Le piccole e medie imprese stanno progressivamente dismettendo i registratori video di rete proprietari (NVR) a favore di architetture di archiviazione unificate. Il nuovo Synology DS925+ risponde a questa esigenza integrando la piattaforma Surveillance Station su un hardware basato su processori AMD Ryzen V1500B e memoria ECC, garantendo integrità dei dati e gestione centralizzata dei flussi video.
Da una parte ci sono i temi della sicurezza fisica: richiede risoluzioni sempre più alte e tempi di conservazione (retention) prolungati. Affinché il sistema di videosorveglianza abbia senso va quindi aggiornato, ma i costi salgono e quindi sembra molto intelligente unire questo tipo di raccolta e archiviazione dei dati alle altre operazioni di storage.L'integrazione riduce le spese operative e semplifica la manutenzione, permettendo all'IT manager di governare l'intero stack tecnologico da un unico pannello di controllo.
Serve però, appunto, un sistema di hardware e software ottimizzato, qualcosa che possa davvero esserci utile nella videosorveglianza quanto nella “normale” archiviazione. Quando parliamo di "ottimizzazione" in ambito storage, ci riferiamo alla capacità di un sistema di sostenere carichi di lavoro specifici senza sovradimensionamenti inutili. Il DS925+ è progettato con specifiche hardware che bilanciano la capacità di calcolo necessaria per la gestione dei metadati video con l'efficienza energetica, evitando colli di bottiglia su una connettività di rete calibrata per il traffico reale delle PMI.
Non si tratta più solo di archiviare file passivamente, ma di elaborare stream video in tempo reale, gestire accessi remoti sicuri e garantire che, in caso di incidente, il filmato sia integro e recuperabile immediatamente. È qui che la differenza tra un assemblato generico e una soluzione ingegnerizzata diventa evidente.
La fine dell'era NVR: perché le PMI chiedono convergenza
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I tradizionali Network Video Recorder (NVR), spesso forniti "a scatola chiusa" dai produttori di telecamere come Hikvision o Dahua, soffrono di una rigidità strutturale che mal si adatta alle esigenze moderne. Questi dispositivi nascono con un software chiuso, raramente aggiornato e con opzioni di ridondanza dei dischi spesso rudimentali. Al contrario, l'adozione di un NAS evoluto permette di sfruttare un sistema operativo maturo come il DSM, che tratta la videosorveglianza come un'applicazione critica e non come una funzione accessoria.
Il vantaggio strategico risiede nella gestione unificata dell'infrastruttura. Per un amministratore di sistema, dover gestire credenziali, aggiornamenti firmware e policy di sicurezza su dispositivi eterogenei è un rischio. Centralizzare lo storage su un dispositivo che supporta protocolli standard e offre interfacce di gestione granulari riduce la superficie d'attacco. Inoltre, la possibilità di eseguire backup automatici delle configurazioni e delle registrazioni su destinazioni terze è una funzione nativa nei NAS, spesso assente o complessa negli NVR di fascia media.
La sicurezza del dato registrato è un altro fattore discriminante. Mentre un NVR economico potrebbe non avvisare tempestivamente in caso di degrado di un disco, un sistema come il DS925+ monitora costantemente lo stato S.M.A.R.T. delle unità e l'integrità del file system Btrfs. Questo livello di controllo è indispensabile quando le registrazioni devono avere valore probatorio legale, in linea con le direttive del Garante della Privacy sulla conservazione sicura delle immagini.
DS925+: analisi tecnica di un'architettura bilanciata
Il cuore del DS925+ è il processore AMD Ryzen V1500B, un quad-core a 2.2 GHz che rappresenta una scelta di stabilità rispetto ai chip consumer spesso usati in prodotti concorrenti. Nella videosorveglianza non serve la frequenza di picco (burst), ma la capacità di gestire operazioni di I/O costanti e parallele senza incertezze. Questa CPU, priva di grafica integrata ma dotata di istruzioni per la crittografia, è dimensionata per gestire fino a 40 telecamere IP mantenendo il sistema reattivo per altre attività di background.
Un dettaglio tecnico fondamentale è l'adozione di memoria DDR4 ECC (Error Correcting Code), con 4 GB preinstallati ed espandibili fino a 32 GB. La memoria ECC è rara nei dispositivi destinati alle PMI, ma è cruciale per prevenire la corruzione silenziosa dei dati (bit rot) che può rendere illeggibili i file video proprio nel momento del bisogno. L'affidabilità prevale sulla velocità pura in questo scenario d'uso.
Dal punto di vista termico e dei consumi, il telaio a 4 vani mantiene un profilo acustico contenuto (20.5 dB) e un consumo energetico che si attesta intorno ai 37 watt in accesso. Per un dispositivo acceso 24/7, l'efficienza energetica impatta direttamente sul TCO (Total Cost of Ownership). Inoltre, la nuova policy di Synology richiede l'uso di drive compatibili (come le serie HAT3300 o HAT5300) per la creazione di nuovi storage pool, una scelta che, sebbene riduca la flessibilità di acquisto, garantisce che i dischi siano testati per resistere alle vibrazioni e al calore tipici di un utilizzo intensivo.
La scalabilità è garantita dalla porta di espansione, che nella serie 25 passa allo standard USB Type-C, permettendo di collegare un'unità DX525 per aggiungere altri 5 dischi. Questo consente di iniziare con un investimento contenuto e aumentare lo spazio di archiviazione solo quando le normative sulla retention o l'aggiunta di nuove telecamere lo richiedono, senza dover sostituire l'unità centrale.
Il mito della larghezza di banda: dimensionare la rete senza sprechi
Esiste una diffusa percezione errata che per la videosorveglianza moderna sia necessaria una connettività 10GbE. Analizzando i dati tecnici, si scopre che 40 flussi video in risoluzione 4K (H.265) a 30 FPS generano un throughput aggregato che raramente supera i 400-500 Mbps, ben al di sotto della capacità di una singola porta Gigabit standard. La banda non è un problema reale per installazioni di queste dimensioni.
Il DS925+ è equipaggiato con due porte RJ-45 2.5GbE native. Questa configurazione offre una larghezza di banda totale di 5 Gbps, ampiamente sufficiente per gestire simultaneamente la registrazione di decine di telecamere ad alta risoluzione e l'accesso ai file da parte degli utenti, senza saturare il canale. A differenza del modello DS1525+, il DS925+ non dispone dello slot di aggiornamento di rete proprietario. Questa assenza va letta come una segmentazione precisa: per il target di riferimento, aggiungere una scheda 10GbE sarebbe una spesa superflua che non porterebbe benefici tangibili alle prestazioni di sorveglianza.
L'approccio corretto prevede l'utilizzo delle due porte di rete per la segregazione del traffico. È buona norma configurare una porta dedicata esclusivamente alla VLAN delle telecamere IP e l'altra per l'accesso alla rete aziendale e a internet. Questo isolamento fisico migliora la sicurezza e impedisce che un picco di traffico dati in ufficio influenzi la fluidità della registrazione video. Per approfondire i calcoli di banda necessari, risorse come lo strumento di progettazione IPVM sono utili per dimensionare correttamente lo switch di rete.
Spesso il vero collo di bottiglia in questi sistemi non è la rete, ma la capacità dei dischi meccanici di gestire scritture casuali multiple. Qui interviene il supporto per la cache SSD NVMe tramite i due slot M.2 integrati nel DS925+, che possono alleviare il carico sui dischi rotativi migliorando la reattività generale del sistema durante la ricerca e la riproduzione dei filmati.
Surveillance Station: quando il software definisce l'hardware
L'hardware, per quanto ottimizzato, è solo il veicolo per il software. Synology Surveillance Station trasforma il NAS in un Video Management System (VMS) professionale. A differenza delle soluzioni cloud-based come Arlo o Nest, che richiedono abbonamenti mensili per ogni telecamera e conservano i dati su server remoti, Surveillance Station opera con licenze perpetue (le prime due sono incluse) e mantiene i dati localmente. Questo modello garantisce la sovranità completa sui filmati, un requisito fondamentale per molte aziende soggette a rigide policy di riservatezza.
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La piattaforma offre funzionalità avanzate come il supporto a oltre 8.400 modelli di telecamere (incluse quelle ONVIF generiche) e l'integrazione con moduli di I/O per il controllo accessi fisico. L'interfaccia web HTML5 permette il monitoraggio live e la consultazione della timeline da qualsiasi browser, senza la necessità di plugin obsoleti. L'uso del codec H.265 è pienamente supportato, riducendo lo spazio occupato su disco fino al 50% rispetto al vecchio H.264, ottimizzando ulteriormente l'investimento hardware.
Per le aziende con più sedi, il Central Management System (CMS) consente di collegare diversi NAS Synology e gestirli come un'unica entità, distribuendo le telecamere su server locali ma mantenendo una supervisione globale. Inoltre, per proteggersi da furti fisici del dispositivo o incendi, è possibile configurare la registrazione doppia (Dual Recording) verso il cloud C2 Surveillance, creando un'architettura ibrida che unisce la velocità dell'accesso locale alla resilienza del cloud.
La videosorveglianza moderna non è più un impianto isolato gestito dall'elettricista, ma un servizio IT pienamente integrato nella rete aziendale. Scegliere un dispositivo come il DS925+ significa adottare un approccio razionale, che privilegia l'affidabilità dei componenti e la maturità del software rispetto a specifiche di targa inutilmente elevate per lo scopo preposto. In un'ottica di sostenibilità e ottimizzazione dei budget, il valore non risiede nella velocità massima teorica, ma nella continuità operativa che il sistema è in grado di garantire nel lungo periodo.