The Offering: intervista esclusiva al regista Oliver Park

In occasione dell'uscita di The Offering al cinema, dal 23 febbraio, abbiamo intervistato il regista Oliver Park.

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a cura di Livia Soreca

Dal 23 febbraio, distribuito da Vertice, arriva nelle sale italiane The Offering (qui il trailer ufficiale), film horror scritto da Hank Hoffman e diretto dal giovane Oliver Park, finora cimentatosi nella scrittura e nella regia dei due cortometraggi Vicious e Still. È un racconto basato sulla storia popolare di Abyzou, ladra di bambini, demone femminile che appartiene a diverse culture, in particolare quella ebraica ortodossa, di cui The Offering si fa portavoce. In occasione dell'uscita del film, abbiamo intervistato Oliver Park per comprendere il processo creativo, suo e del suo team, e per cercare di capire cosa sia per lui questo nuovo esperimento.

The Offering: intervista esclusiva al regista Oliver Park

Oliver Park e Hank Hoffman

Come accennato, è la prima volta che Oliver Park dirige un'opera scritta da qualcun altro, ed è stimolante capire il suo approccio ad un lavoro diverso da quello a cui è abituato.

La prima cosa che ho fatto quando ho appreso la storia è stata parlare quanto più possibile con Hank, Hank Hoffman, l'autore, perché come hai detto tu non si racconta la mia storia. Direi che per The Offering il mio lavoro è stato quello di visualizzarla e portarla in vita, ma in un modo che potesse stare bene con l'idea originale. Quindi spingevo disperatamente Hank e gli chiedevo di trovare quelle origini. Perché deve essere un film horror? Quale arte bisogna seguire? Perché tutti quei personaggi sono come sono? Dovevo conoscere il mondo nella sua testa... Perché, essenzialmente, era reale. Quando immagiamo qualcosa c'è una piccola differenza tra la realtà che vediamo di fronte a noi e quella che immaginiamo nella nostra testa quando dormiamo. Questo persisteva nella mia testa e avevo bisogno di vederlo. Quindi c'è stato molto di cui parlare, sulle ispirazioni, perché doveva essere spaventoso e perché stavamo usando la paura come mezzo per raccontare questa storia. Perché ecco cos'è la paura, è un modo per raccontare una storia ed è così che è venuta fuori, ed è così che sono venuto fuori io.

Questa collaborazione così meticolosa evidenzia ancor di più l'importanza di un team coeso, e Oliver Park ha ben chiaro quale sia il proprio ruolo quando si avvicina ad una storia non sua.

Ecco come sono venuto fuori lavorando con un altro scrittore, ed è la stessa cosa che sto facendo con altri autori con cui sto lavorando. Sono io che cerco di capire come posso raccontare le loro storie al meglio. E come hai detto bene tu, "io e il mio team". Ci dovrebbe essere una colonna dopo il nome del regista e lì la lista dei crediti, perché tutti abbiamo fatto quel film. Non è il mio film, non è la mia storia, l'ho solo diretta, se questo ha senso.

Ma com'è che si costruisce un rapporto lavorativo così coeso? Come si lavora insieme per creare un progetto unico e completo?

Beh quella è stata la cosa più importante, essere sulla stessa linea per essere sicuro di vedere passo dopo passo con la visione che lui aveva, quando era ispirato da un'idea. [...] Io avevo sempre incubi davvero spaventosi, e gliene ho raccontato uno e lui lo ha immediatamente inserito nello script, quindi ovviamente ha amato il mio incubo. È lì che molte mie idee nascono, così come vengono gli incubi. Io prenderei gli stessi traumi di Hank e le cose che hanno ispirato la storia in Hank, leggerei gli elementi spaventosi sulla pagina, gli elementi dei personaggi e mediterei su di essi. Immaginerei il film nella mia testa ancora e ancora, come mi farebbe sentire, per chi è fatto e quale tipo di emozioni abbiamo cercato di trasporre sullo schermo affinché il pubblico si sentisse allo stesso modo. E ancora, pensando all'elemento chiave che volevamo trasmettere con l'intera storia, perché in definitiva quando sei sul set e le cose vanno male o hai bisogno di cambiare qualcosa all'ultimo minuto, l'elemento chiave su cui focalizzarsi è sempre: perché stiamo facendo questo? Qual è la cosa fondamentale che stiamo cercando di dire con questa storia?

Il significato di The Offering

Un film horror può essere anche qualcosa più di una storia unicamente volta a spaventare il suo pubblico? The Offering offre lo spunto per tante tematiche: non solo è uno specchio su una comunità che raramente è oggetto d'attenzione nel cinema, ma riflette sulle debolezze umane, sul rapporto padre-figlio. D'altro canto, il modo in cui il pubblico si interfaccia con l'opera di Oliver Park e del suo team è strettamente individuale e soggettivo, così come lo sono tutti gli elementi che posso scatenare la paura nel singolo fruitore. Il giovane regista ne offre una stimolante chiave di lettura.

Credo ci siano tanti messaggi nella storia, ce ne sono molti che abbiamo inserito noi stessi perché cercavamo davvero di trasferire certi messaggi ad un certo pubblico. Ma non vorrei dire cosa significa per me personalmente, perché non voglio condizionare qualcosa che può significare per qualcun altro. Non voglio nemmeno che l'artista mi spieghi il significato del suo dipinto perché rimuoverebbe il significato che gli do io. Lo sciocco teenager che ero quando ero ossessionato dai film horror lo vedrebbe in modo diverso.

A questo punto, egli racconta le sue personali esperienze con il genere horror, e come il rapporto con essi sia cambiato negli anni.

Facciamo finta tu sia un dodicenne e cerchi la tua via in questo film perché vuoi guardare un film horror, lo guardi e un giorno te ne ricordi. In venti anni, quando guardi indietro e ti guardi, significherà qualcosa di davvero diverso per te. Se c'è una delle cose che amo dei capolavori horror è che quando ero un giovane ragazzino guardavo qualunque cosa potessi avere tra le mani e quei bellissimi film li ho amati di nuovo quando li ho riguardati. Ora è come se fossero film totalmente differenti perché li guardo in maniera totalmente diversa, e significano cose diverse. Questo fa molto male, mi sono pentito di aver rivisto certi film perché ora so cosa stavano cercando di dirmi davvero e ora sono troppo spaventosi per me. Quindi spero che il film possa significare tante cose diverse per tante persone, in base a chi sta guardando.