I am a Hero 1, la recensione: la vita è una ruota che gira

I am a Hero: Kengo Hanazawa critica verso la società nipponica attraverso un manga horror dove la popolazione si è trasformata in zombie.

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a cura di Fabio Fagnani

I giapponesi sono degli zombie. Non si fanno domande, non hanno problemi o dubbi, mai una perplessità. Gli zombie bramano solo carne fresca, come i giapponesi sono schiavi dei propri obiettivi, a volte non sono nemmeno i loro, ma quelli di una società frenetica pronta a schiacciarti se non tieni il passo. Un cortocircuito che porta una popolazione ad andare avanti per inerzia senza mai soffermarsi sulle proprie azioni, senza mai soppesare le scelte, e le motivazioni che hanno portato a quella determinata decisione. Kengo Hanazawa, oggi in libreria e fumetteria con Under Ninja, racconta il suo disappunto, la sua critica verso la società nipponica attraverso un manga horror dove la popolazione si è trasformata in zombie a metà tra quelli di Romero e quelli di WWZ (il film hollywoodiano con Brad Pitt).

Al centro di questa apocalisse c’è l'uomo con le sue debolezze, le sue fragilità, ma anche con i suoi vizi, le sue speculazioni, i suoi tormenti. Hanazawa vuole mettere a nudo gli angoli bui della società gaipponese, vuole mostrare al pubblico chi è veramente, vuole strappare dalle persone, dai lettori, la convinzione di essere in pace con il mondo, di avere tutto sotto controllo, di essere nel giusto. Hanazawa si mette in gioco e di fatto interpreta Hideo, come se fosse un suo alterego. Il virus che infetta la società è più attuale che mai al giorno d'oggi, periodo nel quale siamo ancora attenti tra mascherine e vaccine al ripresentarsi del Covid, sempre lì, pronto a riprendersi quello che con fatica e rigore gli abbiamo tolto in questi due anni, ma nonostante tutto noi non siamo cambiati. Perché, alla fine, la vita è una ruota che gira.

Dicevamo, annunciavamo, di poter cambiare, di migliorare, attraverso le asperità, dopo le avversità, così non è stato. Anzi, il mondo si è dimostrato peggio di come lo avevamo lasciato prima che il virus facesse visita al mondo. Hanazawa di fatto ci racconta questo, prima ancora che il Covid fosse una certezza, un ospite indesiderato, lui sapientemente metteva mano alla coscienza dei giapponesi: stolti, insaziabili e inesorabilmente tenaci, benché per i motivi sbagliati.

I am a Hero: la trama

Il manga di Hanazawa è ambientato nel Giappone contemporaneo dove la produttività è tutto, il resto conta poco. Il protagonista di questa storia si chiama Hideo Suzuki, ed è un mangaka poco conosciuto e che non è mai riuscito a diventare famoso. Alla soglia dei trentacinque anni è ancora relegato al ruolo di assistente tra fallimenti e delusioni, l'unica a tenerlo su di morale è Tetsuko, la sua ragazza.  La vita di Hideo sè una corsa, anzi una rincorsa, continua, ma il grande cambiamento che cercava sta arrivando, ma non riguarda certo la vita professionale: il mondo che conosce viene invaso dagli zombie e Hideo dovrà prendere le redini della sua vita, forse per la prima volta, e difendersi.

Kengo Hanazawa è Hideo Suzuki

I am a Hero funziona per due motivi principali: primo, gli eventi vengono raccontati con grande schiettezza sin dall'inizio. Nessuna carezza, nessun avviso. La porta sbatte direttamente sul viso senza chiedere permesso. I disegni di Hanazawa aiutano tanto il ritmo con cui viene messo in campo la storyline e questo è un grande pregio. La seconda, ognuno di noi può riconoscersi nel protagonista. Primo tra tutti, proprio Kengo Hanazawa. Il mangaka ha disegnato se stesso. Hideo, di fatto, ha le sue caratteristiche fisica, ma è meno fortunato dal punto di vista lavorativo. Come se fosse un suo alterego o un Kengo Hanazawa fin gioventù, per quanto non si sia più in età giovanile passati i trentanni: cambiano le idee, i sogni, le possibilità economiche e le difficoltà.

Hideo in questo primo volume si trova davanti al più grande degli incubi, ma dovrà far fronte a ogni risorsa, a ogni energia, a ogni aspetto che ha imparato in questi anni della sua - fino a quel momento miserabile vita - e dovrà reinventarsi per conquistare la nuova società che lo sta aspettando, la nuova vita che lo sto chiamando. Una nuova carriera: da aspirante mangaka ad aspirante eroe.

I am a Hero: la nuova edizione j-POP

La storia editoriale di I am a Hero inizia nel 2009 sulla rivista giapponese Big Comic Spirits di Shogakukan, un magazine che pubblica storie seinen ossia per un pubblico adulto. Termina la sua avventura alla conclusione del 22esimo tankobon nel 2017. In Italia, la sua avventura è più altalenante: nel 2011 acquista la licenza la GP Publishing. La casa editrice di Giochi Preziosi, ma la pubblicazione verrà portata a termine da Edizioni BD (J-Pop) dopo una fusione tra aziende. Infatti, dal 17esimo al 22esimo volume, in Italia, l'editore è cambiato da GP Publidhing ad Edizioni BD. L'ultimo numero tradotto in italiano è uscito il 18 ottobre del 2017. Dopo quasi cinque anni da quell'ultima pubblicazione, la casa editrice milanese J-Pop ha deciso di pubblicarlo interamente sotto il suo brand, ma con un finale inedito scritto da Hanazawa.

La nuova edizione J-Pop presenta nuove copertine, un finale inedito, sovraccoperta, formato da 12,4×18 centimetri e una foliazione di circa 240 pagine in bianco e nero e alcune pagine a colori, come l'originale. I volumi saranno 22, esattamente come la prima edizione. La periodicità sarà mensile, e quindi in meno di due anni sarà conclusa, al costo di 6,90 euro a volume.

In Giappone, I am a Hero ha vinto il 58º Premio Shogakukan per i manga nella categoria generale ed è diventato un film diretto da Shinsuke Sato nel 2016. La pellicola è stata molta apprezzata nel Sol Levante. Il manga, invece, ha proseguito il suo percorso con diversi sequel: I am a Hero in Osaka, I am a Hero in Ibiraki e I am a Hero in Nagasaki. Tutti e tre inediti in Italia.