Sexy e raffinata, perché rileggere la Catwoman di Ed Brubaker

Perché la Catwoman di Ed Brubaker è considerata la miglior gestione del personaggio? Scopriamolo grazie ai tre volumi Panini DC Italia.

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a cura di Domenico Bottalico

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Panini DC Italia ripropone nella sua interezza e in tre volumi monografici cartonati la Catwoman di Ed Brubaker. L'acclamato autore ha scritto 37 albi originali della serie più una manciata di Annual, one-shot e una serie di storie in appendice pubblicate sulla storica Detective Comics che all'epoca della pubblicazione originale, insieme al graphic novel Il Colpo Grosso di Selina scritto e disegnato dal grande Darwyn Cooke e contenuto nel primo volume di questa riedizione italiana, fecero da apripista per il ritorno della Felina Fatale. Perché Selina si era allontana da Gotham e perché la gestione di Ed Brubaker è considerata unanimamente la migliore in assoluto sul personaggio?

Perché rileggere la Catwoman di Ed Brubaker?

È un eccellente starting point

Uno dei problemi più complicati da risolvere quando ci si cimenta nella lettura dei comics è quello della accessibilità. Detto in parole povere: da dove iniziare? La Catwoman di Ed Brubaker risponde alla perfezione a questa esigenza, senza però fare tabula rasa di quello che era avvenuto nella precedente serie dedicata al personaggio, ma al contrario sfruttandone le premesse, o se preferite l'epilogo, in maniera raffinata "reinventando" il personaggio e il suo mondo. Ricordiamo che Catwoman aveva beneficiato della sua prima serie regolare nel 1993, sulla scia di un'altra interpretazione cinematografica, quella di Michelle Pfeiffer in Batman Returns, caratterizzata dalle sinuose matite di Jim Balent oltre che dall'iconico costume viola. Nella parte finale di quella serie, durata ben 94 numeri più svariati Annual, dopo essersi trasferita a New York, Selina aveva fallito la scalata come CEO delle Rudolf Industries, un conglomerato con legami con la Mafia.

Questo però non le aveva impedito di prendere parte ai grandi archi narrativi batmaniani degli anni 90, da Contagio a Terra di Nessuno. Proprio in una di queste occasioni, dopo essere stata esposta al gas dello Spaventapasseri, Selina aveva mostrato gravi disturbi di personalità (crederà di essere sua sorella Maggie) ed era scomparsa improvvisamente forse uccisa da Deathstroke. È proprio da qui che Catwoman di Ed Brubaker Volume 1 - Sulle Tracce di Catwoman riprende la sua narrazione. Da un lato il graphic novel Il Colpo Grosso di Selina di Darwyn Cooke si apre con Selina che decide di ritornare negli Stati Uniti dopo un colpo fallito in Marocco. Riviviamo così l'adrenalina scatenata dall'organizzare un colpo ma anche lo scotto da pagare per una vita dedicata la crimine. Dall'altro le storie in appendice apparse su Detective Comics vedono il mitico detective privato Slam Bradley indagare sul possibile ritorno, proprio di Selina, a Gotham City.

Grazie alla tensione narrativa fra le radici spiccatamente crime del graphic novel, che è bene sottolinearlo rimane comunque fruibile a sé stante, e la necessità di riassorbire organicamente il personaggio nel tessuto narrativo batmaniano, Selina/Catwoman viene reintrodotta a Gotham non solo strizzando inevitabilmente l'occhio alle atmosfere del suo esordio nella Golden Age ma anche offrendo al lettore anche un nuovo status quo perfettamente fruibile e comprensibile.

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A metà strada fra hard boiled e supereroistico ma non solo

Un altro aspetto interessante della Catwoman di Ed Brubaker è la capacità di collocarsi, narrativamente parlando, esattamente a metà strada fra le radici hard boiled e crime citate poco sopra e quelle spiccatamente supereroistiche. È ancora una volta Darwyn Cooke a fare da battistrada: il suo graphic novel infatti, ricco di didascalie che narrano in maniera onnisciente gli avvenimenti, è chiaramente ispirato ai classici del genere e trasuda l'amore per Donald E. Westlake da parte del compianto autore. Non è un caso infatti che la spalla di Selina per il colpo sia un personaggio chiamato Stark, come quello creato dal prolifico scrittore sotto lo pseudonimo di Richard Parker e che sarà poi oggetto di un adattamento a fumetti firmato dallo stesso Cooke. Ed Brubaker, già di per sé autore vicinissimo alla sensibilità noir, non deve far altro che innestarsi in questo solco.

Ritornando alle origini, e quindi di fatto a Batman Anno Uno, Brubaker ripesca elementi utili per creare un'altra Gotham, per ricreare nuovi comprimari per Selina e introdurre anche una nemesi. L'East End in cui la Catwoman di Ed Brubaker è ambientata diventa specchio di quelle atmosfere urbane, influenzate da certe pellicole anni 70, che troveranno riscontro anche in televisione in serie come The Wire. Un quartiere con le sue strade che diventano microcosmi brulicanti di piccola e grande criminalità, di storie che si intrecciano, di corruzione e ovviamente di eroi in costume e freaks.

Ne sono un esempio il primo arco narrativo intitolato Sedativo in cui Selina mette da parte colpi e rapine per dare la caccia ad un serial killer di giovani prostitute. È proprio in questi primi 4 numeri che Brubaker mostra la sua grandezza: riconnettere il personaggio alla robusta rivisitazione milleriana ma contestualmente riscoprirne le origini da anti-eroina che da qui in poi la accompagneranno fino ad oggi. Nell'arco narrativo successivo, Travestimenti, l'autore inizia a dare spessore al sotto testo spiccatamente crime lasciando più che intendere che nell'East End operano poliziotti corrotti al soldo di un misterioso boss (che verrà rivelato proprio alla fine del primo volume).

Quanto costruito in maniera certosina nei primi due archi narrativi trova compimento nel terzo arco narrativo, Implacabile, che apre Catwoman di Ed Brubaker Volume 2 - La Lunga Discesa. Selina si scontra con il boss citato poco sopra che non esita a giocare sporco e a mettere a repentaglio la vita di amici e alleati per togliere di mezzo Catwoman. A farne le spese è la "spalla" di Selina, la ritrovata Holly Robinson (introdotta sempre in Batman Anno Uno) che sarà poi protagonista dell'arco narrativo che chiude il volume, Corsa Sfrenata. Un arco narrativo on the road caratterizzato da una serie di divertenti team-up fra Catwoman e numerosi altri eroi e villain fra cui spiccano quelli con Wildcat e Captain Cold.

Cesellando comprimari e antagonisti con perizia, Brubaker fa emergere due personaggi in particolare che fungono anche da sponda per interessanti digressioni. Il primo è Slam Bradley. Il personaggio, che ricordiamolo esordì su Detective Comics 1 addirittura prima di Batman, si evolve da semplice comprimario addirittura a interesse amoroso per Selina. Il canovaccio di partenza è quello classico del detective privato e della femme fatale, tuttavia Brubaker gioca con lo stereotipo del genere per approfondire la psicologia e le motivazioni di Selina/Catwoman che diventa di fatto una campionessa degli ultimi ponendosi anche domande su sé stessa, sulla sua dipendenza dal furto e sulla sua vita sentimentale.

La seconda è la già citata Holly Robinson. Reintrodotta subito nel primo arco narrativo, Holly è la spalla perfetta, diventando occhi e orecchie di Catwoman nell'East End, ma anche in qualche modo coscienza di Selina. Sarà vittima suo malgrado della guerra a tutto campo proprio contro la Felina Fatale risultando, grazie ad una sotto trama a lei completamente dedicata, anche perfetto viatico per affrontare tematiche come l'elaborazione del trauma, il superamento di una dipendenza e la sessualità.

Graficamente sexy

Non c'è miglior aggettivo per descrivere graficamente la Catwoman di Ed Brubaker se non come sexy. Anche qui a fare da battistrada è Darwyn Cooke con il suo stile spigoloso e "sporco" che rilegge in chiave moderna e più gritty la lezione di Chester Gould e Alex Toth virando poi verso territori decisamente più influenzati da Dick Sprang quando a lui si aggiunge Mike Allred, qui meno funambolico e più votato al dinamismo. È tuttavia a partire dal terzo arco narrativo, il già citato Implacabile, che la serie trova graficamente un proprio equilibrio con l'esplosione di Cameron Stewart che addolcisce le linee spezzate e veloci dei suoi colleghi in una sintesi che, pur mantenendo inalterate le atmosfere, aggiunge profondità in termini di espressività e maggiore spaziosità alle tavole.

Si possono rintracciare alcuni elementi per una analisi dell'evoluzione grafica della serie. Il primo è sicuramente rappresentato dalla linea: spezzata e abbozzata inizialmente tende a diventare curva e continua. Non si tratta di dettaglio da poco: la serie infatti rifugge per quanto possibile un approccio realistico al disegno cercando invece quella sintesi tipica del disegno della Silver Age. Il secondo elemento da prendere in considerazione è l'uso dei neri che applica una tensione contraria a quanto appena detto. In questo senso, i neri sono pieni e materici per un approccio volutamente chiaroscurale prima e poi vagamente pop dopo.

Ultimo elemento grafico su cui è interessante soffermarsi è la costruzione della tavola. Lo storytelling è inizialmente serrato con una ripartizione che rimaneggia e piega lo schema a nove riquadri. Questa scelta permette di rispondere dapprima all'impianto hard boiled del graphic novel d'apertura (con una spiccata orizzontalità di una narrazione quasi a strisce) e poi di assecondare quello crime della serie vera e propria senza però mai perdere di vista la componente action del racconto. Come detto poco sopra è Cameron Stewart a rivedere l'impostazione della tavola optando per layout con riquadri più ampi e una maggiore apertura verso soluzioni verticali; l'impianto a nove riquadri rimane comunque rintracciabile ed è a tutti gli effetti la vera peculiarità grafica della serie soprattutto se rapportata ad un momento storico in cui prendeva sempre più piede il così detto stile wide screen.

Il ritorno dell'eroina e la conclusione della gestione Brubaker

Con i 12 episodi contenuti in Catwoman di Ed Brubaker Volume 3 - Sotto Pressione, l'autore si congeda dalla Felina Fatale. La prima parte del volume è un lungo arco narrativo che inizia a tirare le fila di quanto narrato nei precedenti due volumi, l'ascesa di Selina a protettrice dell'East End di Gotham City, partendo però dal vuoto di potere lasciato dalla caduta di Maschera Nera e dal successivo viaggio compiuto proprio da Selina e dalla sua "spalla" Holly. Il canovaccio è quindi quello del ritorno dell'eroina che si rifà in parte all'Odissea omerica: Catwoman ritorna nell'East Side divenuto terreno di conquista per la Mafia che non si esita a scatenarle contro uno spietato sicario, Philo Zeiss. Se Maschera Nera aveva testato lo spirito e la mente di Catwoman, Zeiss ne testa la tempra portando al limite le sue capacità fisiche. Si tratta dell'ultimo tassello affinché il personaggi si affranchi definitivamente dall'ombra di Batman. In questo senso il lavoro di Ed Brubaker è fondamentale perché riplasma il personaggio per una nuova generazione di autori e lettori. Non è un caso che tutto i lavori successivi su Catwoman tengano direttamente (la più recente run sul personaggio di Ram V) o indirittamente (Paul Dini e il suo lavoro su Detective Comics prima e su Gotham City Sirens poi) proprio dell'improta data da Brubaker al personaggio.

La seconda parte del volume è molto interessante. Da un lato la serie viene organicamente inserita nel crossover fra testate batmniane Giochi di Guerra, e non poteva essere altrimenti vista la centralità di Maschera Nera, ma a Catwoman viene anche lasciato il compito di fungere da valvola di sfogo per uno dei punti focali del racconto ovvero la rivelazione del ruolo di Spoiler al suo interno in un interessante parellismo non solo fra le figure femminili all'interno della narrazione batmaniana stessa ma anche fra il Cavaliere Oscuro e la Felina Fatale. Dall'altro Ed Brubaker si congeda dalla serie ripescando un indizio riguardante Holly Robinson, seminato quasi distrattamente ma a tutti gli effetti organico al racconto stesso, che fornisce un spunto narrativo interessantissimo e che infatti verrà sfruttato a piene mani dai suoi successori. Da sottolineare la bonta della scelta: nel fumetto seriale è tanto importante innovare, e in taluni distruggere per ricostruire, ma è altrettanto importante lasciare "fondamenta" solide affinché il lavoro e la lettura proseguano organicamente. 

Da segnalare che in questo terzo volume c'è un netto cambio di paradigma dal punto di vista grafico. Allo stile espressionista di Cameron Stewart infatti si sostituiscono le matite taglienti e realistiche del veterano Paul Gulacy che si sposano perfettamente con l'urgenza della lunga trama finale imbastita da Brubaker. Meno sexy e più letale, la Catwoman di Gulacy è un fascio di nervi vibrante cesellato dal una line art tanto precisa quanto sottile in cui giocano un ruolo fondamentale i neri (le chine sono di Jimmy Palmiotti) che concorrono ora a creare giochi chiaroscurali importanti ora a scavare espressioni tese e realistiche. Anche la costruzione della tavola e la ripartizione degli spazi si fanno più tradizionali con il dinamismo delle sequenze d'azione che viene affidato ad un esperto uso dei cambi di inquadrature. Quello di Gulacy è uno stile personale e ben riconoscibile che potrebbe però non incontrare il favore di tutti i lettori a causa delle tendenza a marcare certi tratti fisici e somatici (i grandi occhi, i colli molto lunghi, gli zigomi pronunciati). Si tratta di una peculiarità che, fra i disegnatori realistici contemporanei, è caduta in disuso.

Catwoman di Ed Brubaker: i volumi

I volumi della Catwoman di Ed Brubaker proposti Panini DC Italia sono cartonati soft touch dalla foliazione generosa, si tratta infatti di volumi da oltre 300 pagine. La lettura è scorrevole e i volumi maneggevoli anche grazie ad una solida rilegatura, un'ottima rifilatura delle pagine e una eccellente qualità di stampa.

Tutti e tre i volumi presentano una breve introduzione della editor italiana, da segnalare la presenza di un indice con tutti gli episodi contenuti e relativi crediti degli albi originali. Dal punto di vista degli extra il primo e il terzo volume non presentano extra di sorta, mentre il secondo presenta una galleria di illustrazioni pin-up e alcune schede personaggio utilissime per rintracciarne il background e i collegamenti interpersonali. Dal punto di vista della cura editoriale da segnalare solo qualche piccolo passaggio meno brillante dei primi due volumi (come un "giocare a palla" più colloquiale dell'originale "ballin'/play ball" che in slang indica solitamente il giocare a pallacanestro) mentre la rifilatura delle pagine nel terzo volume non è ottimale costringe spesso ad uno sforzo per leggere qualche balloon a fil di pagina.