunamente le giunzioni che collegano le diverse aree di presenza aziendale e i bacini di utenza dei propri clienti a cui il servizio si estende.

La crescente integrazione tra UC e applicazioni business impone anche che la rete sia in grado di supportare contemporaneamente sia le applicazioni con esigenze profondamente diverse come la telefonia, la comunicazione unificata, la videocomunicazione, applicazioni di BI e CRM, di storage quali il backup e il restore su ampie aree geografiche, utenza fissa e mobile, solo per citare alcune delle più salienti, ma anche in modo congiunto, quando cioè la UC interagisce con il Crm per una applicazione di contact center, che può per esempio prevedere operatori distribuiti territorialmente in sedi che non coincidono con quelle dove risiedono i silos informativi contenenti i dati del cliente.

In sostanza, si sta andando, obtorto collo, verso un a sempre maggiore integrazione dell'infrastruttura UC e di rete e ciò porta a una complicazione crescente che inizia a essere supportata mediante lo sviluppo di ambienti virtuali che mascherano la complessità dell'insieme che ne risulta e che provvedono a erogare automaticamente quanto serve in termine di connessione, di banda e di gestione dello specifico device di utente. A secondo delle esigenze di una specifica applicazione o utenza, elementi quali apparati, percorsi, capacità, banda, eccetera, vengono assegnati in modo dinamico, virtuale e flessibile dal piano di gestione.

Pur con le sue complessità, è una evoluzione che in ogni caso permette di porre le basi per una successiva evoluzione verso il cloud, sia di tipo enterprise che ibrido, a secondo delle esigenze aziendali, di investimento e applicative.

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