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Il senso della maternità ai tempi di The Marvelous Mrs Maisel

Le mamme esistono da sempre, ma com'era esserlo ai tempi di The Marvelous Mrs Maisel? Scopriamolo insieme su Cultura Pop di Tom's Hardware!

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Avatar di Francesca Sirtori

a cura di Francesca Sirtori

Pubblicato il 09/05/2020 alle 18:30 - Aggiornato il 25/05/2020 alle 11:52

In questi giorni ricordiamo e festeggiamo le mamme di tutto il mondo, un'occasione per ricordare loro il fardello che si portano appresso giorno dopo giorno, croce e delizia della loro vita. Per scelta o per caso, biologiche o adottive, con un figlio solo o una squadra di calcio in giro per casa. Mamme in attesa, di un figlio o di buone notizie. Mamme con figli all'estero, lontani da casa. Mamme che hanno perso un figlio, o che lo hanno riabbracciato dopo lungo tempo. La condizione della maternità è propria dell'uomo dall'alba dei tempi, senza la quale nessuno avrebbe calpestato la terra di questo pianeta. Ma com'è cambiata nel tempo? Di sicuro, Midge Maisel e sua madre hanno attraversato questo periodo della loro vita in tempi piuttosto diversi dai nostri. Scopriamo allora com'era concepita la figura della mamma al tempo di The Marvelous Mrs Maisel.

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Figli in un angolo

Se nominiamo Midge Maisel al pubblico, non pensiamo che la primissima associazione sia al ruolo di madre, quanto a quello di comedian. Non la vediamo in casa, divisa tra stoviglie da pulire e bambini da accudire, con un grembiule addosso, ma con abiti sempre perfetti che ci hanno fatto sognare (come vi raccontavamo nel dettaglio in questo pezzo).

I due piccoli Ethan e Esther non hanno mai avuto (finora) un ruolo rilevante nella serie, o quanto meno delle scene in cui potessero fare qualcosa di più di una semplice comparsata. Non vale nemmeno la sequenza nella quale Midge dimostra di essere al limite della germofobia e urla isterica e schizzinosa:

Why is his hand dirty? Why is your hand dirty?

I figli di Midge, nei pochi istanti in cui sono comparsi e hanno risvegliato gli spettatori dal torpore con un sobbalzo: "Oh mio Dio, è vero, ha anche dei figli! Dove li avevano nascosti?", non hanno mai sortito però lo stesso effetto su di lei. Madre incosciente? Troppo egocentrica e "all'avanguardia" per sopportare l'idea di uniformarsi alle altre donne e dividersi tra casa, marito e figli?

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Alla critica non è chiaramente sfuggito questo piccolo, grande dettaglio; tolti i lustrini e spente le luci del palcoscenico, possiamo porre la questione dell'approccio genitoriale in due diversi modi. Il primo riguarda proprio lo stile di vita quasi imposto negli anni Cinquanta e Sessanta, secondo cui era meglio lasciare soli i propri figli nei loro giochi e non dimostrare troppo affetto perché li avrebbe resi meno produttivi e indipendenti una volta cresciuti (un primo segnale della distinzione tra modello di madre anglosassone e mediterranea?).

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Verosimiglianza o solo fiction?

Se dunque sessanta o settanta anni fa i genitori rimanevano distanti e trascorrevano molto meno tempo con la prole rispetto a quanto avviene oggi, questa giustificazione nei confronti dell'atteggiamento di Mrs Maisel viene meno se guardiamo alla rappresentazione sociale espressa nella serie, mancante di verosimiglianza, per certi aspetti.

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A ben guardare, sgraniamo bene ancora una volta il nostro occhio critico e notiamo che la società nella serie di Amy Sherman-Palladino è in gran parte di razza bianca, quando la New York dell'epoca era per circa un quarto popolata da afro-americani e altre razze minori (ricordate Mei Lin a cui accennavamo qui?). Dunque, dobbiamo rimettere in un cantone abbandonato la questione della rappresentazione veritiera di società e comportamenti del tempo?

Uno show precursore del tempo

In realtà, la risposta al dilemma è stata fornita proprio da Rachel Brosnahan, l'attrice che ha portato sugli schermi di Amazon Prime Video le tre stagioni della serie e sta lavorando alla quarta. Stando alla Brosnahan, lo show è incentrato sul personaggio di Midge, sul suo desiderio di cambiare vita e di costruire un suo percorso di crescita professionale, che impatta per forza di cose anche la vita privata.

Così in The Marvelous Mrs Maisel abbiamo un assaggio della madre contemporanea: lavoratrice, divorziata, con due figli, lasciati alle cure dei nonni (materni, avevate qualche dubbio?) o in alternativa a una babysitter. Tutto bene, ma forse non per l'epoca.

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Ricordiamo che la sola attività di Midge, la stand-up comedian, prevedeva il lavoro nei locali, spesso di fronte a una platea in massima parte composta da uomini. Un motivo abbastanza chiaro per rendere questo lavoro "discutibile" agli occhi del pubblico, in quanto la presenza di una donna in un locale era solitamente riservata a quelle più "facili" e con una reputazione non propriamente da puritane.

Divieti e doveri

Nondimeno, all'epoca di Midge, le donne non potevano fare parecchie cose che ora risultano ovvie e naturali: non solo la commediante era un'attività tendenzialmente da escludersi, ma anche quella di avvocato era vietata loro fino agli anni Settanta, fatto salvo in Italia dove il permesso era concesso dalla fine dell'Ottocento.

E la tutela della vita privata di una donna? Non indugiamo a lungo sulla questione dell'introduzione legale e ufficiale dell'uso della pillola anticoncezionale, ammessa in Italia negli anni Settanta a dieci anni dal traguardo raggiunto negli USA, ma parliamo anche del ruolo stesso di madre.

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Se parliamo di congedo di maternità, fino a qualche decennio fa, una donna in attesa poteva anche perdere il posto di lavoro. Una situazione in cui ci si può trovare anche oggi, in qualche modo? Vi consigliamo allora di correre ai ripari e combattere per un diritto introdotto ufficialmente nel 1971, ossia il divieto di licenziamento per maternità.

La verità è che, ai tempi di The Marvelous Mrs Maisel, le donne non erano tutte casalinghe come sua madre, benestanti, agiate e che si potevano permettere cuochi e servitù. Le madri di famiglia e mogli dovevano spesso sottostare a regole bigotte, conservatrici e spesso sessiste.

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Era comunemente previsto che le donne dovessero badare alla pulizia della casa, spesso rappresentate nelle vesti di madri e mogli perfette, dove il modello a cui ambire era scritto nelle guide e nelle riviste di moda e di cucina. Le più fortunate riuscivano a toccare questo sogno e a sentirsi in paradiso. Ma non per tutte era così.

Quattro mura così strette

Rimaniamo negli anni Sessanta quando parliamo delle donne italiane che si sono viste costrette in qualche modo a relegarsi nel ruolo di casalinghe, per una cifra di circa dodici milioni, più del doppio delle donne lavoratrici. In questo periodo, le donne rimangono confinate entro le mura domestiche in un numero ben maggiore rispetto a un secolo prima, e difficilmente per loro volontà.

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L'abbandono del posto di lavoro era infatti legato soprattutto alle "responsabilità familiari", senza tenere conto che, in ogni caso, il loro stipendio era inferiore a quello degli uomini del 30%, a parità di lavoro ("bentornato", tetto di cristallo). E il lavoro di madre, tra pannolini, notti insonni, allattamento e rigurgiti, non è mai stato ricompensato pecuniariamente. Nemmeno oggi, quando il congedo di maternità esiste, ma i figli crescono e non diventano certo più facili da gestire.

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Ricordiamo le mamme allora, ringraziamole, non solo in occasione della festa della mamma, ma ogni giorno. E ricordiamo i figli, che per quanto debbano la loro vita ai propri genitori, non sono certo esenti da piccoli, grandi pesi, difficoltà e soprusi. Una condizione che, per sua fortuna, Midge non sembra aver subìto.

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