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Bungo Stray Dogs Beast 1, recensione: cosa sarebbe successo se...

La nostra recensione di Bungo Stray Dogs Beast 1, il what if...? di Bungo Stray Dogs edito da Planet Manga.

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Avatar di Beatrice Villa

a cura di Beatrice Villa

Pubblicato il 08/05/2022 alle 14:00

Per i fan di Bungo Stray Dogs, manga scritto da Kafka Asagiri e disegnato da Sango Harukawa, serializzato sul Young Ace di Kadokawa Shoten dal 4 dicembre 2012 edito in Italia dalla casa editrice Planet Manga, arriva una nuova storia, disegnata questa volta da Shiwasu Hoshikawa e ispirata alla storia originale, serializzata su Shonen Ace da 26 dicembre 2019 al 26 gennaio 2022. Sempre Planet Manga ci presenta una storia what if...?, Bungo Stray Dogs Beast 1 ovvero che cosa sarebbe successo se alcuni dei personaggi principali della storia originale non avesse intrapreso il cammino a loro destinato ma avessero compiuto altre scelte? Quanto sarebbe cambiata e cosa avrebbe comportato nella loro stessa vita e in quelle delle perone da loro salvate o perdute per sempre?

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“Il giorno in cui svegliandomi in un mattino di neve ho scoperto che l’amico accanto a me era diventato un cadavere silenzioso… se la vita è così… se tale è il prezzo fissato per esistere… allora questa sarà la mia vendetta. La vendetta per essere venuto al mondo.”

Bungo Stray Dogs Beast 1: ciò che avrebbe potuto essere

Protagonista di questo primo volume di Bungo Stray Dogs Beast è Ryūnosuke Akutagawa il cui unico parente ancora in vita è sua sorella minore, Gin Akutagawa. All'inizio della storia ci viene mostrata la vita che essi conducevano nei bassifondi insieme ad altri otto bambini. I ragazzini sopravvivevano grazie alla capacità di Akutagawa di manipolare i suoi vestiti e di dare vita a delle armi perfette, abilità chiamata Rashōmon, il che permetteva loro di difendersi e sopravvivere rubando quello che potevano. Un giorno però si imbattono negli uomini sbagliati e i bambini vengono brutalmente uccisi. In cerca di vendetta e per mantenere la promessa fatta  ai suoi compagni, Akutagawa uccide quegli uomini usando Rashōmon.

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Dopo il massacro Akutagawa incontra un uomo in nero seduto su un albero, ovvero Dazai. Nella storia originale è a questo punto che il ragazzo viene invitato a entrare nella Port Mafia come suo braccio dentro. In questo what if invece, le cose prendono un'altra strada: Dazai si rifiuta di accettare nelle sue fila il ragazzo proprio per la sua violenza gratuita che mette in atto e l'istinto naturale di ferire gli altri senza pensare. Ma Dazai e la Port Mafia hanno sua sorella. Akutagawa non ha scelta: il suo unico scopo è ora quello di riavere Gin. Ecco allora che entra nell'Agenzia dei Detective Armati, intraprendendo il cammino opposto rispetto a quello a lui riservato nella storia originale.

Bungo Stray Dogs Beast 1: le differenze con la trama originale

La principale differenza che salta all'occhio è il fatto che Akutagawa non entra nella Port Mafia bensì nell'Agenzia dei Detective Armati al posto di Nakajima Atsushi. Akutagawa viene infatti sottoposto alla stessa prova alla quale dovette partecipare il ragazzo per potere entrare nell'Agenzia. E Atsushi allora? Atsushi è ora uno dei membri più pericolosi della Port Mafia, incapace di controllare il suo temibile potere, un assassino spietato che non teme nulla e non esita a togliere la vita ai suoi nemici. Non è più la bontà a caratterizzare questo personaggio ma la sete di sangue. Esatto: sembra proprio la descrizione di Akutagawa che nella storia originale era così ossessionato dalla forza e dai deboli, destinati a perire e inutili a suo parere.

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Dazai rimane invece nella Port Mafia come uno dei suoi capi e come nella storia originale fa da mentore ad Atsushi, ancora tormentato dal suo passato. Nella storia originale il ragazzo viene salvato proprio da Dazai  e dal suo partner Kunikida che gli insegnano a usare al meglio il potere della tigre.

C'è un motivo a mio parere per il quale Dazai è ancora nella Port Mafia: il fatto che Oda, suo amico e come lui facente parte dell'organizzazione criminale, sia ancora vivo e questa volta a capo dell'Agenzia dei Detective Armati. In Bungo Stray Dogs il più grande sogno di Oda era quello di lasciare la Port Mafia e diventare uno scrittore, ma a causa di alcuni fatti, muore tra le braccia di Dazai dopo avergli detto di vivere, facendo sì che l'uomo cambiasse il suo modo di pensare e si unisse all'Agenzia dei Detective Armati.

Bungo Stray Dogs Beats 1: un problema di fondo

Ci sono molti elementi che discostano dalla storia originale e che ci fanno pensare. Secondo Akutagawa le persone deboli dovrebbero morire e lasciare il posto a quelle più forti e la sua natura spietata e malvagia lo rende uno dei membri più pericolosi della Port Mafia, temuto sia dagli alleati che dai nemici.

Per diventare membri dell'Agenzia dei Detective Armati occorre possedere uno spirito animato dalla volontà di proteggere la popolazione, una volontà che sia frutto di autodisciplina e di amore per la giustizia in modo da non vacillare di fronte alle situazioni più estreme. È questo principi è stato stabilito dal presidente dell’agenzia Yukichi Fukuzawa e tutti devo rispettarlo. Un personaggio come Akutagawa mosso dal puro e semplice desiderio di vendetta, come può diventarne membro? Può essere una bomba pronta a esplodere oppure l’inizio di un cammino di redenzione.

Ma davvero può dimenticare il passato e la sua sete di sangue verso coloro che hanno ucciso il suoi amici? Una cosa che di certo non cambia è la sua opinione verso le altre persone. I deboli sono deboli e per tanto non potranno sopravvivere. Non c’è se e ma. Eppure è grazie alla continua rivalità con Dazai e la sua ossessiva ricerca dell'approvazione dell'uomo che lo porta a comprendere di più gli altri, in particolare Atsushi.

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Questa storia what if...? ci presenta molti elementi discostanti tra di loro, che collimano con la storia originale e che pongono molte domande. Perché se davvero la storia fosse andata in questo modo, allora i principi su cui si basa erano fondamentalmente sbagliati.

Lo stile grafico

I disegni hanno il loro fascino ma se devo essere sincera, mi hanno un po’ delusa. Essendo abituata a quelli della storia originale, si capisce che siano strati creati da una terza persona. Sebbene le tavole siano curate, in alcuni casi i personaggi non assomigliano per nulla a come dovrebbero essere, quasi fossero un'altra persona. Vi è un uso forse troppo abbondante delle ombre, usate per sottolineare il lato oscuro di questa storia. In particolare il nero diventa ancora più funesto man mano che i ricordi di Akutagawa vengono alla luce, così come quando Atsuhi entra in scena. Entrambi i personaggi risultano avvolti da un'oscurità impenetrabile.

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