Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri, recensione: una campagna che vuole includere tutti

Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri si discosta dal passato cinematografico del franchise offrendo una storia che ci mette cuore.

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a cura di Nicholas Massa

Inizialmente moltissime persone temevano che Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri sarebbe stato un film solamente per i fan, e fortunatamente così non è stato, dato che ci troviamo davanti a una pellicola che riesce a parlare sia a coloro che conoscono il gioco di ruolo che ai neofiti. I due registi John Francis Daley e Jonathan M. Goldstein hanno costruito una narrazione che, attingendo anche dai modelli classici del genere fantasy, risulta al tempo stesso inclusiva ed esclusiva.

Le infinite possibilità di una campagna di Dungeons and Dragons prendono vita e forma ne L’onore dei ladri, delineando un viaggio sia per gli appassionati attenti ai dettagli che per chi vuole lasciarsi trasportare in un mondo fantastico e vastissimo. Come per altri progetti che si muovono nella stessa scia, come The Legend of Vox Machina per esempio, non stiamo parlando di un film fantasy di maniera, ma di un vero e proprio viaggio che cerca di fondere insieme quello che i giocatori di D&D provano nelle loro campagne e il potenziale creativo e immaginario che un esperienza del genere può arrivare a lasciarti dentro.

Queste due dimensioni, quella della campagna con gli amici e quella del cinema fantasy, qui arrivano a una sorta di compromesso in cui il racconto si snoda attraverso due linguaggi, parlando contemporaneamente e per tutto il tempo due lingue che si rivolgono a due tipologie di spettatori differenti. Da ciò i tratti sia inclusivi che esclusivi del percorso che si ramifica lungo una strada tranquillamente percorribile da tutti, e piuttosto interessante anche in termini promozionali.

Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri: pronti una nuova campagna

La storia alla base di Dungeons and Dragons - L’onore dei ladri è abbastanza semplice e classica: un gruppo di ladri s’imbarca in un’impresa impossibile che costerà loro ogni cosa. Mentre alcuni di loro pagheranno con la legge le scelte precedenti, qualcun altro trarrà vantaggio dalla situazione innescando una nuova quest ancor più folle della precedente. La nuova impresa parte da Elgin (Chris Pine), una ex-spia con un passato tormentato che cerca in una “tavoletta” la risposta a tutti i suoi problemi, e un’arma con cui cancellare finalmente i fantasmi che si porta dentro. A lui si unisce Holga (Michelle Rodriguez) una fortissima e impetuosa barbara anche lei dal passato complicato, e Simon Aumar (Justice Smith) uno stregone con una discendenza importante e Doric (Sophia Lillis) una druida tiefling, le cui misteriose motivazioni personali, la portano ad accettare di seguirli nell’impresa. L'obiettivo del gruppo è quello di porre rimedio alle scelte del passato, cercando di migliorare il proprio mondo in vista del futuro.

Partendo da un incipit non troppo originale si originerà un percorso parecchio inaspettato in termini di dettagli specifici, introducendo agli spettatori un mondo estremamente familiare agli appassionati di D&D, e affascinante per tutti gli altri (ricordandovi che è stato anche ampliato con la pubblicazione di un fumetto prequel edito da Panini, Dungeons & Dragons: La Festa della Luna, che potete acquistare su Amazon, al cui centro trovate alcune avventure inedite dei protagonisti, e 2 romanzi prequel, Dungeons & Dragons: La Strada per Neverwinter di Jaleigh Johnson, in cui abbiamo le origini del rapporto fra alcuni personaggi con altre vicende, e Dungeons & Dragons: Doric la druida, di E.K. Jonhston, che approfondisce il personaggio nel titolo).

I tratti più divertenti delle varie situazioni proposte, ovviamente, vengono ulteriormente ampliati se si ha una minima esperienza col gioco di ruolo, risultando comunque godibilissime anche da chi non vi si è mai cimentato. Lo spirito da “campagna” resta una costante in ogni singola inquadratura, fondendosi con un racconto che sa come parlare al grande pubblico, cercando sia d’introdurre qualcosa d’inedito che di strizzare l’occhio a coloro che amano l’universo di D&D.

Lore o non lore?

È inutile negarlo, Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri  è ovviamente pieno zeppo di elementi facilmente riconoscibili da coloro che hanno fatto una o più campagne nel celebre gioco. Partendo anche solamente dalla caratterizzazione dei protagonisti si riconoscono tantissimi tratti tipici delle loro classi di appartenenza, anche se levigati a dovere dalla sceneggiatura e dall’interpretazione degli attori. È un male questa cosa? Assolutamente no, anche perché la resa sul grande schermo funziona più che bene, e riesce a parlare anche a tutti i neofiti del gioco. Ogni personaggio si rifà alla propria classe, ricordandoci continuamente un dettaglio fondamentale dall’inizio alla fine della pellicola: sono i giocatori (in questo caso gli sceneggiatori) a fare la differenza in un mondo che segue sempre e comunque delle regole universalmente riconosciute.

Partendo da un presupposto del genere, Dungeons & Dragons: L'onore dei ladri delinea una narrazione che prende le caratteristiche di un mondo specifico e la reinterpreta secondo un gusto tutto personale che diventa ben presto umorismo leggero e imprevedibile, proprio come succede in una reale campagna con i propri amici in D&D. Al tempo stesso, però, cerca in tutti i modi di semplificare il tessuto culturale proposto, innescando gli eventi all’interno di una lore che a volte si mostra più aperta e volte più chiusa. Questo consente a tutti quanti di comprendere quello che avviene su schermo, anche se moltissime spiegazioni vengono precluse ai non-giocatori. Molto probabilmente in fase di scrittura si è scelto di prediligere un linguaggio, anche narrativo, prettamente connesso con le immagini, e meno con “spiegoni” di circostanza.

Così ci si ritrova invischiati in una storia che letteralmente lancia addosso allo spettatore un sacco di trovate divertentissime e imprevedibili, e al tempo stesso non troppo approfondite, ma comunque facilmente comprensibili nel corso degli eventi. Molto altro, purtroppo, viene dato per scontato, alienando chi non è avvezzo né alle terminologie tipiche di D&D né alle sue regole, mentre altre altre vengono facilitate affinché possano impattare positivamente su tutti quanti.

La più grande pecca della pellicola è proprio quella di non approfondire molte delle cose che compaiono a schermo, proponendo un mondo fatto di nomi (di luoghi, animali, magie, personaggi e tanto altro) estremamente familiari per gli appassionati ma semplicemente laterali per chi non è un esperto. Anche se la lore di D&D non è troppo invasiva nella trama, comunque è preponderante nel delineare il contesto che circonda il gruppo di protagonisti. Una scelta del genere può sia escludere, almeno inizialmente, che suscitare un certo tipo d’interesse per il gioco e tutto ciò che lo circonda, anche se la reazione iniziale a certi dettagli sarà sempre parziale rispetto a quella dei giocatori abituali, purtroppo.

Raccontare mettendoci il cuore

Dal punto di vista formale Dungeons & Dragons: L'onore dei ladri è un film che dimostra di tenerci tantissimo a quello che sta raccontando. Tutto l’amore nei confronti del materiale proposto è palese e tangibile dall'inizio alla fine, in una storia non troppo originale nel suo insieme, in termini più macro, ma comunque interessante quando si guarda alla specifica caratterizzazione di alcuni dettagli del tutto inaspettati.

Partendo da una “campagna” dalle tinte piuttosto classiche, Jonathan Goldstein, John Francis DaleyMichael Gilio, gli sceneggiatori, delineano un viaggio che alterna momenti singolari, a un mondo che aspetta solamente di essere esplorato e che, alla fine dei conti, lascia tantissime cose a metà, si spera volutamente. In tutto questo subentra il tocco dei registi John Francis Daley e Jonathan M. Goldstein e il modo in cui hanno deciso di raccontare gli eventi proposti, optando per una regia estremamente dinamica nel suo insieme e pronta a lanciarsi dietro alle follie che gli stessi protagonisti vivono. Non è possibile promuovere a pieni voti la CGI che, in alcuni momenti, vacilla influendo sull’atmosfera generale e generando un distacco stilistico piuttosto palese da tutto il resto.

A conti fatti Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri è un’avventura che ci tiene a quello che racconta, e questo è uno dei suoi tratti più importanti e interessanti nella marea di cose che propone. La trama, pur con qualche indecisione, è piacevole sia per gli esperti del gioco che per tutti gli altri, evidenziando un cuore che batte sia in termini di scrittura, che di cura generale (pur con le sue pecche). A incorniciare l’impegno narrativo troviamo anche una colonna sonora (composta da Lorne Balfe) che fa leva sugli elementi fantasy del racconto, offrendo una serie di accompagnamenti musicali che sanno come trasportare lontano.