Prima Vennero: un chamber LARP che colpisce duro | la recensione

Prima Vennero è un LARP da camera dove vestiremo i panni di persone che si trovano di fronte ad una tragica scelta: consegnare uno di loro al regime nazista o essere catturati tutti.

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a cura di Silvio Colombini

Prima Vennero, creato da Chaos League ed edito da MS Edizioni, è un Larp da camera d’ispirazione storica per 3-5 persone. In un misto tra realtà e finzione scenica saremo chiamati a vestire i panni di coloro che agli occhi della Germania di epoca nazista vennero catalogati come problematici, inferiori o anche  “solo” indesiderati. Reietti che aspirano semplicemente a sopravvivere. Sapendo che per farlo sarà necessario che uno di noi venga sacrificato alla “bestia”...

Prima Vennero: il gioco di ruolo

Come di consueto prima di parlare del gioco vero e proprio diamo una rapida occhiata al prodotto in sé. Segnaliamo che nella versione base avremo tra le mani solo il volume di gioco; qui parleremo della versione deluxe che contiene alcuni elementi aggiuntivi che, va detto, nel complesso non vanno ad alterare in alcun modo l’esperienza. Prima Vennero si presenta come una piccola scatola di cartone al cui interno troviamo il manuale del gioco di ruolo vero e proprio (un brossurato di 136 pagine) e, in questa versione, cinque bende nere e una copia “libera” delle schede di ciascuno dei sei personaggi che potremo interpretare. Dal punto di vista qualitativo nulla da dire: pur non essendo un “nobile” cartonato, il manuale ha retto molto bene a spostamenti e letture piuttosto serrate.La stessa cosa purtroppo non si può dire della scatola: paradossalmente, per un elemento chiamato a contenere e proteggere, si è rivelato di cartone troppo delicato, al punto da portarci a decidere di lasciarlo al sicuro a casa mentre portavamo in giro il manuale.Dove Prima Vennero eccelle, come prodotto, è senza dubbio l’aspetto editoriale: non solo non ricordiamo un singolo errore, ma ogni pagina è una piccola opera d’arte. Ciascuna, per stile e impaginazione, sembra arrivare da un diverso volume ma la cosa, nel complesso, non disturba (sebbene, in qualche raro caso, renda un filo difficoltosa la lettura). Quanto ai contenuti possiamo dividere il tutto in tre sezioni: regole (le prime 70 pagine), sezione dedicata all’approfondimento dei personaggi (circa 40 pagine) e l’ultima che contiene quattro mini-saggi.

L’antefatto

La Gestapo sta salendo le scale. Sapevi che prima o poi sarebbe successo: tutto di te, quello che sei, quello che hai fatto, ti rende un bersaglio perfetto per il loro insensato odio, per il loro fanatismo. Quello che non sapevi è che sarebbero arrivati così presto, molto prima di aver organizzato un piano di fuga! Questo ti lascia una sola scelta: nasconderti in soffitta; sperando che, con la giusta attenzione, si stanchino prima di trovarti. Quello che non ti aspettavi era di essere solo uno dei bersagli di quella insensata caccia: chiuse al buio con te ci sono altre persone. Un lampo ti attraversa la mente, e sai che è la stessa cosa è successa a tutti i presenti: siete troppi perché quei folli se ne vadano senza un trofeo da mostrare ai loro superiori; se uno di voi non si offrirà alla Gestapo verrete catturati tutti. E con questa illuminazione ne arriva un’altra, ben più umana: tutti volete vivere, nessuno si farà avanti spontaneamente. La scelta di chi dovrà sacrificarsi dovrà essere frutto di una decisione corale. Pochi metri più sotto la Gestapo ha appena sfondato la porta del tuo appartamento. Decidi di prendere la cosa come un segno: allunghi una mano nel buio, a toccare la persona a te più vicino, e cominci a parlare…

Questa è la premessa che da il via a “Prima Vennero”, che ci metterà nei panni di soggetti invisi al regime nazista. Persone umane, ben lontane dallo stereotipo dell’eroe senza macchia e senza paura che saranno messi di fronte ad una scelta spietata e crudele: sacrificare uno di loro o morire tutti.

I rifugiati in soffitta

Persone e non eroi. Ecco descritto in modo sintetico cosa saremo chiamati a interpretare. Purtroppo, per evitare di fare spoiler, non potremo scendere nei dettagli dei singoli personaggi (anche se, va detto, all’atto pratico anche avere tutte le info difficilmente inciderà in qualche modo sull’esperienza che andremo a vivere). Basati su persone realmente esistite, i sei personaggi proposti sono quanto di più lontano possibile dall’eroe senza macchia e senza paura. Anzi al contrario tutti avranno una colpa, qualcosa che, pur esendo la cosa "giusta" da fare in un modo o in un altro ha danneggiato qualcuno, spesso in modo irreparabile. Ma ovviamente non sarà solo questo a caratterizzare chi andremo ad impersonare.

Per ogni Personaggio avremo infatti una scheda in tre parti:

  • Passato: come suggerisce il nome ci fornirà alcune, fondamentali informazioni per imparare a conoscere meglio il nostro alter ego. Qui sarà presente una scelta presa che in qualche modo vi ha portato all’attuale situazione
  • Parte del Problema: che vi piaccia o meno, tutti i presenti hanno fatto qualcosa che risulterà nefando. odioso e imperdonabile a tutti gli altri
  • Parte della Soluzione: a bilanciare quanto fatto, ogni Personaggio porterà con sé qualcosa che potrebbe riscattarlo agli occhi dei presenti, del mondo e di se stesso. Un piano, un progetto, qualcosa in divenire che contribuirà a rendere migliore il mondo.

Questa è lo scheletro fondamentale che sostiene i Personaggi, in realtà ci sono altri piccoli elementi che contribuiscono ad arricchirne i profili e, soprattutto, a sfruttare ganci narrativi e interpretativi (come, ad esempio, il posesso di una divisa nazista o di un tesoro nascosto).Importante specificare che sebbene il materiale fornito sia sufficiente non è esaustivo. E questo volutamente: gli autori hanno così voluto obbligare i partecipanti ad riempire in modo autonomo gli spazi vuoti (o eventuali dimenticanze che dovessero presentarsi durante il gioco). Un modo semplice ed efficace per personalizzare i rifugiati e, allo stesso tempo, aumentare il legame con essi.

Il gioco

Volendo ridurre ai minimi termini, potremmo definire Prima Vennero una chiacchierata tra sconosciuti. Ma una chiacchierata tesa, difficile, costellata di momenti difficili e accompagnata dalla consapevolezza che decreterà la fine di una persona o di tutto il gruppo. Nella prima parte ogni partecipante dovrà presentare il proprio Personaggio portando in scena un flashback del proprio passato. Pochi minuti a testa (circa cinque) dove dovremo condividere con gli altri una importante decisione presa in passato.Nella seconda parte, la cui durata varia da circa mezz'ora a cinquanta minuti, dove saremo chiamati a sviscerare le angosce, i sogni e le speranze dei Personaggi. Sarà qui che dovremo anche dire agli altri cosa abbiamo fatto per diventare parte del problema (e come la cosa ci abbia segnato) e quali sono i nostri progetti per diventare parte della Soluzione. Alla fine di tutto, condizionati da come si sarà dipanata la narrazione saremo chiamati a decidere chi dare in pasto agli orridi mastini della tirannia. A tale decisione si arriverà con una votazione dove, proprio perché non siamo Eroi e vorremmo continuare a vivere, non potremo votare per noi stessi. Importante sottolineare che quest’ultimo atto non verrà effettuato interpretando i nostri personaggi: saremo noi Giocatori a dover decidere. Non dovremo valutare quanto avvenuto filtrandolo con gli occhi del Personaggio, ma bensì scegliendo secondo le nostre personali, e reali, motivazioni. Gli stessi autori ci spiegano che questo è voluto proprio per rendere il giocatore elemento partecipe e consapevole del peso che comporta una scelta di questo tipo, e poterla così interiorizzare e analizzare meglio. Una volta arrivati ad una decisione (o ad una sua mancanza) procederemo a narrare, in forma scritta, l’epilogo del nostro Personaggio.

Prima Vennero: la colonna sonora

Ad accompagnarci lungo tutta l’esperienza che vivremo in Prima Vennero ci sarà una colonna sonora appositamente creata, scaricabile tramite un QR-code presente nel manuale. Oltre ad essere presente una traccia dedicata al flashback di ciascuno dei personaggi, vi sono anche tracce per la scena principale e per la chiusura. La colonna sonora avrà una triplice funzione. La prima, forse la più ovvia ma non certo la meno importante, è quella di contribuire a creare la giusta atmosfera.La seconda è quella di “condurre” il gioco introducendo elementi ambientali e suggerimenti che potranno essere sfruttati per sviluppare la storia. Da ultimo la traccia principale (dalla durata diversa in funzione del numero di giocatori) determina il tempo che avremo a nostra disposizione non solo per giocare ma anche per arrivare a decidere chi dovrà essere sacrificato. Non riuscire a prendere questa decisione prima del termine dell’audio porterà al finale più tragico. Giusto segnalare che non solo la reale durata della traccia principale è alterata dalla presenza di un po’ di silenzio al termine ma per ognuna è presente una versione alternativa di diversa durata: in questo modo non sapremo mai quanto tempo abbiamo realmente a nostra disposizione e sentiremo la pressione di agire con urgenza.

Fuori dalla soffitta

A conclusione del tutto c’è un ritaglio di debriefing che sebbene tecnicamente non faccia parte della narrazione è caldamente consigliato effettuare. Un momento in cui i giocatori, ora liberi di essere nuovamente loro stessi, sono chiamati a parlare di ciò che hanno appena vissuto e di cosa hanno apprezzato (o detestato) del loro alter ego. Non solo: gli autori invitano espressamente a far sì che l’esperienza di gioco non si fermi qui, ma possa avere ripercussioni positive nella vita di tutti i giorni Lungo tutto il manuale, e in un apposita sezione, sono inoltre presenti consigli per vivere l’esperienza di Prima Vennero nel modo più sicuro e confortevole possibile. A tal proposito, come diremo a breve, ci sentiamo di sottolineare di non sottovalutare queste buone pratiche.

Considerazioni

Prima Vennero non è un gioco adatto a chiunque. Anzi, sarebbe più corretto dire che è un'esperienza per pochi. Fin da prima di iniziare, quando saremo chiamati a scegliere chi interpretare, verremo messi di fronte a tematiche e situazioni che potrebbe essere difficile affrontare e gestire. Abbiamo qui un ottimo esempio di qualcosa che da in funzione di quanto si è disposti a concedere. E perché l’esperienza riesca nel più significativo dei modi si deve essere disposti a dare molto. Come per tutti i giochi di questo tipo se decideremo di impegnarci a fondo non sarà difficile vivere un’esperienza che potrebbe lasciare il segno. E, attenzione, lo diciamo senza alcuna connotazione negativa, ma come onesto atto di riconoscimento della cosa: molto facilmente uscirete da questa esperienza toccati in qualche modo.E onestamente riteniamo che affrontare la cosa in maniera diversa vorrebbe dire precludersi Prima Vennero nella sua reale essenza. Al singolo aspirante giocatore valutare se questa sia una cosa che si abbia la voglia (e la capacità) di fare. Come già accennato il manuale presenta (e consiglia di usare) diverse pratiche per approcciarsi a Prima Vennero. Inutile ribadire che non solo riteniamo che sia corretto fornirle, ma che sia fondamentale non solo includerle ma rispettarle nel modo più rigoroso possibile: solo così sarà possibile affrontare il tutto nel modo migliore possibile.

Gioco indicato per

Visto le tematiche trattate e il modo in cui spinge a fare decisioni dure e difficili, il principale e fondamentale requisito per affrontare nella giusta maniera Prima Vennero non può che essere la maturità. E a questa sarà altrettanto fondamentale affiancare una schietta capacità di autocritica e autovalutazione: prima di “chiudersi nella soffitta” sarà importante chiedersi se si è davvero in grado di dare, e accettare, quello che questo tipo di esperienza richiede, evitando quanto più possibile facili, e tentatori, escapismi: per intenderci, quello che in altri giochi sarebbe una normale battuta o una semplice deviazione, qui, sotto il peso della situazione, avrebbe invece l’immediato effetto di rompere l’atmosfera e, con essa, tutto il concetto alla base di Prima Vennero. Ne consegue che un altro pilastro portante per affrontare Prima Vennero sarà la capacità di capire se è il caso di fermarsi e uscire dal gioco: Da ultimo, ma non meno importante, è necessario avere vicino il gruppo giusto: non tanto per gestire le parti meccaniche o la storia, ma per sapersi supportare reciprocamente durante e dopo il gioco, nel caso (non così improbabile) che il carico emotivo si faccia importante.

Conclusioni

Prima Vennero è un'esperienza che va affrontata con la giusta consapevolezza: per riuscire bene potrebbe chiedere un prezzo che non tutti siamo disposti a pagare per “giocare”; la possibilità di metterci dentro più di quanto preventivato all’inizio non è così remota, e sarà necessario chiedersi fin da subito se si vuole davvero riversare tanto in una sessione di gioco. Tuttavia, una volta portato a termine, Prima Vennero potrebbe farvi vedere le cose , a partire da voi stessi, in maniera diversa da quando avrete cominciato e fornire interessanti spunti di riflessione.