Dragonero - Il Ribelle 28: Il passato di Alben, i segreti del luresindo

Dragonero: Il Ribelle 28 - Il Passato di Alben svela i segreti del vecchio luresindo raccontandone le origini.

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a cura di Manuel Enrico

Dovevamo aspettarcelo quando abbiamo visto tornare in scena Old Ork Gmor in Raccontato alla notte, considerato che ogni volta che il venerabile orco è come se gli autori di Dragonero volessero avvisare il lettore che grandi stravolgimenti stanno arrivando. Una sensazione che in questi giorni viene ribadita da Il passato di Alben, primo capitolo di una storia doppia in cui finalmente viene gettata luce su uno dei misteri più protetti della saga, almeno sinora: i trascorsi dell’anziano Luresindo.

Prima di addentrarsi nella lettura di questo albo, tuttavia, è interessante notare come sui social Luca Enoch si sia concesso una piccola anticipazione ai lettori. Il 2022 sarà l’anno dello scontro finale tra Ian e Leario, una resa dei conti a lungo attesa e minuziosamente costruita dagli autori, che dopo avere sconvolto l’Erondar con la Saga della Regine Nere si apprestano ora a rivoluzionare nuovamente l’assetto narrativo e sociale della serie. Enoch ha mostrato un percorso ideale di questo nuovo assestamento, rappresentato da simboli che identificano i passai salienti di questa marcia verso l’inevitabile.

Dragonero - Il Ribelle 28: i segreti del vecchio luresindo

Sembra quindi corretto che ad aprire questo percorso sia proprio Alben. Sin dalla prima avventura di Ian, che potete rileggere nel volume Dragonero – Le Origini, il passato del luresindo ha giocato un ruolo centrale nello sviluppo degli eventi. Eppure, mentre con l’evolversi della saga di Dragonero abbiamo avuto modo di scorgere importanti frammenti del passato dei personaggi, per Alben siamo stati sempre portarti a fidarci delle sue parole, accettandone i misteri convinti che la sua conoscenza superiore degli eventi fosse una sufficiente garanzia. A ben vedere, Alben non è diverso da Ausofer, figura pianificatrice per eccellenza, ma contrariamente al fu Cancelliere, il luresindo è riuscito ad ammantare di un riserbo ancora più marcato i propri piani. Soprattutto durante Dragonero – Il Ribelle, con una serie di iniziative (come la futura generazione di luresindi) che solo ora vengono palesate ai suoi amici. Una scelta che giustamente lascia emergere sospetto e amarezza da parte Ian e compagni, ma che nuovamente si rivela funzionale all’evolversi della storia.

Aggirando gli spoiler, ci si può limitare a svelare che sarà una storia doppia giocata tra presente e passato, in cui alcune delle perplessità su alcune azioni di Alben troveranno finalmente una spiegazione. Il passato di Alben, come gran parte degli ultimi albi di Dragonero – Il ribelle, ha una doppia valenza all’interno della continuity della serie: consolida dettagli lasciati apparentemente sospesi dagli autori e apre a quello che sarà il futuro di Dragonero. Giusto un mese fa ci si chiedeva quale possa essere la ratio che spinge Enoch e Vietti a portare proprio ora, in prossimità della fine della Ribellione, lo sguardo dei lettori su particolare situazioni, come mai adesso si scelga di scrutare nel passato di alcuni eroi.

La sensazione è che il tanto atteso confronto finale tra Ribellione e Impero non sia una questione puramente politica o bellica, ma sarà una chiusura definitiva, l’ultimo tassello di quell’immane cataclisma che è stata la Saga delle Regine Nere. Il passaggio a una diversa coscienza sociale, le ferite inferte da questi due anni di guerra fratricida e le continue pressione cui sono stati sottoposti i personaggi non possono venire sanata con un ritorno allo status quo ante, ma saranno inevitabilmente genesi di un nuovo Erondar. Una rinascita, se vogliamo, che non può estendersi a chi, volente o nolente, rappresenta un’ancora al passato, come Alben.

Il luresindo si trova quindi in una posizione estremamente difficile. Da sempre custode di una sorta di tradizione magica, contrapposta all’irruenza dei Tecnocrati, e di una tradizione millenaria, Alben con l’avvento della Ribellione sembra avere compreso come sia ora di abbandonare le vecchie consuetudini , come mostrato nel suo rapporto con Aura, e di avviare una nuova vita per il futuro Ordine dei Luresindi. Ancora una volta, Vietti ed Enoch hanno posto i loro personaggi di fronte a una pressione emotiva immane, portandoli a fare scelte che esulano dalla dimensione personale e si estende al futuro dell’interno continente. Le esigenze dei molti contano più di quelle dei pochi, direbbe un certo alieno, e sembra che in Dragonero questo mantra sia stata ampiamente recepito, considerato come Ian, Gmor e soci stiano affrontando questa scelta, costretti spesso a importanti rinunce personali per garantire un futuro al proprio mondo.

Il passato di Alben e il futuro dell'Erondar

Non è un caso, quindi, che Il passato di Alben mostri finalmente i trascorsi del luresindo, considerato che è nel nostro passato troviamo le radici del nostro presente e del nostro futuro. Alben in questo primo numero è stato magnificamente reso da Vietti, un uomo con un obiettivo che però ancora vuole concedersi un ultimo viaggio tra i ricordi, salutare quello che è stato il proprio mondo e consegnarlo a una nuova generazione. In alcuni momenti si ha la sensazione che il vecchio luresindo senta questo peso gravoso sulle spalle, un misto di situazioni irrisolte e di ansia per quello che sarà il domani. Un futuro che non è detto contempli la sua presenza.

Vietti riesci a trovare un felice ritmo narrativo che unisce azione e introspezione, basato su un attento controllo della narrazione frenetica di questa conclusione della Ribellione e il racconto emotivo di una delle figure più carismatiche della saga. Un confronto vissuto su due piani, la percezione del lettore, più informato dei personaggi e quindi capace di fare certi collegamenti per una visione quasi onniscente, e l’emotività degli altri personaggi, un dettaglio che non va sottovalutato. Come cambierà la personalità di Ian e compagni al termine di questo duo di albi? Come saranno influenzati dagli eventi dei prossimi mesi? Già in passato abbiamo apprezzato quanto la sinergia personaggio-ambientazione sia centrale in Dragonero, e quello che si profila all’orizzonte promette di esser un evento decisamente epocale per la saga.

Per Il Passato di Alben, ci si è affidati ai disegni di Fabio Babich e Fabrizio Galliccia. Il rodato espediente in seno a Dragonero – Il Ribelle di avvalersi di diverse mani per raccontare differenti piani temporali continua a mostrare la sua validità, soprattutto se supportato da artisti che padroneggiano a meraviglia il contesto narrativo. Babich e Galliccia sanno mantenere la propria identità artistica, ma al contempo creano una narrazione visiva coesa e appassionante, che non interrompe il flusso emotivo della storia, ma anzi la arricchisce. Dal familiare eremo del luresindo in rovina al ritratto dei suoi anni giovanili, i due autori non mancano di cogliere le giuste sfumature, lavorando sull’espressività dei protagonisti, essenziale in un numero come questo.

Così come è apprezzabile la scelta di una copertina semplice ma di forte impatto, che, affidata come sempre a Gianluca Pagliarani e Paolo Francescutto, coglie in pieno l’essenza della storia. Pagliarani trasmette con il suo tratto l’urgenza e la pericolosità del momento, mentre Francescutto crea effetti di autentica magia, lavorando al meglio sul contrasto cromatica e imprimendo all’elemento magico una vitalità inquietante e nervosa.

La conclusione de Il passato di Alben ci aspetta in edicola a marzo, con la promessa che i mesi a venire saranno una dura prova per l’emotività dei lettori.

Dall’ombra insorgiamo. Nel silenzio colpiamo.