Battlestar Galactica Starship Battles recensione

Battlestar Galactica Starship Battles è un gioco di adrenalinici combattimenti spaziali tra miniature di veloci caccia stellari ambientato nell’universo reso famoso dalla fortunata serie TV Battlestar Galactica.

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a cura di Davide Vincenzi

Battlestar Galactica Starship Battles, pubblicato da Ares Games e con una localizzazione in lingua italiana prevista ad opera di Tesla Games fra Aprile e Maggio 2019, è un gioco di combattimento spaziale con miniature di astronavi basato sulle serie TV di Battlestar Galactica.

Con lo Starter Set di Battlestar Galactica Starship Battles, oggetto di questa recensione, da due fino a quattro giocatori potranno sfidarsi in emozionanti dogfight tra i caccia stellari Viper delle Colonie e i letali Raider dei Cyloni. Sebbene questo Starter Set sia ambientato nella serie Reimagined, quella andata in onda tra il 2004 e il 2010, con le future espansioni sarà possibile giocare anche durante la serie Classica, quella prodotta alla fine degli anni Settanta (1978-1980).

È, inoltre, importante sottolineare che il gioco, in realtà, non ha un vero limite di numero di giocatori, poiché con le future espansioni, o utilizzando più di uno Starter Set, è possibile introdurre un qualsiasi numero di astronavi e, di conseguenza, di giocatori.

Le dodici Colonie di Kobol

Iniziamo spendendo due parole sul brand Battlestar Galactica che ovviamente fa da sfondo a Battlestar Galactica Starship Battles , per chi non dovesse conoscerlo.

La trama alla base della serie TV è piuttosto interessante e ricca di riferimenti religiosi e mitologici. Le vicende della serie più recente, una via di mezzo tra un reboot e un sequel che vi consigliamo vivamente di guardare, se non lo avete mai fatto, hanno origine in un lontano passato molto tempo prima di ciò che vedremo nella serie, quando l’umanità viveva assieme a i propri dei (Zeus, Apollo, Athena e tutti gli altri nomi della mitologica ellenica) sul pianeta Kobol.

All'alba di un non precisato e terribile disastro, su suggerimento degli dei, gli umani fuggirono da Kobol su delle astronavi e fondarono una nuova civiltà su dodici pianeti, le dodici colonie di Kobol, e chiamarono ogni pianeta e relativa colonia con il nome di una delle costellazioni dello zodiaco. Questi insediamenti prosperarono, fino a quando costruirono una nuova forma di vita robotica, i Cyloni, che si ribellarono e mossero guerra agli umani.

All'inizio della serie TV, la guerra è terminata ormai da quarantanni e la pace regna tra gli umani e i Cyloni. Di quest’ultimi, ritiratisi su un remoto e sconosciuto pianeta sin dalla fine del conflitto, non si ha più notizia, fino a quando non decidono di scatenare una nuova guerra con un attacco nucleare repentino e inaspettato.

Le dodici colonie vengono così completamente distrutte e solo poche decine di migliaia di esseri umani riescono a sfuggire a questo olocausto su delle navi spaziali protette dal Galactica, una nave di classe “battlestar” che stava per andare in disarmo proprio durante l’attacco Cylone.  Da questo momento in poi, la piccola flotta di superstiti viaggerà per la galassia, sempre tallonata e attaccata dalle navi Cyloni, alla ricerca del pianeta abitato da una leggendaria tredicesima colonia di profughi di Kobol. Un pianeta chiamato Terra.

Un gioco “of Glory”

Battlestar Galactica Starship Battles è un gioco sviluppato da Andrea Angiolino, con la collaborazione di Andrea Mainini, e si vede.

Infatti, è evidente come questo titolo sia basato sul motore di gioco “of Glory, così chiamato perché alla base dei giochi Wings of Glory (a sua volta una riedizione di Wings of war, è un gioco di duelli aerei. Ne esistono due versioni, quella relativa alla Prima guerra mondiale e quella relativa alla Seconda) e Sails of Glory (un gioco di battaglie navali in epoca napoleonica) entrambi sviluppati da Andrea Angiolino e, nel caso del gioco navale, da Andrea Mainini.

La caratteristica chiave di questo sistema di gioco, infatti, è alla base anche di Battlestar Galactica Starship Battles e consta nell'utilizzo di miniature per rappresentare i velivoli o le navi e l’uso di carte per visualizzare ed effettuare le manovre che questi mezzi appronteranno. Nonostante ciò, sarebbe comunque errato e riduttivo definire questo titolo come un “Wings of Glory nello spazio”, poiché sono molte e interessanti le differenze e le novità introdotte, per ben rendere uno scontro tra caccia stellari e rimanere fedeli a quanto mostrato nella serie TV.

Battlestar Galactica Starship Battles vs X-Wing

Fughiamo subito i dubbi a chi si stia chiedendo se Battlestar Galactica Starship Battles altro non sia che un clone del celebre gioco di combattimento spaziale X-Wing (giunto alla sua edizione 2.0) di Fantasy Flight Games e pubblicata in Italia da Asmodee Italia. No, non lo è.

I due giochi, pur trattando di combattimenti tra astronavi, sono sostanzialmente differenti; ognuno di questi due titoli, infatti, affronta il combattimento nello spazio tra miniature in modo completamente diverso e ha uno scopo completamente diverso. Non sono quindi paragonabili, ma possiamo tranquillamente sostenere che ognuno dei due offre la migliore esperienza nel proprio “settore”.

Il prodotto ambientato nell’universo di Star Wars è più rivolto a una sfida “uno contro uno” (con una massiccia dose di deck-building per creare il mix perfetto di piloti, armi e gadgets) e ha una spiccata propensione agli scontri da torneo. Inoltre, è di fatto più un classico dogfight tra aerei ambientato nello spazio che un gioco che tenga conto delle leggi della fisica nello spazio, proprio come i film della saga da cui è tratto.

Battlestar Galactica Starship Battles, come vedremo, è invece più orientato verso uno stile di gioco più corale e legato al multiplayer, concentrandosi maggiormente su un aspetto quasi “narrativo” del gioco. Inoltre, sebbene si faccia anche qui uso di mazzi di carte, queste sono più o meno le stesse per entrambe le fazioni, assicurando un’esperienza più equilibrata e maggiormente rivolta al volo e alle manovre. Infine, proprio come nella serie TV, lo spazio non è solo uno sfondo nero, ma ne vengono tenute in considerazione, con le dovute semplificazioni, le leggi della fisica che lo governano.

Un regolamento modulare

Battlestar Galactica Starship Battles ha un sistema di regole piuttosto semplice e snello ma al contempo profondo e soddisfacente. Pur nella sua semplicità, comunque, il regolamento potrebbe risultare un pochino ostico per un giocatore inesperto del mondo dei giochi da tavolo, ecco perché potrebbe essere una buona idea introdurre le regole più complesse un po’ alla volta.

E il gioco, in questo ci viene in aiuto. Il libretto del regolamento, infatti per prima cosa introduce un insieme di Quick Start Rules che pone le basi per iniziare a giocare in modo davvero semplice. Una volta padroneggiate queste regole di base, non sarà particolarmente complesso passare al Regolamento Completo per poi, infine introdurre le numerose regole opzionali che vanno a rendere il gioco un’esperienza ludica davvero notevole.

C’è però un altro fattore che potrebbe scoraggiare il giocatore occasionale: al momento Battlestar Galactica Starship Battles, pur essendo di produzione tutta italiana, è disponibile attualmente solamente in lingua inglese anche se è stata annunciata la messa in produzione di una localizzazione in italiano ad opera di Tesla Games. Sebbene il gioco in sé sia praticamente indipendente dalla lingua, se non si mastica almeno un pochino l’idioma di Albione si potrebbe fare un po’ di fatica a comprendere il regolamento e il testo di alcune carte (carte pilota, talenti e difetti) da utilizzare con alcune regole opzionali.

Frak! Lanciare i caccia!

La fase di setup del gioco è davvero rapidissima: dopo aver delimitato una superficie di almeno 75x75 cm, ogni giocatore riceve la propria astronave e relativa basetta, la carta riassuntiva della propria nave e il relativo mazzo delle manovre. Ogni tipo di nave spaziale, infatti, ha un mazzo di carte manovra dedicato; sebbene le manovre siano bene o male equivalenti, ci saranno piccole variazioni, come ad esempio un diverso angolo di virata in una manovra a curva stretta, a rappresentare le differenze di manovrabilità tra una nave e l’altra.

Fatto ciò, ogni giocatore prende un pannello di controllo e un righello per la gittata, quindi si formano le pile dei vari segnalini che potrebbero essere usati durante la partita. È importante che i segnalini danno siano a faccia in giù, così da non mostrare i valori di danno che infliggono.

Le Quick Start Rules

Uno dei pregi di Battlestar Galactica Starship Battles è che durante il turno di gioco tutti i giocatori agiscono praticamente in contemporanea e vengono meno, quindi, tutti quei tediosi tempi morti in cui un partecipante deve attendere che il proprio avversario abbia terminato tutte le sue mosse prima di poter giocare. Ciò rende il gioco più rapido e restituisce maggiormente quella sensazione di velocità tipica degli scontri tra caccia stellari visti sullo schermo. Grazie a ciò, anche le partite sono piuttosto rapide, attestandosi su tempi che vanno tra i 30 minuti e l’ora di gioco.

Ogni turno di gioco è diviso in tre fasi:

  • Pianificare il movimento
  • Eseguire il movimento
  • Fare fuoco

Durante la fase di pianificazione, il giocatore dovrà scegliere segretamente la carta con la manovra che la propria nave eseguirà nella fase successiva. Quindi dovrà impostare segretamente una velocità sul pannello di controllo spostando la relativa levetta. Le varie velocità sono rappresentate da dei simboli, presenti sia sul pannello di controllo sia sulle carte manovra, che indicano: retromarcia, rimanere stazionari, velocità bassa, media e alta. Vi è poi un ulteriore simbolo, quello relativo al FTL (Faster Than Light) che però entra in gioco con una regola opzionale e, in ogni caso, è a disposizione solo di alcuni modelli di astronavi.

Ogni turno è possibile scegliere solo una carta manovra. L’unica eccezione a questa regola avviene se si sceglie di giocare una carta overboost: questo tipo di carta manovra, riconoscibile dal relativo simbolo riportato su di essa, consente di effettuare uno sprint e muoversi più velocemente. Il giocatore dovrà quindi scegliere una seconda carta manovra (non overboost).

È importante notare che ogni carta manovra riporta anche un valore di G: in un turno non è possibile giocare carte la cui somma di G sia superiore a quattro, pena un danno all’astronave.

Durante la fase di esecuzione del movimento, i giocatori rivelano simultaneamente il proprio pannello di controllo e la carta manovra (o le carte, se ha deciso di effettuare un overboost) scelta. Ogni carta manovra riporta sulla sua superficie alcune frecce che terminano con un simbolo relativo alla velocità; i giocatori dovranno posizionare la carta in modo che l’inizio della freccia con il simbolo della velocità scelta tocchi l’indicatore posto sulla basetta dell’astronave, quindi sposteranno la nave al termine della freccia in questione.

In caso di overboost, prima si posizionerà questo tipo di carta, quindi al termine della linea qui rappresentata verrà posta la normale carta manovra, in modo che combaci con la freccia della velocità scelta.

A tutte le batterie: fare fuoco!

Una volta terminate queste operazioni, si procede con la fase di fuoco, anche questa simultanea tra i giocatori. Per prima cosa si verifica se c’è linea di vista tra le astronavi in gioco: per fare ciò, si controlla se la nave bersaglio rientra nel prolungamento del cono dell’arco di tiro presente sulla basetta del caccia stellare attaccante. Se così è, si misura la distanza tra le navi.

Si prende dunque il righello per la gittata presente nella scatola del gioco e si posiziona la sua estremità contro il sostegno verticale della basetta su cui è ancorata la miniatura dell’astronave. Se una qualunque parte della basetta della nave bersaglio è raggiungibile dal righello, allora è possibile fare fuoco. A questo punto, il giocatore attaccante lancia due dadi e se ottiene un punteggio pari o superiore al valore di attacco riportato sulla carta riassuntiva della propria astronave allora avrà colpito il suo bersaglio.

La distanza a cui si trova la nave bersaglio può influire sul risultato del tiro dei dadi. Il righello, infatti, mostra tre diverse gittate: la gittata corta, colorata in rosso, consente all’attaccante di aggiungere un +1 al tiro; la gittata media, in arancione, non offre né bonus né malus; la gittata lunga, in giallo/marroncino, infine, infligge un -1 al tiro dell’attaccante.

Se la nave bersaglio è stata colpita, il giocatore che la controlla dovrà pescare un segnalino danno dalla relativa pila e osservarne segretamente il risultato. Questi segnalini riportano sempre un valore numerico (che potrebbe essere anche zero, a indicare un danno superficiale o un colpo di striscio) che indica l’ammontare di danno subito dalla nave e che andrà sottratto dal punteggio di struttura dell’astronave, indicato sulla relativa carta riassuntiva.

Tale valore dovrà sempre essere tenuto segreto, in modo che l’avversario non possa sapere quanto effettivamente la nave sia danneggiata. I segnalini danno subiti, quindi, andranno sempre tenuti a faccia in giù, vicini al proprio pannello di controllo, e saranno rivelati solo quando la struttura dell’astronave scende a zero, a indicare la distruzione del proprio mezzo.

Alcuni segnalini danno, oltre al valore numerico, riportano anche alcuni simboli; questi non vengono considerati durante le partite con le Quick Start Rules, ma entreranno in gioco solo con il regolamento completo, a eccezione del simbolo “+”. Qualora un giocatore dovesse pescare un segnalino danno con questo simbolo, allora avrà subito un colpo critico e dovrà pescare un altro segnalino e tenere conto anche del suo valore di danno. Qualora pescasse nuovamente un segnalino con il simbolo “+”, questa volta ne ignorerà il risultato.

Le Regole Complete

Quanto esposto finora forma l’ossatura del gioco ed è praticamente sempre valido, anche per le regole complete. Queste, infatti, aggiungono un po’ di varietà e complessità al tutto, ma non vanno a snaturare le basi del sistema di Battlestar Galactica Starship Battles.

Una prima, importante modifica interviene già nella struttura del turno di gioco: viene, infatti, spezzata la fase di esecuzione del movimento e introdotta una seconda fase di fuoco. Il turno di gioco, quindi, diviene:

  • Pianificare il movimento: in questo caso le cose si complicano un pochino, poiché entreranno in gioco, come vedremo, tutte le parti del pannello di controllo.
  • Eseguire il primo movimento: in questa fase viene usata la carta manovra scelta. In caso si sia pianificato di giocare anche una carta overboost o una carta manovra cambio di direzione, saranno usate in questa fase. Sempre in questa fase avviene l’eventuale rotazione dell’astronave.
  • Fare fuoco: le navi possono fare fuoco.
  • Eseguire il secondo movimento: in caso si sia giocata una carta overboost o una carta cambio di direzione, in questa fase viene utilizzata la seconda carta manovra
  • Fare fuoco: le navi che non hanno già sparato nella fase di fuoco precedente possono farlo ora.

Tutto questo aggiunge un’ulteriore componente tattica in Battlestar Galactica Starship Battles e rende ancora più importate la fase di pianificazione.

In questa fase, infatti, ora non si dovrà soltanto scegliere la velocità con cui volerà la propria astronave, ma sarà possibile valutare un’eventuale rotazione della stessa sul proprio asse (grazie alla speciale basetta con ghiera girevole) e, una possibile variazione di altitudine (se si utilizza la regola opzionale dello spazio tridimensionale) e, soprattutto, bisognerà tenere conto dell’energia cinetica posseduta dalla nave in quel dato momento e del valore di accelerazione dell’astronave, riportato sulla sua carta riassuntiva.

Ora, infatti, a ogni simbolo di velocità viene associato un valore di energia cinetica e non sarà più possibile passare direttamente, ad esempio, dalla velocità massima alla retromarcia, ma si potrà variare la velocità (e di conseguenza potranno essere usate solo determinate manovre) solo entro un certo intervallo determinato sommando e sottraendo il valore dell’accelerazione dell’astronave al valore dell’energia cinetica.

A prima vista potrebbe sembrare tutto molto complicato, ma vi assicuriamo che, una volta letto il regolamento e giocata una partita, tutte queste meccaniche risulteranno piuttosto semplici e sensate, e basterà davvero poco perché diventino automatiche.

Inoltre, sarà possibile anche ruotare la propria astronave in modo che il muso punti in una direzione (e quindi possa fare fuoco in quella direzione) mentre il mezzo continua a spostarsi lungo il vettore precedente, per forza di inerzia.

Nelle partite con le regole complete entrano in gioco anche tutti i simboli presenti sui segnalini danno che con le Quick Start Rules venivano ignorati. Oltre a danneggiare la struttura dell’astronave, ora i danni andranno a colpire quindi anche i motori, i sistemi di comando, lo scafo o le ali e persino il pilota, con risultati diversi, da controllare sulle rispettive voci sul libretto del regolamento.

Le regole opzionali

E proprio l’utilizzo dei piloti e dei relativi talenti e difetti è una delle regole opzionali di Battlestar Galactica Starship Battles più interessanti e che danno un notevole sprint al gioco. Oltre alle carte pilota specifiche di un particolare personaggio della serie TV (nello Starter Set è presente la carta del Tenente Lee “Apollo” Adama e di due Cyloni dal nome misterioso), con talenti e difetti ben precisi, è possibile anche utilizzare delle carte pilota (pilot tokens) generiche che hanno a un preciso grado di esperienza, dal “novellino” all’“asso”. A queste carte sarà possibile assegnare talenti e difetti, secondo quanto mostrato nel regolamento.

I talenti sono carte con un nome ben preciso che offrono punti bonus in determinate situazioni (ad esempio Gifted Sniper che dona +1 al tiro per colpire anche a gittata media e annulla il -1 a gittata lunga) o che permettono di compiere manovre speciali. Possono essere a uso infinito oppure avere un quantitativo massimo di usi per partita.

Anche i difetti sono carte con un nome ben preciso ma che infliggono delle penalità in determinate situazioni. Hanno un numero massimo di usi ed è il giocatore avversario che decide quando attivarli contro il pilota che li possiede.

Esistono poi molte altre regole opzionali che rendono il gioco ancora più avvincente, come ad esempio le regole sul mettersi in coda e tallonare un bersaglio, le regole sul consumo del carburante, quelle sui campi di asteroidi e i planetoidi, e sui salti a velocità luce. Vi invitiamo a leggere il regolamento per scoprirle tutte.

Un prodotto curato in ogni minimo dettaglio

Battlestar Galactica Starship Battles è un prodotto di tutto rispetto nono solo per quanto riguarda regolamento ed esperienza di gioco, ma anche dal punto di vista visivo e dei materiali. La prima cosa che salta all’occhio, ovviamente, è la bellezza e la cura realizzativa delle miniature delle astronavi in scala 1:160.

I Viper Mk II Coloniali, ad esempio, sono delle piccole opere d’arte, con una cura maniacale per i particolari tanto da avere riportato su fiancate e ali tutte quelle scritte (tra cui il grado e nome del pilota e il suo soprannome) che compaiono sui mezzi della serie TV. Praticamente (quasi) illeggibili a occhio nudo, risultano perfettamente scritte se analizzate con una lente di ingrandimento.

Altro aspetto che farà la gioia di tutti i fan del brand Battlestar Galactica, è il fatto che ogni componentistica del gioco si rifaccia perfettamente a quanto visto in TV. Per cui avremo le carte manovra di forma esagonale, esattamente come le carte da gioco usate dai protagonisti della serie, e la forma delle altre carte, per richiamare quella di tutti i fogli e documenti presenti nei vari episodi.

Sebbene tutto ciò sia bellissimo a vedersi, porta però a un piccolo problema: la forma e le dimensioni inusuali delle carte le rendono quasi impossibili da imbustare per proteggerle. Speriamo vivamente che Ares Games o qualche produttore di bustine venga incontro ai giocatori, presentando una linea di prodotti dedicata.

Buona la grammatura di carte, segnalini e righelli, che risultano sufficientemente resistenti. Molto sottili e pertanto molto delicati i segnalini dei campi di asteroidi e dei planetoidi, sebbene non si potesse fare altrimenti visto che devono essere “percorribili” dalle navi: un segnalino più spesso avrebbe formato uno “scalino” che avrebbe influito negativamente nelle misurazioni delle manovre.

Ottima anche la presenza delle basette con ghiera girevole, che consentono di applicare perfettamente la regola delle rotazioni delle astronavi, e dei pannelli di controllo, che donano al gioco una componente tattile e di pianificazione nuova e apprezzabile. Inutile dire che sono perfette per essere colorate e personalizzate.

La presenza di un libretto contenente scenari e missioni prese direttamente dalla serie TV e giocabili in serie a formare una campagna è un ulteriore valore aggiunto.

Così diciamo tutti

Inutile girarci intorno, Battlestar Galactica Starship Battles ci è davvero piaciuto molto. Il regolamento prende tutto ciò che c’era di buono in Wings of Glory e aggiunge una notevole quantità di regole e opzioni che riescono a rendere magistralmente il sapore della serie TV e soprattutto di un combattimento che si svolge nello spazio. La non eccessiva lunghezza delle partite, inoltre, lo rendono perfetto per essere giocato anche nei ritagli di tempo e non richiede sessioni di interi pomeriggi o serate.

Il regolamento premia la tattica e il saper manovrare in modo corretto e a volte addirittura in modo “creativo” donando un’esperienza ludica davvero soddisfacente.

La qualità dei materiali, unitamente al fatto che con la scatola base è possibile giocare in compagnia, fino a quattro giocatori, e che il gioco in sé sia scalabile virtualmente all’infinito lo rendono un prodotto da tenere ampiamente in considerazione. Inutili dire che è consigliatissimo per tutti gli appassionati della serie.

Ci sono, però, anche alcune note dolenti che vanno tenute in considerazione: il titolo è al momento solo in inglese e si dovrà aspettare ancora qualche mese per la prevista edizione italiana, soprattutto tenendo conto che la base di appassionati del brand Battlestar Galactica nel nostro paese non è ampissima.

C’è da essere felici, comunque, che il gioco stia già prendendo piede, soprattutto all'estero, e che stiano per uscire alcune nuove espansioni dedicate a Battlestar Galactica Starship Battles che andranno ad aumentare il numero di astronavi e piloti disponibili, come abbiamo annunciato tempo fa in una news.

Dai forum e dalla pagina Facebook ufficiale dedicata al prodotto, inoltre, sembra che siano in progettazione anche i modelli del Galactica e della Base Stellare Cylone, noi non vediamo l’ora di metterci le mani su e vedere come verranno espanse le regole.

A chi è rivolto

Battlestar Galactica Starship Battles si rivolge principalmente a tutti gli amanti degli scontri tra caccia stellari tipici della space opera e a chi cerca un gioco che sappia coniugare velocità e regole solide. Consigliatissimo a chi è appassionato ai giochi “of Glory” e che vogliono provare qualche novità, mantenendo lo stesso motore di gioco.

Ovviamente è indirizzato a tutti i fan della serie, la bellezza delle miniature ne fanno magnifici oggetti da collezione.

Sebbene la confezione riporti un’età minima 13+, le partite con le Quick Start Rules possono essere approcciate, con un adulto che ne aiuti la comprensione, anche da bambini di un paio di anni più giovani.