Microscope: la recensione del gioco di ruolo

Microscope è un sistema di gioco che porta alla sua essenza il concetto di gioco di ruolo: creare e narrare grandi Storie. Nessun master, nessuna preparazione: solo tanta fantasia e la voglia di farsi sorprende.

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a cura di Silvio Colombini

Edito in Italia da SpaceOrange42, Microscope è, riportando la definizione presente in copertina, un “gioco frattale di storie epiche” che, in maniera inaspettata, è riuscito per certi versi a rivoluzionare il mondo del gioco di ruolo.

Creato da Ben Robbins nel 2011, Microscope si è subito imposto all’attenzione del mondo portando a casa il premio come nuovo prodotto più innovativo.Qui l'obiettivo dei partecipanti non sarà quello di arrivare a fine missione, sconfiggere un determinato avversario o migliorare il proprio personaggio, ma bensì dare vita ad una storia quanto più grandiosa possibile, in modo corale e condividendo nel modo più assoluto il potere narrativo.

Il prodotto

Come di consueto, prima di andare ad analizzare il manuale vero e proprio, diamo una rapida occhiata al prodotto in sé.In tutta onestà Microscope è un manuale che a prima vista difficilmente resterà impresso nella memoria dell’appassionato: un piccolo brossurato, circa 80 pagine, dall'anonima copertina quasi completamente nera.Anche l’interno, dal punto di vista artistico non brilla particolarmente: salvo alcuni occasionali esempi di gioco non sono di fatto presenti illustrazioni di alcun genere.Un plauso va alla cura editoriale del prodotto di altissimo livello: di fatto abbiamo riscontrato un solo errore di battitura (la casuale presenza di due virgolette “).Insomma tutto sembra suggerire che Microscope punti a catturare il lettore/giocatore non per la bellezza del prodotto ma per la curiosità che genera una volta preso in mano e sul contenuto del manuale stesso.Ci sarà riuscito?

Il Gioco

Prima di andare a vedere il funzionamento meccanico di Microscope sarà forse necessario andare a spiegare cosa saremo chiamati a fare.In realtà l’essenza stessa di questo gioco è racchiusa nella definizione datagli dal suo creatore: abbiamo tra le mani uno splendido strumento di creazione di storie epiche.Da sottolineare che nella forma originale si parlava di Histories, ovvero di Storie intese come eventi temporali di grande importanza. Onestamente penso che nella nostra lingua non solo questa cosa non vada persa ma, come poi vedremo spiegando il gioco, acquisisca un ulteriore valore: quello di mostrare come anche i più grandi ed epocali eventi della Storia siano a tutti gli effetti l’esito di tante, spesso sconosciute, storie. Meno note, ma non necessariamente meno importanti.Anche l’uso della parola “frattale” sarà chiara andando a giocare, ma vi anticipiamo che il suo significato è alla base della meccanica stessa del gioco che si articola su tre distinti “livelli” in grado di andare a creare una struttura continuamente uguale a se stessa e continuamente in evoluzione.

Elemento fondamentale di Microscope è la condivisione del potere narrativo: qui non avremo la classica suddivisione dei ruoli Master/Giocatori e, indipendentemente da chi introduce i diversi elementi, tutti avranno la stessa influenza e la stessa capacità di azione su ogni singolo elemento delle storie che andremo a creare. Lo scopo è dichiaratamente quello di portare alla nascita di qualcosa che non sia solo frutto del lavoro comune di tutti i presenti ma anche qualcosa che possa sempre sorprendere.Insomma dove i giochi più classici permettono di dare vita al “mio personaggio”, con Microscope avremo la possibilità di creare il “nostro mondo”, arrivando, qualora volessimo, al più piccolo dei dettagli possibili.Fatta questa necessaria introduzione andiamo a vedere come si svolge una partita a Microscope o, più correttamente, quale sia la struttura che lo caratterizza.La fase iniziale di una sessione/partita/campagna (vedremo che questi termini assumono un significato molto diverso in Microscope) prevede che in comune accordo si decidano tre elementi base: il quadro generale, l’estensione “temporale” della Storia e gli elementi da introdurre/vietare.Per quanto riguarda il quadro generale si tratta, molto semplicemente, di una frase che dovrà fare da concetto base, ad esempio “Una nuova scoperta costringe l’umanità a rivedere ciò in cui crede”, a cui dovremo poi associare qualche piccolo elemento di approfondimento (ad esempio quale sia questa scoperta).

Estensione temporale

L'estensione temporale indicherà i limiti, nel passato e nel futuro, della Storia che andremo a narrare: in Microscope questi prendono il nome di Periodi: macro-sezioni temporali che poi andranno approfonditi. Idealmente i primi due, l’alfa e l’omega, dovranno essere molto lontani tra loro in modo da permettere di spaziare con facilità. Saranno inoltre, per comune accordo, i punti più lontani in cui potremo andare a narrare.Ad esempio potremmo dire che la nostra storia inizia con un Periodo in cui “Viene scoperta una nuova microparticella” e termini con “La razza umana si fonde in un’unica grande coscienza collettiva”. Non servirà definire quanto tempo separi i due eventi, basterà sapere che saranno molto distanti tra loro.Importante dire che ogni Periodo (e, come vedremo, ogni fase di Storia) sarà caratterizzato da un fattore Luce o Ombra che serviranno a definire se quanto narrato sia positivo o negativo; altrettanto importante specificare che la scelta di questo elemento "morale" sarà puramente soggettivo:  starà a noi spiegare perché sia positivo o negativo .La fase preparatoria termina con il terzo punto: la creazione di una lista dove dovranno essere elencati gli elementi che ci piacerebbe assolutamente vedere in gioco (ma che magari poi non verranno utilizzati) e quelli che invece vorremo che NON siano assolutamente usati: quest’ultima lista rappresenta uno dei pochi elementi su cui nessuno potrà applicare modifiche di nessun tipo ed assume un duplice valore. Da una parte lavora come una sorta di X-Card che impedirà a priori l’introduzione di elementi poco graditi, dall’altra (insieme alla lista gemella) inizierà a dare un indirizzo a quanto verrà costruito.

Per capire il, semplice, funzionamento del gioco dovremo quindi introdurre gli altri due “elementi strutturali” del gioco: Eventi e Scene.I primi sono, come suggerisce il nome, episodi di una certa rilevanza avvenuti all’interno di un determinato Periodo. Ad esempio potremmo creare “la razza umana scopre di non essere sola nell’universo”.Le Scene sono invece il massimo livello di dettaglio permesso nel gioco: si tratta di episodi limitati nel tempo che saremo chiamati ad interpretare con lo scopo di arrivare ad una risoluzione. Riprendendo quanto sopra potremmo ad esempio andare ad inscenare il momento in cui “la razza umana e i Krix firmano il cessate le ostilità” o al contrario “Un malinteso diplomatico scatena una sanguinosa guerra”.Ogni Scena sarà accompagnata da una domanda a cui dovremo, in modo corale, trovare risposta e che concorrerà a definire tono e andamento della stessa e della Storia nel complesso. Ad esempio qualcuno potrebbe chiedere “Cosa nasconde, ad inizio summit, sotto la giacca il secondo in comando della flotta Krix?”.Come per gli altri elementi in gioco ogni Scena si chiude stabilendo il Tono (positivo o negativo) di quanto narrato, ma a differenza dei casi precedenti qui la scelta sarà frutto di un'azione corale: sarà il gruppo a stabilire la ricaduta generale in base a quanto messo in Scena.Andando a vedere la struttura a livelli del gioco è facile intuire quindi da dove arrivi il nome del gioco: dovremo, quasi letteralmente, andare ad ingrandire sempre più il livello di dettaglio, esattamente come fossimo sotto la lente di un microscopio.

La lente

E tale concetto viene ripreso anche nel turno di gioco: infatti, a giro,ogni giocatore assumerà proprio il ruolo di Lente, ottenendo un maggior potere narrativo rispetto agli altri.La Lente potrà infatti dichiarare il Focus, ovvero l’elemento della Storia che verrà approfondito, e potrà introdurre fino a due dei tre “livelli” sopra elencati. Gli altri giocatori potranno invece introdurne uno solo.Questo non vuol dire che quel turno andrà come pensato dalla Lente, ma solo che verranno date alcune indicazioni base che potrebbero però prendere un andamento completamente inaspettato.Ad esempio la Lente potrebbe introdurre la nascita di colei che i vaticini indicano come la salvatrice del regno...e un altro giocatore potrebbe invece creare un Evento dove questa finisce sul rogo come eretica.Ultimo elemento narrativo che , ad ogni turno, verrà introdotto saranno i Lasciti: questi sono “pezzi” di storia che si protrarranno per più Eventi (o Periodi).Ad esempio la tragica fine della giovane eroina di cui sopra potrebbe portare alla nascita dei “Cavalieri della fiamma”: un gruppo inizialmente simili ai guerrieri medievali classici che col tempo degenera in un’oscura società che persegue il dominio del mondo.Anche il concetto di tempo sarà funzionale al gioco: potremo decidere di giocare seguendo il normale flusso temporale oppure, se preferiremo, potremo decidere di saltare liberamente da un’epoca all’altra. Magari proprio in risposta a qualcosa introdotto da un altro giocatore in precedenza, o per la curiosità di andare a vedere più nel dettaglio qualcosa dintrodotto in precedenza ma finora trascurato.E non solo il fittizio tempo del gioco sarà ai nostri “ordini” ma anche quello più reale della durata della partita. Saremo noi, come gruppo, a decidere se quanto emerso in una serata sarà sufficiente a soddisfare la nostra voglia di narrazione o se invece vorremo andare avanti per più sessioni ad approfondire quanto viene mano a mano messo sul tavolo. Di fatto quella che nasce come una singola serata di narrazione può trasformarsi senza alcun problema in settimane o perfino anni di cronache.A tal proposito questo aspetto si lega quello che è forse l’unico vero limite di Microscope: la possibilità di introdurre nuovi giocatori all’interno di una Storia già avviata: non tanto per il gioco in sé ma perché, per ovvi motivi, l’ultimo arrivato potrebbe trovare difficoltoso inserirsi e, non conoscendo quanto narrato in precedenza, dare il giusto valore ai diversi elementi.

Quanto esposto è la struttura base, ma tutto sommato molto vicina alla totalità, di Microscope: un magnifico esempio di assoluta semplicità in grado di arrivare a livelli di complessità incredibili e di mescolare senza apparente soluzione di continuo eventi “universali” a scene di vita quotidiana.Nel corso del manuale sono poi elencati i dettagli delle regole, svariati esempi di gioco (assolutamente da non imitare!) e consigli su come far girare al meglio il tutto.Uno in particolare ci sentiamo di riportarlo, se non altro per far capire quale dovrebbe essere la filosofia alla base di questo gioco: collaborate ma non suggerite!Lo scopo di ogni sessione di Microscope infatti, non sarà mai ripetuto abbastanza, è si quello di creare una storia comune dove però ogni singolo partecipante metta la propria personale impronta: sarà quindi vietato tassativamente dare indicazioni agli altri giocatori su cosa inserire o, peggio, come farlo!

Considerazioni

Volendo inquadrare Microscope si potrebbe dire che riesca, in maniera eccellente, a trasformare quella che in altri giochi sarebbe la sessione zero in un vero e proprio atto creativo, capace di dare vita a qualcosa che sia a tutti gli effetti di ogni singolo giocatore presente.Personalmente lo vedo perfetto per essere affiancato ad altri giochi di ruolo che fanno della costruzione della mappa, e degli elementi ad essa legati, uno degli elementi cardine (come ad esempio On Mighty Thews) ma anche per andare a descrivere nel (maggior o minore) dettaglio personaggi o luoghi già presenti in altri prodotti ma di cui sono presenti poche informazioni ufficiali e, ovviamente, per dare vita al proprio setting di gioco.Volendo spingersi oltre, Microscope si potrebbe prestare persino come strumento educativo o come mezzo di introduzione al mondo dei giochi di ruolo, trasformando il semplice atto di raccontare delle storie in qualcosa di più articolato e profondo.In effetti Microscope si presenta come uno strumento potentissimo, il cui unico vero limite saranno coloro che lo utilizzeranno.

Di fatto l'unica vera considerazione da fare su Microscope, oltre alla difficoltà di inserirsi in corso d'opera, riguarda proprio la pressione creativa che alcuni partecipanti potrebbero percepire: se come giocatori si è più abituati a “farsi prendere per mano” e partecipare in maniera poco proattiva o creativa non è così impossibile che ci si possa trovare, almeno inizialmente, nella situazione di non sapere cosa dire o cosa fare e pensare che ogni idea possa essere “sbagliata”. Nella realtà dei fatti si tratterà solo di dare fiducia al sistema e capire che in un gioco dove siamo liberi di dare vita a qualunque cosa, non solo nulla potrà essere sbagliato ma, anzi, forse proprio il nostro contributo potrebbe essere la scintilla necessaria a far divampare il fuoco della fantasia altrui e portare alla nascita di Storie incredibili.

Gioco adatto a…

Per sua stessa natura Microscope è adatto a chiunque, indipendentemente da età o pregresse esperienze di gioco: unico requisito richiesto sarà avere la voglia di partecipare alla costruzione di un Storia fatta di storie, con la consapevolezza che tutti avranno lo stesso potere e dove nulla, o quasi, sarà da ritenersi intoccabile a priori, e volersi lasciar trasportare dal flusso della creatività che verrà a crearsi verso il quasi sicuro traguardo della meraviglia.

Conclusione

Se qualcuno dovesse mai chiedermi quali sono stati i momenti cardine dell’evoluzione del gioco di ruolo credo che, in una ipotetica lista, ci sarebbero almeno tre elementi costanti: D&D, che ha dato il via a tutto, il sistema Powered By the Apocalypse di Vincent Baker, che ha “ricreato” il tutto, e l’avvento di Microscope che, in un certo senso, ha ribaltato il tavolo mostrando a tutti quella che dovrebbe essere la vera essenza del giocare di ruolo: sedersi ad un tavolo e collaborare alla creazione di Storie Epiche.

Ed è una cosa che gli riesce veramente bene: il sistema di gioco frattale è estremamente semplice e, allo stesso tempo, perfettamente adatto allo scopo. Probabilmente, nelle primissime fasi anche i giocatori più esperti potrebbero trovarsi impreparati a dover gestire tutto il potere narrativo che Microscope concede ma in seguito, una volta capito che quando si tratta di creare Storie nulla è giusto o sbagliato a priori, si potrà assaporare a pieno il gusto di lasciar andare a briglie sciolte la propria fantasia e apprezzare le inaspettate scoperte che possono nascere dal condividere con gli altri idee e pensieri. Insomma: da giocare almeno una volta nella vita.