Picard episodio dieci: Et in Arcadia Ego pt. 2. Tutti riferimenti e le citazioni della saga di Star Trek

L'ultimo, emozionante episodio della prima stagione di Star Trek Picard contiene citazioni della saga, ecco cosa abbiamo trovato

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a cura di Manuel Enrico

Con la seconda parte di Et in Arcadia Ego, si conclude la prima stagione di Picard, la serie di Amazon Prime Video che ha riportato il celebre capitano interpretato da Patrick Stewart in azione. I dieci episodi che hanno composto questa prima stagione di Picard hanno mostrato un approccio che si base principalmente sull’effetto nostalgico della figura di Picard, appassionando gli spettatori puntando alla caccia alle citazioni della saga di Star Trek, la serie di Amazon Prime Video ha comunque mostrato degli spunti interessanti che possono aiutare a portare avanti il mito dell’universo creato da Gene Roddenberry.

ATTENZIONE: Quanto segue contiene una serie di importanti spoiler sul decimo episodio di Star Trek Picard, siete avvisati!

Come per i precedenti episodi (Ricordi, Mappe e Leggende, La fine è l'inizio, L'Assoluta Verità, Cronache di Stardust City, La scatola impossibile, Nepenthe, A pezzi e Et in Arcadia Ego pt.1), anche la seconda parte dei Et in Arcadia, Ego contiene numerosi richiami alla lunga vita di Star Trek. Ecco cosa abbiamo scovato.

Vulcaniani e Romulani

È oramai assodato che i Romulani siano una diramazione dei Vulcaniani, una spaccatura risalente al periodo dell’introduzione della filosofia di Surak, che predicava il controllo delle emozioni. I Vulcaniani che non accettarono questo precetto lasciarono il pianeta, stabilendo le radici della cultura romulana. Questi dettagli sono stati precisati nell’episodio della serie classica La navicella invisibile e nell’arco narrativo di Enterprise in cui Archer approfondiva, in modo poco ortodosso, la propria conoscenza della cultura vulcaniana.

Durante la spiegazione del mito della Distruttrice che Narek fa ai compagni di Picard cercando il loro aiuto, il romulano precisa che questa mitologia risale a un periodo antecedente all’arrivo dei propri antenati su Vulcano. Attenzione, non su Romulus, ma su Vulcano. Che sia un errore? Non esattamente.

Il riferimento potrebbe essere alla teoria della panspermia, concetto che in Star Trek ricorre sia nella serie classica che in The Next Generation.

Nell’episodio della serie classica Ritorno al domani, Kirk e compagni vengono in contatto con una strana razza di alieni, che si professano come gli artefici della dispersione di vita nell’universo. Kirk si oppone sostenendo che questo principio andrebbe contro le teorie evoluzioniste, ma Spock non concorda, trovando affascinante questa teoria, confessando che i vulcaniani non sono in realtà una specie autoctona del pianeta.

Nell’episodio della sesta stagione di The Next Generation Il segreto della Vita, la teoria della panspermia viene nuovamente utilizzata per rendere ‘canonico’ il fatto che una specie senziente, in tempi remotissimi, abbia portato la vita in tutta la galassia.

Sempre in The Next Generation, inoltre, viene confermato l’idea che i Vulcaniani non siano una specie autoctona di Vulcano, quando nell’episodio Prima Direttiva scopriamo che l’equipaggio dell’Enterprise sta studiando una razza proto-vulcaniana su un remoto pianeta, dando credito alla rivelazione di Spock in Ritorno al domani. Una teoria che avvalora la frase di Narek sui propri antenati.

Il passato di Sette di nove

Durante lo scontro nel Cubo tra Sette di Nove e Narissa, la romulana provoca l’ex-B cercando di ferirla ironizzando sul suo passato:

‘La Regina triste Annika, per il suo sesto compleanno ha avuto in regalo una bella assimilazione’

Il riferimento è all’episodio La Raven di Star Trek Voyager, in cui veniva raccontato il momento dell’assimilazione di Sette di Nove nella Collettività Borg, quando l’astronave su cui viaggiava assieme ai suoi genitori, la Raven, che in seguito ad un incidente si schianta su un pianeta. L’unica sopravvissuta allo schianto, la piccola Annika, viene trovata dai Borg ed assimilata nella Collettività, diventando Sette di Nove.

Ricordo più piacevole per Sette di Nove è il Kal-toh, gioco meglio noto come scacchi vulcaniani. In Et in Arcadia Ego, vediamo Sette di Nove mentre sfida Raffi ad una partira, che viene interrotta dalla partenza de La Sirena. Probabilmente avrebbe vinto Sette di Nove, considerato che la ex-B è un’abile giocatrice, come hanno mostrato le diverse puntate di Star Trek Voyager in cui la abbiamo vista giocare con altri membri dell’equipaggio.

La manovra di Picard

Sembra evidente che Agnes Jurati non ha studiato bene la storia di Picard. In occasione dello scontro con i romulani in orbita intorno a Coppelius, Agnes cita la Manovra di Picard, sbagliando però l’astronave con cui Picard realizzò questo trucchetto, facendosi riprendere dall’ammiraglio, che precisa che la sua manovra venne fatta non con l’Enterprise ma con la Stargazer. Il riferimento è all’episodio di The Next Generation La Battaglia.

In compenso, Agnes è preparata sulle frasi tipiche di Picard, visto che è proprio lei a citare una delle tipiche espressioni di Picard!

Sterminare i sintetici!

La flotta romulana guidata da Ho ha le idee molto chiare su come gestire la minaccia sintetica: sterilizzare il pianeta! Scelta condivisa spesso nella fantascienza (da Aliens – Scontro Finale a i Dalek di Doctor Who), questa decisione della spia romulana ha un precedente nella serie classica che potrebbe avere un forte legame con Picard.

Nell’episodio della serie classica La Sfida, l’Enterprise entrava in contatto con una sonda aliena, Nomad, intenzionata a eliminare la vita organica nella galassia, sterilizzando ogni pianeta. A fermarla, fu Kirk, l’unico che la sonda accettasse come interlocutore, ritenendolo il suo creatore. Questo strano rapporto ricorda molto la trama del primo film al cinema di Star Trek, in cui la misteriosa sonda V’ger faceva rotta verso la Terra per cercare il suo Creatore.

Nel film veniva spiegato che V’Ger era la sonda terrestre Voyager, che dopo esser giunta malfunzionante su un pianeta abitato da forme di vita sintetiche era stata riparata per completare la sua missione di raccolta di informazioni sullo spazio e poter tornare a casa. E se questo pianeta di creature sintetiche ha salvato Voyager fosse lo stesso pianeta verso cui era diretta la richiesta di soccorso del radiofaro dei sintetici di Coppelius?

Il trattato di Algeron

Come al solito, Riker arriva al momento giusto per salvare la situazione. Per fermare Oh, l’ex Numero Uno non esita a citare il Trattato di Algeron, accordo intergalattico siglato nel 2311 che regolava le relazioni intergalattiche tra Federazione e Impero Romulano, compreso l’annessione di pianeti, la creazione della Zona Neutrale e il divieto di sviluppare tecnologie di occultamente da parte della Federazione (costringendo la Flotta Stellare ad usare qualche escamotage in tal senso, come ben sanno Sisko e Worf).

L’importanza di questo trattato emerse nell’episodio di Star Trek The Next Generation La Pegasus, quando Riker fu costretto ad affrontare un dilemma morale riguardante il suo precedente comandante, il capitano Pressman, che aveva effettuato degli esperimenti che violavano il Trattato di Algeron.

Curioso come al trattato sia legata anche l’ultima volta che Jonathan Frakes aveva indossato i panni di Riker prima di Picard. L’episodio finale di Enterprise, Federazione prossima frontiera, infatti, era il racconto di come si era arrivati alla nascita della Federazione, un momento storico che Riker e Troy avevano ricreato sul ponte ologrammi della Enterprise-D. Riker aveva scelto di vedere questa ricostruzione per poter prendere la sua decisione in merito al capitano Pressman, ricordando i principi fondamentali che avevano portato alla nascita della Federazione.

Data

La prima stagione di Picard ha sempre avuto Data al centro della storia. Giustamente, quest’ultima puntata rappresenta una chiusura sulla storia del robotico personaggio interpretato da Brent Spiner. Dopo gli eventi di Nemesis, in cui Data si sacrificava per salvare Picard a bordo della Scimitar di Shinzon, le memorie dell’androide erano state riversate all’interno del suo fratello meno evoluto, B-4.

Ecco perché, contrariamente a Picard, Data non ha memoria della sua morte, dato che la sua versione presente nella matrice quantica è, a tutti gli effetti, un back up precedente alla sua morte. Questo, tuttavia, risulta interessante, dato che potrebbe aprire ad interessanti sviluppi anche per l’altra serie di Star Trek, Discovery, dove la sintetica Airam aveva scaricato nel computer della Discovery la propria memoria, prima di sacrificarsi per l’equipaggio.

In occasione dell’incontro nella matrice quantica tra Data e Picard, abbiamo modo di vedere una sfilata di divise della Flotta Stellare, da quella mostrata nella seconda stagione di The Next Generation sino a quella più attuale, indossata da Riker, quando appare alla guida dell’armata della Flotta Stellare.

Tornando a Data, Et in Arcadia Ego è la puntata della saga di Star Trek in cui l’androide finalmente raggiunge il suo obiettivo: essere umano. Data ha compreso il senso dell’essere umani, e chiede un ultimo favore a Picard: aiutarlo a morire. La richiesta sorprende Picard:

“Tu vuoi morire”

“Non esattamente, signore. Io voglio vivere, seppure brevemente, sapendo che la mia vita ha una fine. La mortalità dà valorare alla vita umana, capitano”

Questa convinzione di Data era già stata manifestata dall’androide in passato. Nel doppio episodio di The Next Generation Un mistero dal passato, Data scopriva che in un non meglio precisato futuro sarebbe morto, finendo indietro nel tempo sino al XIX secolo. La rivelazione non lo sconvolse, ma anzi si sentì sollevato ed era lieto di sapere che avrebbe raggiunto uno degli elementi essenziali dell’umanità, la sua mortalità

Ed è nella morte di Data che si vede un altro richiamo alla sua umanità, nella sua passione per un personaggio letterario iconico come Sherlock Holmes. Un’ammirazione che l’androide ha manifestato in episodi di The Next Generation come Elementare, caro Data o La nave in Bottiglia, dove nelle ricostruzioni del ponte ologrammi Data indossava delle giacche da camera ispirate al periodo di storico di Holmes. Nel suo ultimo momento di vita, Data sfoggia un abbigliamento che ricorda proprio quegli abiti storici.

E in sottofondo, Blue Skies, canzone che ci aveva accolti nel primo episodio di Picard e che Data aveva cantato al matrimonio di Riker e Troy in Nemesis. Curiosità, se in Ricordi il brano era nella versione di Bing Crosby, per l’addio a Data ci si è affidati alla voce di Isa Briones, l’interprete di Soji. Come una figlia che con dolcezza saluta per l’ultima volta il padre.

Sono vivo?

Il tema dell’intelligenza artificiale è da sempre al centro della narrazione fantascientifica, e Star Trek non si è certo sottratta a questa sfida. Nella serie classica, i robot erano presentati secondo i canoni classici della fantascienza, mentre in The Next Generation, grazie alla presenza di Data e a nuove suggestione della narrativa fantascientifica, si era cercato di andare verso nuovi orizzonti.

L’episodio La misura di un uomo è il punto di partenza di questa lunga analisi in chiave trekkie, base anche per Picard. Data era considerato ancora un oggetto, una formidabile strumentazione da studiare, su cui Bruce Maddox voleva mettere le mani. In quell’occasione, Picard si battè per far riconoscere il diritto all’esistenza del proprio ufficiale, non un oggetto ma una forma di vita. Al centro del dibattimento c’era l’enigma cartesiano ‘Cogito ergo sum’, utilizzato come fine per definire la realtà di una forma di intelligenza.

Non è un caso che al suo risveglio nel suo nuovo corpo, Picard chieda proprio

“Ora sono reale?”

Condivide il dubbio che aveva infestato i pensieri di Soji scoprendo la sua natura, lo stesso principio di determinazione che aveva guidato Data nella sua ricerca della propria umanità

Una tempesta emotiva

Nel dare l’addio al suo amico sintetico, Picard cita un passo di un’opera di Shakespeare, La tempesta

“Noi tutti siamo fatti della materia di cui sono fatti i sogni, e la nostra breve vita è interamente racchiusa nel sonno”

La frase, nell’opera shakespeariana, era recitata da Prospero. Personaggio interpretato proprio da Data durante una messa in scena de La Tempesta sul ponte ologrammi nell’episodio di The Next Generation Una nuova vita.

Per arrivare…

Abbiamo dovuto aspettare dieci episodi, ma alla fine ne è valsa la pena. La scena con cui si conclude la prima stagione di Picard è una strizzatina d’occhio perfetta ai fan di lunga data della serie, un condensato di Star Trek in cui il motivetto classico di Star Trek accompagna la leggendaria frase di Picard: Attivare!

È questa la cifra stilistica di Picard, il costruire una nuova storia, diluita troppo ma comunque godibile, appoggiandola sul carisma del personaggio di Stewart e giocando con i sentimenti dei nostalgici trekkie. Da notare come si sia cercato di lavorare al meglio su questo aspetto, utilizzando in modo intelligente la colonna sonora, in cui le sonorità più iconiche della saga compaiono nei momenti giusti, per enfatizzare gli eventi e stimolare ulteriormente il senso di familiarità nello spettatore.

E ora inizia l’attesa per la seconda stagione di Picard, sperando che possa davvero portarci dove nessun uomo è mai giunto prima!

Se non volete salutare il buon Jean-Luc, potete colmare la sua assenza con questa action figure