Adou 1, recensione: one more green nightmare

Star Comics porta in Italia l'interessante Adou 1 di Amano Jaku. Si tratta di una serie spiccatamente di fantascienza con un piglio decisamente ottantiano.

Avatar di Domenico Bottalico

a cura di Domenico Bottalico

-

Sempre attenta non solo al pubblico più giovane ma anche quello più maturo composto dagli appassionati della prima ora, Star Comics porta in Italia l'interessante Adou 1 di Amano Jaku. Si tratta di una serie spiccatamente fantascientifica con un piglio decisamente ottantiano non solo per i rimandi al cyberpunk che rievoca i capisaldi del genere ma anche per uno stile grafico che trasuda quel decennio fortunatissimo ed estremamente influente anche per l'immaginario occidentale che ha plasmato la sua idea di manga e anime anche su quella estetica e idealmente su quelle tematiche.

Adou 1, one more green nightmare

Giappone, futuro imprecisato. La globalizzazione ha portato la nazione a chiudere le frontiere ed imporre rigide norme sull'immigrazione perché il flusso incondizionato di stranieri ha portato non solo ad una sovrappopolazione ma anche a sempre più crescenti tensioni sociali. Proprio nel mezzo di una delle manifestazioni anti-immigrati, la giovane e supponente Riko salva un bambino che sta per essere investito da un camion.

Riko rimprovera il piccolo che però è pietrificato e chiuso in un mutismo esasperante. Qualche ora dopo la stessa Riko, stanca delle indesiderate attenzioni del suo capo, si licenzia ritrovandosi il bimbo fuori dal negozio. Ipotizzando che il bambino si sia smarrito, i due si dirigono alla più vicina stazione di polizia dove però avviene una strana scoperta. In una società in cui tutti sono identificati e schedati, il bambino sembra non avere una identità.

Si mettono così in moto una serie di drammatici avvenimenti. Qualcosa si risveglia nel bambino, strani poteri che attivatisi come un meccanismo di difesa, allertano anche una misteriosa sezione dell'esercito che è disposta a tutto pur di recuperarlo. Il bambino, con quello che sembra un enorme sforzo, rivela di chiamarsi Eight e respinge il primo attacco proteggendo Riko. Tuttavia sulle tracce dei due ragazzi in fuga viene messo il pericoloso e umorale Renji: inizia così una caccia a tutto campo in una metropoli frenetica e caotica.

Ma chi è davvero Eight e qual è la natura delle sue abilità? Da dove vengono esattamente lui e Renji? e perché è così importante per l'esercito recuperare Eight? Proprio durante una nuova imboscata dell'esercito il piccolo Eight dà fondo alle sue più recondite capacità.

Adou 1, all'ombra del cyberpunk

Sin dalle primissime pagine di Adou 1 si è investiti da un piacevole senso di dejà-vù che riporta alla mente i lavori meno rarefatti di Masamune Shirow, l'Akira di Katsuhiro Ōtomo e procedendo nella lettura idealmente anche il Guyver di Takaya Yoshiki. Tutti titoli e autori notissimi, soprattutto per i lettori italiani di fumetto giapponese della prima ora, e che fa traslare inevitabilmente questa nuova proposta Star Comics, che la stessa casa editrice etichetta come seinen, nella sfera del cyberpunk ovvero di quel particolare sottogenere della fantascienza che forse proprio l'immaginario nipponico ha saputo meglio elaborare e far suo.

Ed effettivamente gli stilemi del genere ci sono tutti e vengono rimaneggiati e utilizzati con personalità da Amano Jaku che non sembra aver paura degli ingombranti paragoni di cui sopra ma al contrario racconta con un buon ritmo e una discreta personalità la metropoli globale e spersonalizzante del prossimo (?) futuro, un piccolo protagonista silenzioso e dall'oscuro passato e una co-protagonista rumorosa e di buon cuore ma anche l'immancabile sezione sperimentale dell'esercito che funge da antagonista e soprattutto la presenza di poteri il cui risveglio minaccia di distruggere tutto e tutti. 

Il lettore più smaliziato, ed i fan del genere, ovviamente troveranno estremamente familiare le vicende di Adou 1 che di contro riuscirà sicuramente ad attirare l'attenzione di qualche lettore più giovane. Non è facile realizzare un'opera che funga da ideale punto di raccordo fra diverse generazioni di lettori ma Amano Jaku si destreggia molto bene dosando la componente character driven e quella plot driven in maniera oculata e giocando poi con tematiche, descritte poco sopra, diventate tanto familiari quanto fondanti del genere almeno nella sua declinazione nipponica.

È la semplicità la chiave di volta di Adou 1: un inizio diretto, quasi scontato, ma efficace nel farsi inquadrare e per questo essere immediatamente in sintonia con il lettore che ha subito tutte le coordinate per decifrare l'opera e immergersi nella narrazione. L'appunto che si potrebbe muovere in questo senso è che l'introduzione all'opera è tanto aderente agli stilemi del genere da necessitare già nei prossimi volumi di una sterzata in senso più personale, sia che essa riguardi la trama che l'evoluzione dei personaggi. In questo senso i poteri "vegetali" di Eight potrebbero essere un indizio interessante.

Semplicità e anni '80 che trovano una sponda decisamente interessante anche nella parte grafica. Anatomie tonde e melliflue, espressività marcata e una linea quanto più possibile dolce e continua caratterizzano il lavoro di Amano Jaku al tavolo da disegno. L'autore si ispira evidentemente ai grandi maestri di quel decennio. L'estetica ottantiana è completamente metabolizzata da Jaku anche nella costruzione della tavola e nella organizzazione degli spazi così come nell'utilizzo delle mezze tinte.

In questo senso il lavoro sugli sfondi è essenziale mentre l'attenzione è tutta rivolta alle figure con predilezione di inquadrature ravvicinate alternate in sequenze d'azione registicamente concepite in maniera semplice il cui volano è ovviamente il tratteggio più marcato e cinetico. La tavola non è mai divisa in più di 5/6 riquadri il cui permette una lettura agevole al netto anche di qualche soluzione più dinamica, con riquadri dalla forma irregolare, e grandi riquadri a mezza pagina se non addirittura a pagina intera.

Se si dovesse muovere un appunto, dal punto di vista grafico all'autore, sarebbe impossibile non notare come alcune figure manchino di una certa armonia nelle proporzioni e in alcune tavole il tratto sia molto grezzo con un linea "povera". Si tratta di aspetti che saranno sicuramente corretti dall'autore nel corso dei successivi volumi e dettati molto probabilmente da un po' di inesperienza.

Il volume

Star Comics preferisce pubblicare Adou 1 in una insolita edizione wideban almeno nella confezione: si tratta infatti di un volume 14.5x21 cm con sovraccoperta di cui però l'editore perugino calmiera il prezzo assestandosi a 6.90 €. La carta utilizzata è la usomano scura dalla buona grammatura che evita trasparenze inconsulte, discreta anche la rilegatura e la rifilatura delle pagine che permettono una lettura agevole. Minimale è la grafica di copertina e interna. Dal punto di vista editoriale, il volume non presenta extra di sorta né pagine a colori mentre sono molto scorrevoli sia la traduzione che l'adattamento.