Mentre l'industria tecnologica spinge sempre più verso l'integrazione dell'intelligenza artificiale in ogni strumento, gli sviluppatori stanno iniziando a chiedere il contrario. Zed, l'editor di testo basato su Rust che punta su velocità e leggerezza, ha appena introdotto una funzionalità che molti considererebbero un passo indietro: la possibilità di disattivare completamente l'integrazione con i modelli linguistici di grandi dimensioni. La richiesta, arrivata dagli utenti circa un anno fa, è stata esaudita nella versione Preview 0.197, segnando una tendenza che potrebbe dire molto sul futuro dell'IA nel coding.
Quando l'AI diventa un ostacolo
La decisione di permettere la disattivazione totale delle funzionalità di intelligenza artificiale nasce da esigenze concrete degli sviluppatori. Molte aziende hanno infatti implementato politiche interne che vietano l'utilizzo di strumenti LLM pubblici per questioni di sicurezza e privacy dei dati. Questa realtà aziendale ha creato una barriera all'adozione di Zed per numerosi programmatori che, pur apprezzando le caratteristiche dell'editor, non potevano rischiare di installare software con componenti AI integrate.
L'ironia della situazione è evidente: mentre la homepage di Zed Industries mette l'integrazione AI al centro della propria proposta di valore, una parte significativa della base utenti considera questa caratteristica un impedimento piuttosto che un vantaggio. Il team di sviluppo ha dovuto investire un anno intero per sviluppare quella che, in apparenza, sembrerebbe una funzionalità di sottrazione piuttosto che di aggiunta.
L'eredità di Atom e la sfida a Electron
La storia di Zed è intrinsecamente legata a quella di Atom, l'editor che ha introdotto al mondo le applicazioni Electron. Diversi membri del team attuale hanno infatti lavorato al progetto Atom, che utilizzava JavaScript e una versione ridotta di Chromium per garantire la compatibilità cross-platform. Quando Microsoft, proprietaria di GitHub, ha deciso di terminare Atom tre anni fa in favore di VS Code (anch'esso basato su Electron), il team ha annunciato Zed il giorno successivo.
La differenza fondamentale risiede nell'approccio architetturale: mentre le applicazioni Electron devono incorporare il proprio runtime (spesso centinaia di megabyte), Zed sfrutta Rust per creare un'applicazione nativa compilata. Il risultato è un editor più efficiente, anche se non drasticamente più leggero: il Flatpak Linux di circa 100 MB porta comunque con sé quasi un gigabyte di dipendenze.
La tecnologia dietro la velocità
L'architettura interna di Zed si distingue per l'utilizzo dei conflict-free replicated data types, una tecnologia che consente la collaborazione online in tempo reale senza dipendere da specifici provider cloud. Questa scelta tecnica si traduce in funzionalità native di editing collaborativo e include anche uno strumento di chat integrato, che alcuni potrebbero considerare eccessivo ma che dimostra l'ambizione del progetto di creare un ambiente di sviluppo completo.
La velocità, uno dei punti di forza più pubblicizzati di Zed, diventa particolarmente apprezzata dagli sviluppatori scettici verso l'AI generativa. Mentre altri editor rallentano per elaborare suggerimenti di intelligenza artificiale, Zed può ora offrire un'esperienza completamente priva di queste elaborazioni aggiuntive.
Il costo nascosto dell'ecosistema Electron
Per comprendere l'importanza dell'approccio nativo di Zed, basta confrontare le dimensioni degli strumenti equivalenti. Balena Etcher, uno degli strumenti open source più utilizzati per scrivere immagini disco su chiavi USB, è un'applicazione Electron che occupa 150-200 MB compressi. Al contrario, Rufus per Windows richiede appena 2 MB (l'1% delle dimensioni di Etcher), mentre l'alternativa cross-platform USBImager si ferma sotto i 200 kB.
Oltre al problema delle dimensioni, l'ecosistema Electron presenta altre criticità: ogni applicazione richiede download separati per ciascun sistema operativo e non esiste un modo unificato per aggiornarle tutte simultaneamente. Questi aspetti rendono l'approccio nativo di Zed ancora più attraente per gli sviluppatori attenti all'efficienza.
I segnali di una bolla in deflazione
La richiesta di disattivare l'AI in Zed potrebbe essere sintomatica di un cambiamento più ampio nell'atteggiamento verso l'intelligenza artificiale generativa nel segmento del development. Studi recenti hanno dimostrato che gli sviluppatori sono del 20% più lenti quando utilizzano assistenti GenAI, nonostante percepiscano il contrario. Anche i dirigenti aziendali stanno iniziando a perdere fiducia in queste tecnologie.
Alcuni analisti paragonano l'attuale hype dell'AI generativa alla dipendenza dal gioco d'azzardo: i programmatori credono che "ancora un prompt" possa produrre l'applicazione vincente che li renderà ricchi, proprio come i giocatori sperano nella puntata decisiva. Il parallelo diventa ancora più evidente sostituendo la sigla "AI" con "cocaina" nelle descrizioni promozionali: l'effetto è sorprendentemente calzante.
Con previsioni che indicano la bolla dell'AI come più grande di quella delle dotcom di 25 anni fa, un editor come Zed, capace di funzionare efficacemente anche senza componenti artificiali, potrebbe rivelarsi particolarmente prezioso qualora i modelli linguistici economici e sussidiati nel cloud dovessero scomparire dal mercato.