La Società Segreta dei Principi Minori, recensione in anteprima

Il 25 settembre, arriverà sui Disney+ un nuovo film originale Disney dal titolo La Società Segreta dei Principi Minori. Ecco la recensione in anteprima.

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a cura di Giovanni Arestia

Il 25 settembre, arriverà su Disney+ un nuovo film originale Disney dal titolo La Società Segreta dei Principi Minori. Abbiamo avuto il piacere di vederlo in anteprima e lo abbiamo recensito per voi, ovviamente senza spoiler.

La Società Segreta dei Principi Minori è stato diretto da Anna Mastro e sceneggiato da Alex Litvak. La protagonista è Payton Elizabeth Lee, già vista nel ruolo di Andy Mack nell’omonima serie TV per ragazzi di Disney Channel, la quale è alla guida di un eterogeneo e movimentato gruppo di reclute reali che invita il pubblico di tutte le età, ma soprattutto i più piccoli, a temperare il proprio destino e a riscoprire il supereroe che ognuno ha dentro di sé.

https://youtu.be/pZeg883rBSM

La Società Segreta dei Principi Minori: supereroi aristocratici fuori dal comune

La storia narra le vicende di Sam, una giovane ragazza figlia della regina del regno di Illyria, ma seconda in linea di successione dopo la sorella maggiore. Questo problema di età la rende insofferente fin da piccola e inizia a disinteressarsi alla regalità preferendo una vita più modesta e da classica teenager piena di energia e di idee molto spesso ribelli. Sam, quindi, si interroga costantemente su cosa significhi essere una principessa, ma a differenza della sorella maggiore Eleanor che ha già il destino segnato, lei preferisce suonare musica e svagare insieme al suo compagno di band e migliore amico Mike.

Durante un concerto rock, a cui la protagonista si reca insieme all'amico dopo aver abbandonato un importante impegno reale, la ragazza scopre di avere dei superpoteri grazie ad un tratto genetico attribuito unicamente ai secondogeniti di discendenza reale. A causa di un problema scaturito proprio da questa scoperta, i due ragazzi vengono buttati fuori dal pub dove si teneva il concerto e vengono arrestati.

È proprio a questo punto che la madre di Sam, la Regina Catherine, stanca del comportamento irrequieto della figlia, decide di portarla ad un collegio estivo dove la ragazza conosce altri quattro principi minori dotati anch'essi di poteri speciali. Da qui viene formata la Società Segreta dei Principi Minori, in cui è presente anche il loro istruttore e mentore James che insegna loro come padroneggiare i poteri e soprattutto a lavorare come una squadra per poter salvare il mondo da un oscuro nemico dotato, a sua volta, di spaventosi poteri.

Sebbene la trama non sia quanto di più originale si sia visto in giro, trattandosi di un prodotto dedicato principalmente ad un pubblico giovanile è abbastanza godibile e intrigante. La storia è scorrevole e alquanto lineare, con qualche piccolo colpo di scena qua e là abbastanza semplice, ma funzionale. Inoltre è un po' insolito osservare dei supereroi facenti parte di famiglie aristocratiche e questo è senz'altro un guizzo di originalità non indifferente con dei risvolti curiosi nel corso della storia.

Personaggi caricaturali e ricchi di cliché

I personaggi sono discretamente caratterizzati, ma nella maniera più "disneyana" possibile: gli unici personaggi di cui possiamo conoscere sostanzialmente il background personale e familiare sono la protagonista Sam (con tanto di flashback riguardanti il defunto padre) e il miglior amico Mike, mentre degli altri personaggi, Tuma (Niles Fitch), Roxana (Olivia Deeble), January (Isabella Blake Thomas) e Matteo (Faly Rakotohavana), possiamo comprenderne le caratteristiche solo dal modo di comportarsi con gli altri, dal modo in cui risolvono i problemi o da brevi chiacchierate tra di loro.

I classici cliché sono dietro l'angolo e infatti dopo appena quindici minuti di film ci rendiamo conto che se in una squadra vi sono una bionda e un ragazzo di colore, la prima sarà la svampita del gruppo e il secondo colui che subirà maggiormente le fatiche degli allenamenti e che dovrà essere aiutato più spesso dalla squadra. Abbiamo poi il ragazzo ricciolino intelligente e sveglio e la ragazza molto studiosa e preparata, ma che non si applica a dovere. Ovviamente a fare da collante a tutto è la protagonista, leader del gruppo, che più di una volta salverà i protagonisti da diversi pericoli.

Non ci saremmo certamente aspettati una trama ricercata e stratificata, visto il target di pubblico a cui è dedicata l'opera, ma avremmo immaginato una maggiore cura nella caratterizzazione dei personaggi o quantomeno un allontanamento dei classici stilemi dei prodotti per ragazzi del marchio Disney. Elementi che compaiono anche in alcune scene, come quella più emblematica in cui il team di supereroi, durante una giornata libera, va a farsi un bagno in mare e tutto è corredato da scene in slow motion, annullamento dell'audio ambientale e una canzone di sottofondo allegra e rockeggiante.

Combattimenti e moralità: due facce della stessa medaglia

Insomma, si tratta di un perfetto prototipo di prodotto Disney per ragazzi con i relativi aspetti positivi e negativi. Mettendo da parte, infatti, la narrazione e andando più sul lato tecnico ci rendiamo conto quanto un prodotto del genere, che cerca di mettere a confronto un cattivo adulto e spietato e dei buoni giovani e inesperti, venga poi penalizzato nella realizzazione. Partiamo, ad esempio, dall'aspetto più emblematico: le scene di combattimento sono presenti, ma sostanzialmente sono prive di senso logico o di mordente.

Non essendoci violenza fisica esplicita, i produttori hanno preso la decisione di dotare i personaggi di poteri che permettono di colpire dalla distanza o in maniera invisibile. Le scene di combattimento, quindi, non mostrano quasi mai un contatto fisico che non sia ad esempio il blocco del proprio avversario tramite un placcaggio. Nei momenti dove magari vi è un pugno o un calcio, i corpi non vengono mai inquadrati nel momento del contatto, ma si osserva solo la conseguenza, spesso in slow motion, che può essere un personaggio che viene sbalzato in aria o immobilizzato a terra. Il tutto, ovviamente, senza tracce di sangue o ferite evidenti. Al massimo, come accade per l'istruttore James, si vedrà un'ambulanza che gli mette un collare, ma da fuori non si vede nulla nonostante venga sbalzato contro un albero per molti metri.

Suddette scene sono sgraziate da vedere per quanto riguarda i movimenti degli attori, che sembrano quasi caricaturali e risultano forzati quando lo scontro vede vincere il contendente visibilmente più debole e meno esperto. Se si pensa che i personaggi del team sono dei liceali tutt'altro che indipendenti, ancora fortemente legati alla famiglia e fino a poco tempo prima totalmente inconsapevoli dei loro poteri, capiamo quanto la volontà di avvantaggiare i buoni venga prima rispetto a qualsiasi razionalità.

Le parti più interessanti, infatti, sono proprio quelle in cui la finzione non è troppo distante dalla realtà e sono anche quelle scene in cui La Società Segreta dei Principi Minori inserisce i più importanti insegnamenti per i piccoli e grandi spettatori. In queste è possibile scoprire e imparare la forza dell'amicizia e dell'unione familiare e quanto sia importante seguire i propri sogni per rafforzare il proprio destino, ma quanto allo stesso tempo farlo con estrema testardaggine e noncuranza possa essere dannoso. Insomma, non si può dire che Disney non sia abile ad inserire gli insegnamenti e la moralità nelle proprie opere, e in questo caso lo fa anche con una certa maturità senza inutili melodrammi o scene pesantemente melense.

In conclusione...

La Società Segreta dei Principi Minori è quindi un film che ricalca perfettamente gli stilemi dei prodotti per ragazzi Disney e lo fa anche esagerando. Troviamo tutti i pregi e i difetti di tali produzioni: personaggi ricchi di cliché, storia semplice, lineare e intrigante, scene di combattimento prive di logica e violenza e insegnamenti ricchi di moralità, ma anche di maturità. Non è un brutto prodotto, anzi crediamo che sia perfetto per il target di pubblico a cui è destinato, però ci aspettavamo un po' più di originalità e inventiva anche perché le carte in tavola per un prodotto fresco e innovativo c'erano tutte.

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