Mermaid Prince, recensione: la malinconia e la gioia del crescere

La nostra recensione di Mermaid Prince, un volume unico edito dalla casa editrice J-POP!

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a cura di Beatrice Villa

J-POP porta in Italia Mermaid Prince, un unico volume composto da tre storie, tutte scritte e disegnate da Kaori Ozaki, famosa per il suo tratto delicato e i suoi disegni che sanno parlare al cuore del lettore. Tre storie profonde e sincere quelle racchiuse in questo volume che riescono a emozionare con la loro poesia e la loro infinita dolcezza.

Se si entra nella grotta sottomarina ci si può imbattere in una sirena. Nel caso in cui si riesca a vederla qualsiasi desiderio verrà esaudito. Su quel promontorio c’è una piccola caverna. La chiamiamo la grotta della sirena. Anche se è una cosa nota, ogni tanto capita ancora che qualcuno entri nella caverna perché crede alle dicerie secondo cui se aspetta il buio, potrà incontrare la sirena.

Mermaid Prince: tre storie profonde che parlano al cuore

Come detto prima, in questo manga sono racchiuse tre storie diverse, ma simili tra di loro, per il significato che esse racchiudono.Per leggere la storia che dà il nome al manga (avrei preferito fosse all’inizio) dobbiamo aspettare la fine. La prima storia in cui ci imbattiamo si intitola Ametsukigahara, è divisa in due parti e si concentra su una ragazza di nome Akari che sembra non avere nulla che la tenga attaccata a questo mondo a parte la sua migliore amica Fumika. Ametsukigahara è il nome della fermata alla quale vorrebbero scendere, saltando la scuola, ma che alla fine non hanno mai avuto il coraggio di fare.

Akari è una ragazza particolare, nasconde dentro di sé un’energia disarmante, eppure sembra che non riesca a trovare il suo posto nel mondo. L'unica cosa certa è che desidera essere libera e vivere senza restrizione alcuna. Ci sono troppi limiti imposti dalla società, troppe regole da seguire. Che cosa significa diventare adulta? Che cosa significa crescere e lasciare alle spalle il periodo spensierato senza troppi sé e ma dell’infanzia? Le cose tra le due ragazze cambiano troppo velocemente quando Fumika, la quale ha sempre avuto paura dei ragazzi, un giorno dice a Akari che si è fidanzata con Kaji. Il piccolo mondo chiuso che Akari si è creata inizia a creparsi in modo irreparabile e le due ragazze iniziano a distanziarsi, una per la propria strada, alla ricerca di qualcosa da rendere loro.

È significativo che la prima cosa che la ragazza decide di fare sia proprio scendere a quella fermata, da sola, per scoprire dove può arrivare. Akari fa di tutto per cancellare la malinconia che sente nel cuore come fare il bagno in costume in un fiume o anche andare a letto con Kaji, incontrato quale anno dopo, quando ormai non sta più insieme a Fumika. Perché entrambi hanno bisogno di leccarsi le ferite e cancellare la loro malinconia, fino a quando Akari non prende una decisione e comprende finalmente che cosa desidera dalla sua vita.

In questa storia l’autrice delinea in maniera dolce e poetica che cosa significa essere adolescenti, il senso di smarrimento che si prova in questa età incerta, il diventare adulti e affrontare le separazioni e gli addii che essa comporta.

La seconda storia si intitola Giorno di Neve ed esplora un tema molto importante, ovvero l’emarginazione sociale attraverso un pizzico di sovrannaturale, che rende la trama ancora più magica. La protagonista è una bibliotecaria, la quale non ha nessuna remora ad avvicinarsi a due senza tetto che hanno trovato rifugio all'interno dell'edificio mentre fuori cade la neve. Prende il bambino in braccio e gli legge una storia. Un gesto semplice ma anche di grande valore umano. Eppure, queste due persone sono davvero dei senzatetto o nascondono un segreto? Qualche giorno dopo i due spariscono e vengono trovati due cinghiali, un adulto e un cucciolo ormai rimasto orfano. Il tempo passa e quando i primi fiori iniziano a sbocciare il cucciolo decide di tornare dalla bibliotecaria, per ringraziarla…

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Una storia senza ombra di dubbio drammatica ma che ci parla al cuore: la mangaka ha infatti ricreato un quadro perfetto, in poche pagine, della condizione in cui vivono le persone emarginate, ma alla fine, tra la malinconia e la tragicità della storia, ecco che una luce di speranza compare segnata dall’arrivo della primavera.

Nella terza storia che dà il titolo al manga, la scrittrice ripropone ancora una volta, così come era accaduto per la prima, il tema dell’adolescenza, con le sue insicurezze e il dolore della crescita. Protagonisti sono Matori, una ragazzina allegra e spensierata e Mugi, un ragazzo malinconico e anche arrabbiato per il trasferimento a Okinawa per il matrimonio della sorella. Matori è innamorata di Mugi, gli sta accanto e farebbe di tutto per lui, ma il ragazzo fa fatica ad adattarsi, vorrebbe fuggire, fino a quando non trova qualcosa che attira il suo interesse. Si tratta di una leggenda diffusa tra la gente del luogo: se esprimi un tuo desiderio a una sirena, quest’ultimo si avverrà. Sembra che Kotaro, il marito della sorella e persino la nonna di Mugi l’abbiano vista. Sarà la scomparsa di Kotaro, la ricerca della fantomatica sirena ad avvicinare ulteriormente i due ragazzi, che condivideranno le rispettive fragilità e le insicurezze della crescita, del sentirsi soli e incompresi dal resto del mondo.

Ancora una volta ci viene delineato un perfetto quadro di cosa significa crescere, essere in un’età in cui non si è più bambini ma nemmeno adulti, in cui iniziamo ad affrontare le prime responsabilità e ci scontriamo con la rudezza del mondo. E quando si è soli tutto può sembrare semplicemente troppo, soprattutto quando perdiamo di vista i nostri punti di riferimento. Ma quando abbiamo accanto a noi un’altra persona con la quale condividere le nostre paure e fragilità, ecco che le cose migliorano e riusciamo a vedere la luce anche nell’oscurità.

Lo stile grafico

Kaori Ozaki usa non solo le parole, ma anche i disegni per emozionare e trasmettere i messaggi della storia. I personaggi sono trasparenti e riescono a trasmettere le emozioni che provano in un determinato momento: ansia, paura ma anche gioia e sollievo. La mangaka usa in modo brillante il non detto, ovvero ci invita a osservare i dettagli racchiusi nelle tavole, pulite, senza troppi fronzoli o dettagli (il giusto insomma), ad esempio le impronte dell'uomo sulla neve nella seconda storia, per raccontare ma senza svelare troppo. Crea così una narrazione poetica, carica di suspense e mille e più emozioni diverse.