Haxa 3, la conclusione della saga di Nicolò Pellizzon

Dopo tre intensi volumi (anche se inizialmente avrebbero dovuto essere quattro), si conclude Haxa, la saga creata da Nicolò Pellizzon per Bao Publishing.

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a cura di Lorenzo Ferrero

Dopo tre intensi volumi (anche se inizialmente avrebbero dovuto essere quattro), si conclude Haxa, la saga creata da Nicolò Pellizzon per Bao Publishing, nella quale la magia ha un ruolo fondamentale, in un universo originale e con una sua mitologia. Ovviamente, vi preannunciamo che, essendo questa la recensione dell'ultimo volume della saga, saranno presenti spoiler sull'intera trama dell'opera.

Il punto di partenza

La storia si svolge in un lontano futuro, nel quale, dopo la caduta della torre di Al-Hillah (situata in Iraq), si scopre l'esistenza della magia e è presente una piccola percentuale della popolazione mondiale che è in grado di utilizzarla. Questa, chiamata Haxa, scorre attraverso la materia e può essere di due tipi: una puramente elementale, detta Ars Alchemica, che permette di manipolare gli elementi; una, invece, che dà la possibilità di evocare esseri provenienti da un altro tempo e spazio, chiamata Ars Goetia.

In un futuro distopico, nel quale l'equilibrio tra i vari stati è già pericolosamente in bilico, la vita delle persone è sconvolta anche dalla gestione che hanno le due correnti di pensiero della magia stessa, con alcuni dedicati alla criminalità e con altri dediti alla repressione di un "utilizzo improprio" dell'Haxa stesso.

Facciamo quindi la conoscenza di Sophia, una giovane studentessa con poteri magici che decide di darsi alla macchia per evitare di essere rinchiusa in una sorta di "scuola di rieducazione" per coloro che sono portatori di magia. Durante la sua fuga, deciderà di unirsi ad una gang di maghe di strada (chiamate "Gyangu", termine derivante dal giapponese che significa, appunto, "gang") e fa la conoscenza di Aiko e Claire, che si riveleranno fondamentali per la sua sopravvivenza e per affinare la sua abilità con l'Haxa: da loro, infatti, apprenderà che i due tipi di magia sono strettamente collegati e che la natura dell'Haxa in sè è molto più vasta di quanto la gente comune creda.

La "resa dei conti"

Alla fine del secondo volume di Haxa, abbiamo lasciato le nostre protagoniste orfane della loro "Nechan" Aiko (storpiatura derivante dal giapponese "Neechan", utilizzato per indicare una sorella maggiore), uccisa dal perfido Mark, oramai affiliatosi definitivamente con l'Hexacustodit (coloro che si definiscono custodi dell'equilibrio dimensionale) e in combutta con il Metatron, un'entità umanoide ambigua che vuole impedire il diffondersi del potere magico.

In una situazione, quindi, di assoluto svantaggio, notiamo come, almeno inizialmente, le protagoniste abbiano preso strade diverse: Sophia è in cerca di sua madre in compagnia della sua nuova creatura Suwi; Claire e Tsisia, invece, sono impegnate a seguire una riunione del Consorzio, l'associazione contenente tutte le scuole che praticano l'Ars Goetia, convinte che ci sia una talpa che rivela al nemico le loro mosse.

Non vogliamo rivelarvi troppo del volume, ma la storia narrata, arriva perfettamente a chiudere il cerchio della storia di Sophia e compagne, con una resa dei conti finale che risolve gran parte dei quesiti che erano rimasti aperti nel corso dell'intera opera. Nonostante ciò, tuttavia, il finale rimane pressoché aperto, il che lascia sicuramente spazio all'immaginazione del lettore su cosa succederà sia nell'immediato, che nel lontano futuro delle protagoniste, dando comunque un "happy ending" più che soddisfacente e chiudendo definitivamente le faccende in sospeso, specialmente per quanto riguarda il personaggio di Sophia.

Perfetta evoluzione di stile

Se si paragona questo terzo volume con i primi due, si ha una chiara evidenza di come lo stile di Pellizzon sia maturato costantemente nel tempo, portandolo, perlomeno per quanto riguarda chi vi scrive, da una scrittura leggermente confusa e e fin troppo ricca di informazioni, a un'altra ben più coinvolgente e chiara, senza che questa diventi troppo didascalica.

L'evoluzione dei personaggi, inoltre, è quanto di meglio riuscito e denota una cura per i dettagli notevole: prendiamo come esempio il personaggio di Sophia, la quale inizia la sua storia come una ragazza dalla personalità insicura, insipida e per niente attraente (non dal punto di vista fisico, ma come attrattiva del personaggio in sè), passando per una fase di totale ribellione e irascibilità, oltre che di morboso attaccamento alla sua gang, nel secondo volume, per poi arrivare alla sua "versione definitiva" nel finale della storia, dove vediamo un personaggio provato dalle numerose battaglie che ha combattuto, egoista e menefreghista, ma con un'esperienza tale da metterla al di sopra di tutto, compresa di Aiko, che viene descritta come una maga dai poteri incredibili e capace di cose fuori dall'ordinario.

Abbiamo davvero apprezzato come sono stati sviluppati i caratteri dei singoli personaggi, compresi anche quelli secondari, tanto da farci pensare che, in realtà, nel mondo di Haxa tutti abbiano una storia e siano sviluppati in maniera molto specifica, anche se il focus non è su di loro. Questo è contemporaneamente un lato positivo e negativo, perchè sicuramente avremmo voluto saperne di più, come ad esempio del Metatron, del quale vediamo poco o nulla.

Un mondo vastissimo

Il mondo di Haxa è vastissimo e complesso e, come ogni universo magico che si rispetti, ha le sue regole, i suoi dogmi e la sua mitologia. In soli tre volumi, sono state introdotti una quantità incredibile di elementi, molti dei quali mai totalmente approfonditi, rendendo il tutto complesso e variegato, ma capace comunque di suscitare curiosità e mistero.

La precisione e la cura con cui questo è stato creato denotano uno studio approfondito su quello che si vuole mettere in scena, ipotizzando, perchè no, alcuni scenari ipotetici in un futuro distopico del nostro mondo. Il tutto, amplificato da eventi fantascientifici conditi da riferimenti che vanno dai racconti di Ursula Le Guin, fino a opere di altri media come Bloodborne, il videogioco di From Software.

Ad aiutare il lettore a districarsi in tutti questi elementi, si possono leggere tra le pagine del racconto alcuni approfondimenti sotto forma di "File", che spiegano concetti trattati poco prima all'interno del capitolo e che aprono ad altre possibili storie all'interno di Haxa: un esempio su tutti sono quelli riferiti al Maestro Allevatore e ai vari culti presenti all'interno dell'opera.

Ma Haxa non sarebbe, ovviamente, quello che è se non fosse per l'inconfondibile stile di disegno di Pellizzon: coloratissimo, ma non per questo caricaturale o banale, riesce ad essere dinamico e perfetto per il mondo magico di cui si parla. In alcune vignette molto sintetico, ma davvero d'impatto nelle scene d'azione e particolareggiato nella realizzazione di creature e anatomie, riesce a trasmettere in pieno le emozioni che vengono espresse nel racconto.

Fine?

Come detto in precedenza, il mondo di Haxa è vastissimo, pieno di personaggi che hanno solo accennato la loro presenza e di cui ci piacerebbe vedere l'evoluzione o anche solo l'inizio della loro storia. Le vicende intorno a Sophia sono concluse, ma speriamo vivamente di tornare nel mondo di Haxa quanto prima, per vedere, ancora una volta, la magia con occhi diversi da come si è sempre abituati a fare.