Arcimago - Il Ritorno Libro I, recensione: don't fear the reaper

R.A. Salvatore apre con Arcimago - Il Ritorno Libro I nuova trilogia con protagonista Drizzt Do’Urden ambientata nei Forgotten Realms di Dungeons & Dragons.

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a cura di Domenico Bottalico

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I Forgotten Realms e Drizzt Do'Urden tagliano l'invidiabile traguardo del trentunesimo romanzo con Arcimago - Il Ritorno Libro I, primo capitolo, come facilmente intuibile dal titolo, con cui il grande R.A. Salvatore inaugura una nuova trilogia dedicata al drow e agli avventurieri di Mithral Hall cercando nuovamente di rimescolare le carte in tavole per i lettori e offrendo così nuovi spunti narrativi tenendo sempre un occhio di riguardo per il materiale di provenienza ovvero Dungeons & Dragons (il gioco di ruolo).

Arcimago - Il Ritorno Libro I, dopo la battaglia

R.A. Salvatore aveva chiuso la Trilogia del Companions Codex con La Vendetta del Nano di Ferro (recuperate la nostra recensione) e con un'epica battaglia che aveva sancito la sconfitta dell'alleanza fra drow e orchi sventando così la distruzione delle popolazioni umane, elfiche e naniche. Il piano della Matrona Madre Quenthel, che prevedeva l'oscuramento della volta celeste e addirittura l'intervento dei draghi, era quindi sfumato e la malvagia dea Lolth è rimasta ancora una volta negli abissi impaziente di conquistare il mondo di superficie.

Dalle conseguenze dell'ultima devastante battaglia, che aveva anche infranto di fatto il trattato di Garumn, riparte la narrazione di Arcimago - Il Ritorno Libro I. A Menzoberranzan regna il caos, uno pericoloso e potenzialmente letale: nella città infatti scorrazzano liberamente creature demoniache mentre le famiglie e loro matrone sono come al solito il lotta per il potere. La Matrona Madre Quenthel deve infatti difendersi dagli attacchi delle altre Matrone Madri che la accusano non solo di aver portato al fallimento il piano di conquista del mondo di sopra ma anche di aver perso definitivamente il favore della Regina Ragno, la dea Lolth.

Ma la strategia della Matrona Madre Quenthel è lucida e spietata: mantenere il caos a Menzoberranzan mentre un agente in superficie, Jarlaxle, le riferisce i movimenti di elfi, nani e uomini. La Matrona Madre sa inoltre che Tiago Baenre non è realmente morto e che dopo la sconfitta subita, anche a cavallo di un drago, ora più che mai il suo unico obbiettivo è rintracciare e uccidere Drizzt. La Matrona Madre Quenthel tuttavia sembra non aver fatto i conti con l'arcimago della Sorcere, Gromph che più di tutti, in silenzio, sta lavorando per spodestarla non solo accrescendo i suoi poteri ma anche stringendo una empia alleanza con creature degli abissi estremamente potenti e che farebbero di tutto pur di liberarsi e soddisfare la propria sete di sangue.

Anche in superficie è tempo di riorganizzarsi e per gli avventurieri di Mithral Hall è tempo dei saluti. Regis e Wulfgar infatti lascia Drizzt, Catti-Brie e i Nani. Per il resto della compagnia invece si prospetta una nuova epica impresa: penetrare e riprendere possesso di Gauntlgrym e dell'antico Trono dei Nani. L'impresa è improba ma Bruenor Battlehammer riesce a raccogliere intorno a sé le popolazioni naniche e iniziare una marcia verso la porta della città.

Se la marcia è logorante, quello che aspetta Drizzt e i suoi amici nei corridoi della città è potenzialmente ancora più pericoloso. Man mano che i nani si addentrano nella città infatti non ci sono solo drow ad aspettarli ma anche demoni e creature di ogni tipo compresa una estremamente pericolosa che viene risvegliata e rinchiusa non senza difficoltà. Le battaglie sono brutali ed insidiose e la riconquista di Gauntlgrym si risolve in maniera del tutto inaspettato ed il cui prezzo è pagato in maniera forse letale dallo stesso Drizzt.

Arcimago - Il Ritorno Libro I, don't fear the reaper

Non è assolutamente facile addentrarsi nella lettura di Arcimago - Il Ritorno Libro I anche perché R.A. Salvatore sceglie la strada più difficile ovvero quella della continuità più diretta con la precedente trilogia tagliando idealmente fuori eventuali nuovi lettori che dovranno cercare altrove uno starting point più agevole (tipo ne I Compagni se non addirittura nel primo storico libro Il Buio Profondo). 

Al netto di un problema "relativo" per una saga composta da 30 libri, c'è da sottolineare come la prima parte di questo Arcimago - Il Ritorno Libro I vede l'autore mettere a dura prova il lettore con una scrittura che ancora una volta torna a divagare in territori meno classici per le avventure di Drizzt oltre che a sperimentare stilisticamente. Salvatore infatti prova a giocare la carta della narrazione socio-politica descrivendo minuziosamente, con ritmo blando e con una serie di importanti sottintesi i tumulti dentro e fuori i palazzi di Menzoberranzan. Una scelta coraggiosa e a tratti interessante che però è meramente plot driven e non trova il giusto appiglio in personaggi che, per quanto recitino molto bene il canovaccio degli "intrighi di corte", non offrono grosse sorprese in termini di motivazioni o caratterizzazioni.

Salvatore alterna quindi capitoli ambientati nel Buio Profondo ad altri ambientati in superficie simili per impostazione ma sicuramente più dinamici ed appaganti se non altro perché le conseguenze della battaglia che aveva chiuso il precedente libro vengono liquidate abbastanza rapidamente lasciando il posto all'impresa promossa da Bruenor che è dapprima meramente politica, con equilibri e motivazioni più facilmente comprensibili per qualsiasi tipo di lettore, e poi decisamente più votata all'azione.

Il cambio di passo fra la prima e la seconda metà di Arcimago - Il Ritorno Libro I. Salvatore è decisamente più a suo agio nel descrivere le lunghe sequenze di combattimento a Gauntlgrym (in cui sono evidenti gli echi tolkeniani di Moria) in cui trovano spazio suggestive digressioni su ambienti, personaggi e situazioni che assumono contorni più dinamici dando maggior senso di chiusura ad alcuni indizi disseminati soprattutto nella prima parte e costruendo molto bene l'inaspettato twist finale che se per certi versi può sembrare anti-climatico ha senso nell'equilibrio complessivo della narrazione.

Tuttavia non è il suddetto finale a costituire il gancio per il secondo libro di questa trilogia bensì il fato di Drizzt. Il drow è caratterizzato in maniera molto malinconica per tutto il libro, un osservatore esterno di un mondo familiare eppure diverso che preferisce mettere la sua saggezza più che le sue spade (almeno fino ai capitoli finali) al servizio dei suoi amici e di sua moglie. Nel corso della lettura infatti Arcimago - Il Ritorno Libro I mette sempre di più al centro della narrazione i nani e in parte i demoni che sembrano sempre di più forze che le famiglie drow di Menzoberranzan non sembrano essere in grado di controllare.

Al netto di una prima parte un po' farraginosa Arcimago - Il Ritorno Libro I è un buon capitolo iniziale per una trilogia che già dal titolo lascia presagire interessanti sviluppi futuri in più di un frangente oltre che per il protagonista Drizzt. Se poi siete particolarmente legati alla razza nanica, la seconda parte del libro sarà una lettura graditissima.

Il Volume

Armenia pubblica Arcimago - Il Ritorno Libro I in un volume brossurato con alette. L'edizione è del tutto simile a quelle della Trilogia del Companions Codex ma cambia la grafica di copertina, a dirla tutta non particolarmente ispirata né come composizione né come immagine scelta. Il volume non presenta mappe o illustrazioni a corredo del racconto né extra (fatte eccezione per la cronologia dei romanzi con protagonista Drizzt) o brevi riassunti che possano aiutare il lettore a (ri)orientarsi dopo le ultime vicende. Da segnalare qualche refuso (nei capitoli centrali a più di un nome viene più volte cambiata la grafia) e soprattutto qualche passaggio molto legnoso in fase di traduzione.