VMware, basta con i CEO digitalmente impreparati

Secondo una ricerca realizzata da Vanson Bourne, avere manager che conoscono la tecnologia in ruoli di leadership porta un valore significativo per l'intera organizzazione

Avatar di Antonino Caffo

a cura di Antonino Caffo

Le posizioni di CEO e di leadership dovrebbero essere ricoperte da persone con un’esperienza nel settore tecnologico, se si vuole che le aziende abbiano più successo, secondo l’81% dei vertici aziendali in Italia e quasi i tre quarti (71%) in tutta l'area EMEA.

A rivelarlo è una nuova ricerca realizzata da Vanson Bourne e commissionata da VMware, che evidenzia che avere dei membri del team IT in ruoli di leadership porta un valore significativo per l'intera organizzazione. Nell'identificare i benefici specifici, il 51% dei responsabili aziendali italiani evidenzia un miglioramento dell'efficienza in tutta l'organizzazione, il 44% riconosce una maggiore agilità, il 42% un maggiore potenziale di innovazione e il 40% una migliore esperienza dei clienti.

«I responsabili aziendali non sono mai stati coinvolti in così tanti cambiamenti come negli ultimi mesi, e così dirompenti. Quindi, chi ha una conoscenza intrinseca della tecnologia e una comprensione di come le applicazioni possano aiutare ad adattarsi a qualsiasi condizione di mercato e a disegnare le prestazioni e aumentare la resilienza ha un reale vantaggio. In effetti, tre quarti dei leader aziendali mondiali concordano sul fatto che un set di competenze tecnologiche all'interno dell’azienda porterà al successo» ha dichiarato Ed Hoppitt, EMEA Director Modern Apps and Cloud Native Platforms di VMware.

Ciò si colloca in un contesto in cui la trasformazione digitale - il modo in cui la tecnologia trasforma o migliora i modelli di business - è stata confermata essere un aiuto per i leader e le loro organizzazioni ad adattarsi alle dinamiche di mercato in rapido cambiamento, ai modelli di business in evoluzione e alla mobilità dei dipendenti, specialmente nel particolare momento storico che stiamo vivendo.

Secondo Raffaele Gigantino, Country Manager di VMware Italia: «La risposta alla crisi ha portato a uno dei più grandi test di massa per la trasformazione digitale mai intrapresi prima. Diversi strumenti, applicazioni, tecnologie e modalità di lavoro sono stati impiegati a velocità eccezionale per facilitare il decentramento delle imprese. Molte aziende che inizialmente erano reticenti a utilizzare innovazioni come il public cloud, si stanno ora impegnando e lo stanno adottando per ottenere una rapida scalabilità e flessibilità. Il cloud offre alle organizzazioni una grande opportunità».

«Nessuno può prevedere cosa succederà nei prossimi mesi. Anche se tutti speriamo in un certo grado di normalità, è possibile che ulteriori ondate di infezione costringeranno a nuovi blocchi nel corso del prossimo anno. Ciò significa che le organizzazioni devono costruire oggi la propria resilienza, continuando nel contempo a tenere d'occhio il medio termine».

Tornando alla ricerca, tante sono le organizzazioni che hanno tratto vantaggio dall'uso di moderne applicazioni per adattare e mantenere l'agilità e l'affidabilità durante la pandemia. Lo studio rivela anche una migliore percezione dell'allineamento e della collaborazione tra sviluppatori di applicazioni, responsabili IT e responsabili aziendali, nel corso della pandemia: gli intervistati hanno evidenziato differenze fra le priorità aziendali e fra i rapporti durante l’emergenza sanitaria rispetto a prima. L'allineamento tra i diversi reparti è un fattore di successo e, in tempi complessi come quelli che abbiamo vissuto, la sua importanza aumenta in modo esponenziale.

Per quanto riguarda l’area EMEA e il nostro Paese, gli intervistati hanno evidenziato i vantaggi della modernizzazione delle applicazioni durante la pandemia, ad esempio, per migliorare le prestazioni e la resilienza. Più della metà (57%) ha evidenziato il ruolo delle moderne applicazioni per consentire ai dipendenti di lavorare da remoto, dato che in Italia ha raggiunto ben il 72%, la percentuale più alta in EMEA.

Più di un terzo ha fatto riferimento alla capacità di dare continuamente impulso agli aggiornamenti in risposta al panorama mutevole (39% in EMEA, 41% in Italia). Il 33% degli intervistati in EMEA, il 26% in Italia, ha evidenziato la capacità di ridurre i costi.

Inoltre, più di tre quarti (80%) degli sviluppatori di applicazioni e dei leader tecnologici dell'area EMEA ritengono che, senza una modernizzazione efficace delle applicazioni, le organizzazioni non saranno in grado di offrire ai clienti un'esperienza ottimale. A ciò fanno eco i top manager, con l'88% di questi che ritiene che l’evoluzione dei portafogli di applicazioni migliorerà l'esperienza del cliente, che è direttamente legata alla crescita dei ricavi .

Inoltre, secondo gli sviluppatori e gli IT decision makers (ITDMs) intervistati, la modernizzazione delle app porta ad una migliore user experience (per il 46% in EMEA, il 48% in Italia); ad un incremento delle performance del software (per il 44% in EMEA, il 47% in Italia) e ad un uso più efficiente del tempo di sviluppo di app/software (per il 40% in EMEA, il 31% in Italia).

Quasi tutti gli intervistati (il 97% sia in EMEA che in Italia) hanno registrato un miglioramento, grande o piccolo, nei loro sforzi di trasformazione digitale. A questo proposito, le priorità nel percorso di trasformazione digitale evidenziate dagli intervistati sono: aumentare l’efficienza di business: (per il 48% in EMEA, il 47% in Italia); la customer experience (per il 42% in EMEA, il 41% in Italia); aggiornare le piattaforme tecnologiche esistenti (per il 37% in EMEA, il 44% in Italia).