Dampyr: intervista a Giorgio Giusfredi

In attesa di vederlo in azione nel primo film del nuovo universo cinematograifco Bonelli, conosciamo Dampyr attraverso le parole di Giorgio Giusfredi

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a cura di Manuel Enrico

Il nuovo anno rappresenta una data importante per uno dei fumetti più amati di casa Bonelli, Dampyr. Non solo al cacciatore di vampiri è affidato il difficile compito di portare i personaggi della casa editrice milanese nel mondo del cinema, ma ricorrono anche i vent’anni dell’uscita in edicola del primo numero delle avventure di Harlan Draka.

Un traguardo simile è l’occasione ideale per conoscere meglio questo personaggio, e non poteva esserci migliore interlocutore di Giorgio Giusfredi, una delle colonne di Dampyr. Giorgio ci ha accolti nel suo ufficio in Bonelli, una stanza che condivide con il curatore e co-creatore di Dampyr, Mauro Boselli, nome storico della redazione di via Buonarroti.

Giorgio Giusfredi, colonna di Dampyr, ci guida alla scoperta del mondo di Harlan Draka

Dietro una scrivania appesantita da tavole, sceneggiature e appunti, Giusfredi si occupa di aiutare Boselli nella cura editoriale di Dampyr. Quando ci accoglie, sta terminando una telefonata con uno dei disegnatori, a cui con garbo segnala piccole correzioni da apportate alle proprie tavole. È uno dei suoi compiti come aiuto a Boselli, un incarico che in occasione del ventennale viene giustamente riconosciuto.

A gennaio, in occasione dei vent’anni di Dampyr, risulto come curatore al fianco di Mauro. Pensa che mi ricordo che comprai il primo Dampyr proprio perché ero un lettore di Boselli e Colombo, adoravo le loro storie su Tex, Zagor e Mister No.

Nella voce di Giorgio traspare un amore sincero non solo per il suo lavoro, ma soprattutto per Dampyr. Prima di addentrarci nei segreti di Dampyr, Giorgio ci racconta come quella che era una sua passione è divenuta alla fine il suo lavoro.

Io in prima battuta sono un grandissimo appassionato di Tex, Zagor e Dampyr, li conosco benissimo, ricordo le storie a memoria, ed è il motivo per cui lavoro oggi in Bonelli. Tutto è cominciato perché all’inizio, nel 2006, presentai un soggetto lunghissimo e onestamente bruttino, scritto a penna, e Moreno Burattini mi rispose dopo qualche mese, in cui con la sua solita gentilezza mi spiegava dove migliorarmi. Tenendo presente questi consigli, mi accordai con Moreno per presentare degli spunti brevi di Zagor, e gli piacquero tutti. Non ero però ancora capace a sceneggiare, quindi Moreno mi consigliò di scegliere uno dei soggetti e lavorare su quello, che una volta completato sarebbe stato affidato a uno sceneggiatore. Io scelsi una storia in cui c’erano dei personaggi di Boselli e Moreno mi disse di parlare direttamente con Mauro, che mi disse di sceneggiarlo. Io non ero pronto e ne nacque una situazione di indecisione che venne risolta da Colombo, che si offrì di insegnarmi a sceneggiare. Pian piano, una pagina alla settimana la sceneggiatura prese forma. Nel frattempo, Boselli non era intenzionato a seguire Zagor e mi chiese se mi piacesse anche Dampyr. Immagina la mia sorpresa, quando scoprii si potevano presentare storie per Dampyr! Gli portai due soggetti e a lui piacquero.

Riuscire a riscuotere subito l’approvazione di un occhio attento ed esigente come quello di Boselli non è cosa da poco. La marcia in più di Giorgio è stata la sua passione per Dampyr e la sua profonda conoscenza della storia del personaggio, che gli consente di trovare spunti interessanti da sviluppare per ampliare la continuity narrativa di Dampyr

Onestamente, per me immaginare avventure di Dampyr è naturale. Se leggi bene il fumetto, puoi trovare centinaia di idee, li trovi nei dialoghi, in cui si fa cenno ad incontri precedenti mai raccontati, ad esempio. Quando presentati i due soggetti a Mauro, iniziai a lavorare su quelli, anche se scelsi un primo soggetto che divenne in realtà la mia seconda storia. Anche perché era una storia davvero complicata, con la giovinezza di Harlan in Inghilterra. Dopo due anni che ci lavoravamo sopra, Mauro mi disse di cambiare e lavorare sull’altro soggetto, preparando una ventina di pagine per la settimana seguente. Tieni presente che all’epoca io venivo in redazione una volta alla settimana, dalla Toscana. Quando la settimana dopo arrivo da Mauro, lui sbotta dicendo che non ne poteva più di vedermi tutte le settimane, che era ora di finirla, e mi porta da Davide Bonelli e da Mauro Marcheselli, perché voleva fossero loro a dirmelo. Io me l’ero un po’immaginato che fosse uno scherzo, ma quando arriviamo nell’ufficio di Davide scopro che volevano assumermi! Avrei dovuto affiancare Mauro per dagli una mano. Allora iniziai a venire due giorni la settimana, poi quattro ed infine tutta la settimana.

Da quel soggetto bruttino sono passati ormai quattordici anni e Giorgio è divenuto un elemento importante del successo di Dampyr. Il cacciatore di vampiri, come detto, sta raggiungendo i vent’anni di presenza in edicola, un traguardo non indifferente. Ma come è nata l’avventura di Dampyr?

Beh, io sono un elemento importante in redazione, forse…o forse trascurabile anche in redazione. Di sicuro il merito del successo del personaggio va a Mauro e Maurizio che l’hanno creato in quella maniera fantastica e potente e al sublime staff di disegnatori. Io ricordo la genesi di Dampyr dalla fine, cioè dall’uscita in edicola. Avevo sedici anni da pochi giorni e sapevo che Mauro Boselli e Maurizio Colombo avevano creato una nuova serie: Dampyr. Io conoscevo i due autori dalle loro fantastiche storie su Zagor, Tex e Mister NO e quindi aspettavo Dampyr con trepidante attesa. I primi due numeri, quelli da cui è tratto il film, sono una delle storie più belle che abbia mai letto. A posteriori, lavorando con Mauro e Maurizio, ho scoperto molti retroscena sul concepimento dell’ammazzavampiri bonelliano. Chi ha comprato il libro edito da Sergio Bonelli Editore contenente “Il figlio del diavolo” e “La stirpe della notte”, stampati in un cartonato in grande formato che rende il giusto merito allo straordinario lavoro grafico di Majo, il disegnatore di quei primi due albi, avrà già letto e visto alcune scene tagliate poi reinserite nella versione deluxe, come la prima pagina “director’s cut” che non apriva la storia con il classico vignettone, ma con un prologo di teste impalate che scrutano l’orizzonte (non che il seguito dell’avventura risulti meno drammatico, anzi…).

L’incredibile di quel personaggio, cosa che raramente si vede, raccontava la storia recente. Era ed è, che è inserito nella realtà del contesto socio storico culturale. Tutt’oggi è difficile trovare racconti che parlano, per esempio, della guerra fratricida nei Balcani. Orrore fantastico e orrore reale! Dampyr prende spunto sia da guerre storiche che da miti e folklore per intessere storie di paura. Il genius loci è personaggio quanto il trio d’eroi Harlan, Tesla e Kurjak. Fu probabilmente questa sferzante novità a far decidere a Sergio Bonelli di dedicare una serie a quella che doveva essere solo una miniserie destinata a estinguersi dopo qualche numero pubblicato nel contenitore “Zona X”. Ricevuto l’incarico dall’Editore, Mauro e Maurizio arricchirono il mosaico tirando fuori dal cassetto un’altra loro idea, una serie che parlava di angeli e demoni e la fusero con vampiri, tradizioni popolari, drammi storici, antichi castelli, nebbia mitteleuropea, piombo rovente e sangue a fiumi. Così nacque Dampyr!

Dampyr racconta le avventure di Harlan Draka, figlio mezzosangue di un’umana e di un potente arcivampiro, uno dei Maestri della Notte. Dietro questo personaggio, ci sono due nomi importanti della storia del fumetto italiano, Mauro Boselli e Maurizio Colombo. Come ci ha raccontato Giusfredi, questi due autori hanno approcciato la creazione di Dampyr in modo diverso

Parti dal presupposto che a Boselli piacciono gli eroi tutto d’un pezzo. A Maurizio Colombo sono più congeniali, invece, i personaggi ai margini della società. All’inizio della saga Dampyr è un uomo che la vita lo ha messo all’angolo da subito, ma pur essendo un imbroglioncello non tollera ingiustizie e brutalità e si schiera sempre dalla parte del più debole per difenderlo. Anche le storie dove lui è ragazzo, mostrano questa sua caratteristica. Sicuramente è più disilluso. Eppure, quando prende atto dei suoi poteri, non li vive come uno strumento di forza, ma sente subito una responsabilità. Considera che crescendo gli hanno sempre fatto pesare di non essere una persona normale. Lui non conosce le sue origini…

Al fianco di Harlan, sono presenti due figure che diventano la sua famiglia, Kurjak e Tesla.

Contrariamente a Harlan, Kurjak è eroico da subito. Dampyr inizialmente è un cialtrone, che sfruttava le credenze degli ingenui per qualche soldo. Kurjak invece sin dall’inizio è eroico, se vede un comportamento sbagliato interviene, non esita nemmeno a punire i soldati che combattono con lui. Kurjak è un ingegnere a cui hanno ucciso la famiglia, ha un carattere più pratico e fortemente votato a ciò che è giusto. Tesla è l’altra entità di questo terzetto. Una donna tradita, che credeva in ideali che scopre poi esser una menzogna, che è stata costretta ad esser cattiva finché non viene liberata dal giogo vampirico imposto su di lei dal Maestro Gorka. Ma anche Tesla ha un animo nobile e persino materno.

Dal primo numero sino alla nuova dimensione cinematografica, Dampyr si è contraddistinto per creare una sinergia tra reale e sovrannaturale, creando un universo narrativo codificato e ben delineato. Ottenere un risultato simile non è certo facile e probabilmente non tutti i lettori hanno gradito questa impostazione

Ti posso dire che sicuramente quello che alcuni dall’esterno vedono come una debolezza della serie: la complessità delle storie e la enorme ricchezza dei personaggi e dei luoghi dell’universo narrato. Per i lettori di Dampyr come per me, invece, è la forza del personaggio. Quando si realizza una storia di Dampyr si deve stare attenti a due verità, la verità che viviamo e quella dampyriana. Esempio: nella guerra nei Balcani ci sono i vampiri, che bruciano al sole e nessuno sa della loro esistenza. La guerra c’è stata davvero e nessuno può confermare la presenza o meno di vampiri, se non si sono mai rivelati. Mai in Dampyr i vampiri si rivelano. Questo ci permette di non modificare mai eventi storici, ma semmai di “giustificarli” in maniera sovrannaturale, di svelarli o di guardarli con un altro occhio inserendo con la fantasia personaggi inventati che muovono pedine nell’ombra.

Gestire per tanti anni un personaggio, mostrarne l’evoluzione richiede di avere soprattutto a cuore l’identità e lo spirito autentico del protagonista. Giorgio tiene a precisare come il personaggio sia centrale nel racconto, una convinzione che ha sempre tenuto cara nel raccontare Dampyr

Ci deve esser poco spazio per i sentimentalismi, al centro di tutto deve esserci sempre l’avventura. Lo sviluppo dei personaggi deve esser calibrato, razionale, evitando la retorica. La regola della narrativa è fare intrattenimento. Se tu conosci bene la natura dei personaggi e la rispetti, realizzi storie in cui traspare questa la tua conoscenza e la tua coscienza, senza tradire lo spirito del personaggio. Decidere di portare la storia su sentimentalismi e retoriche lontane dalla natura del personaggio è una forzatura da evitare assolutamente. Bisogna esser il più diretti possibile. Non bisogna, come autori successivi alla creazione di un personaggio, sviluppare il personaggio, ma mostrare di conoscerlo facendolo agire in modo corretto. I lettori potranno vedere uno sviluppo del protagonista, ma in realtà è semplicemente il personaggio che si comporta secondo la sua natura. L’autore non dovrebbe quasi esser presente, ma è inevitabile che da scrittore a scrittore ci siano delle differenze, nel ritmo della storia o nei dialoghi. In ogni caso al centro deve esserci sempre il personaggio.

E dalla carta si passa alla sala cinematografica, per una nuova avventura non solo per Dampyr ma tutta la Bonelli. Sapendo come spesso il passaggio dai fumetti al mondo del cinema ha creato una certa diffidenza nei lettori più intransigenti, viene da chiedersi come vivranno questo rinnovato interesse per il personaggio i fan della prima ora

In questo momento in cui c’è un nuovo interesse portato dalla produzione cinematografica sul personaggi, vedo dei “dampyriani di ferro” dire ai curiosi che si vogliono avvicinare alla lettura del personaggio che non possono farlo, quasi come dei gelosi custodi del culto, perché dovrebbero leggere tutto dall’inizio, se vogliono capire. Non credo affatto questo. Credo che le storie di Dampyr si possano comunque leggere anche slegate dalla complessa (ma non complicata) continuity. E, se pensassi il contrario, avrei molta sfiducia nei lettori in generale. Per rispondere banalmente: il personaggio va avanti finché vende e se ci fosse una ricetta per vendere la useremmo subito!

https://youtu.be/grhI_Ldbuoc

Inutile negarlo, le aspettative dei lettori di Dampyr e dei lettori Bonelli in generale sono alte per il film di Dampyr. L’entrata di una realtà storica come la Bonelli nel mondo del cinema è un evento importante, che investe la trasposizione cinematografica di Dampyr di un ruolo non da poco. Chissà con che spirito hanno vissuto questa sfida in redazione

Sicuramente ci aspettiamo che sia un bel film. È il primo film prodotto dalla Bonelli, quindi ci sono grandi aspettative. Sono stato a Bucarest per la fine delle riprese ed ho avuto modo di conoscere gli attori, ho visto le location ed è stato incredibile. Certo, realizzare un film non è come realizzare un fumetto! In un fumetto, quando metti d’accordo sceneggiatore, disegnatore ed editor sei a posto, per un film ci sono molte altre figure. Però ho visto delle cose incredibili e ho avuto modo di conversare con Stuart Martin, l’interprete di Kurjak. Ti svelo un segreto: prima di fare il provino, Martin si era fatto tradurre i primi numeri di Dampyr per studiarli. Come regalo, io gli ho portato il mio Dampyr, e lui si è scusato perché non avevo letto nessuna mia storia (uscite dopo il 200!). Martin ha subito letto il mio albo, mi chiedeva la traduzione, era interessato ai dialoghi di Kurjak. Per darti un’idea della sua gentilezza, pensa che ha utilizzato i bossoli sparati dal Kalashnikov di Kurjak durante le riprese per realizzare dei portachiavi, per tutta la troupe! Si è messo lì con un trapanino, e ha realizzato un bellissimo ricordo per tutti. E inevitabilmente è diventato l’idolo della crew, alla fine erano tutti in estasi.

Per un appassionato di Dampyr come Giorgio, vedere prendere vita su schermo uno dei suoi idoli deve esser stato un bello spettacolo

Da fan, posso dirti che il film mi ha dato grandi emozioni. Quando hanno mostrato a tutta la troupe alcune scene, ero presente ed ero probabilmente la persona che da più tempo segue Dampyr in sala. Ho visto cose che mi hanno riportato a galla sensazioni vissute vent’anni fa, all’uscita della prima storia. Alcune situazioni sono prese fedelmente dalla trama dei primi due numeri, che sono la base del film. Non dimentichiamoci che parliamo di un fumetto in cui ci sono vampiri, guerra e mille altre cose.

Pensa che il film Dampyr ha una particolarità: è il primo film che tratta la guerra dei Balcani. Incredibile, ma è una situazione spinosa e recente che non è ancora stata affrontata. In Dampyr possiamo farlo perché i cattivi sono dei vampiri, quindi non puntiamo il dito contro qualcuno. Anzi, Dampyr ha sempre detto che la guerra è scoppiata per motivi che non conosciamo. Lo stesso Kurjak non è mai schierato con una fazione, ma dice che erano tutti amici sino a quando non iniziarono a cascare le bombe, e improvvisamente si inizio a combattere!

La chiacchierata con Giorgio Giusfredi ci ha aiutato a comprendere meglio il mondo di Dampyr. L’uscita del primo film ispirato ad un fumetto Bonelli è uno degli eventi più attesi del 2020, e dopo questa presentazione del protagonista, Dampyr, la curiosità è ancora più forte. Il consiglio, ovviamente, è di arrivare preparati all’esordio cinematografico di Harlan Draka, un ottimo motivo per recuperare la lettura dei fumetti di Dampyr.

Se non avete paura dei vampiri e volete entrare nel mondo di Dampyr, il consiglio è di recuperare il bel volume da collezione Il figlio del diavolo