Recensione Star Wars gli Ultimi Jedi: un capolavoro!

Gli Ultimi Jedi è l'ottavo capitolo nella saga di Star Wars e si rivela un film eccellente. Costruito con maestria, sa mantenere il legame con la tradizione e inserire delle innovazioni. Solo i nostalgici inconsolabili non lo ameranno

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a cura di Roberto Buonanno

Le grandi trilogie hanno quasi sempre un punto debole nel secondo episodio. Spesso è inconcludente, lascia con troppi quesiti e troppe vicende in sospeso. Star Wars: gli Ultimi Jedi invece stupisce proprio dal punto di vista della storia: è un filmone bello, complesso, con una buona trama e soprattutto, auto conclusivo.

Ovviamente il plot principale non termina alla fine della lunga proiezione - oltre due ore e mezza - ma la pellicola racconta tutto quello che ti aspetti. E non è poco di questi tempi. Preparatevi a un'epopea incentrata su dovere, sacrificio, destino e predestinazione, eredità pesanti da gestire. E battute forgiate per rimanere nella storia pronunciate da personaggi maturi e pronti per lasciare un segno

Parte come vorresti, ovvero con una bella battaglia e l'inizio del rapporto tra Rey e Luke. Ed è un film incredibile proprio perché è in grado immortalare in un ruolo leggendario un attore scadente come Mark Hamill. Fan di Luke Skywalker preparatevi: questo film nasce per creare, dentro e fuori dal cinema, nella storia della nuova trilogia come tra i fan la vera leggenda di Luke Skywalker. Che non è più il ragazzino della prima trilogia ma un maestro Jedi consumato; un veterano combattuto tra conflitti interiori e la voglia di fuggire dai propri errori. E che alla fine compie il suo destino in un modo così epico che nemmeno il più grande fan avrebbe mai osato immaginare. Chapeau.

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Come gli altri film della saga, Gli Ultimi Jedi punta su dualismi e zone grigie. Molti dei protagonisti vivono sul filo del rasoio e tra un colpo di scena e l'altro non sai mai come andranno a parare. Alla solita lotta tra lato chiaro e oscuro della Forza si affiancano poi gli eterni conflitti tra vecchio e nuovo, maestro e allievo, disciplina o eroismo, obbedienza o ribellione.

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Ed è in tutto e per tutto un film di Star Wars: ci sono un sacco di battaglie, animaletti, alieni, location affascinanti e di tanto in tanto anche un po' di umorismo. Su quest'ultimo aspetto forse si sente di più l'influenza di Disney: ci sono fin troppi momenti di ilarità che vanno a spezzare scene di grande pathos e tensione. Alla fine ne giova in generale il film ma l'effetto finale è meno intenso ed epico.

I personaggi

Venendo ai protagonisti, c'è una crescita esponenziale in tutti, buoni neutrali e cattivi. E c'è una grande certezza: il malvagio Snoke è veramente inutile. Non si sa da dove viene, chi è o chi era, cosa fa, perché ha quell'aspetto, come e quando e perché è salito al potere. È uno dei punti più deboli della serie. Ma forse per Lucasfillm il progetto nostalgia era fondamentale e quindi era d'obbligo riproporre la dicotomia tra Palpatine e Anakin. E se nel primo film il concetto era velato, in questo è decisamente esplicito, con battute irriverenti e provocatorie di Snoke a Kylo Ren riguardo la sua discendenza.

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Durante il film nascerà, sempre nel filone dei grandi dualismi, a cavallo tra odio e amore, tra comprensione e avversione, un rapporto imprevedibile e speciale tra Kylo Ren e Rey. E nonostante sembri dal principio anche questo un cliché vi assicuro che ci saranno parecchie sorprese difficili da prevedere perfino in questa tormentata relazione. I due personaggi principali, che rappresentano la forza oscura e quella chiara maturano, crescono e si scambiano in continuazione emozioni e battute grazie a un legame mistico e per ora ancora senza spiegazione.

Daisy Ridley nel ruolo di Rey era già stata convincente nella prima interpretazione e ora è fantastica. Affascinante seppur non bellissima, atletica, elegante e forte di un'espressività intensa. Brava Daisy ed eccezionali gli sceneggiatori che le hanno cucito addosso un personaggio meraviglioso, solare e malinconico, forte e fragile allo stesso tempo. Una donna con gli attributi che trova finalmente una ragione per combattere e lo fa con un'energia trascinante e un crescendo quasi commovente. Insomma, Rey è la figlia o sorellina Jedi che tutti vorremmo avere!

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Adam Driver è un ottimo attore ma secondo me non ha fisico, prestanza e movenze degne dell'erede di Darth Vader. A me sembra più un insegnante di magia di Hoggwarts che un tremendo Jedi del lato oscuro. Nei combattimenti è sempre un po' goffo sebbene poi interpreti da manuale la psicologia complessa di Kylo Ren. Il personaggio è di per sé strano e ancora lontano dal decollare. Sempre travolto da indecisioni e turbe quasi adolescenziali, Kylo è capace di odio e di pietà ma è così combattuto e lo è così tanto spesso da stufare. Capisco che nel moderno storytelling piaccia lavorare alle zone di grigio e non dare certezze ma dopo un film e mezzo uno si aspetta perlomeno un po' di decisione. Insomma, Kylo interpretato da Adam è il figlio o fratello adolescente che prenderesti a schiaffi da mane a sera. Nel film si rifarà? Confidate nel lato oscuro, non aggiungo altro!

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Rimanendo sui cattivi, da appassionato trovo inoltre irritante che come sempre in questa saga, tutti i film usciti finora, i "villain" siano dei cretini. Ci sono generali stupidi costantemente umiliati dalle torture dei Jedi oscuri, leader che prendono sempre le scelte sbagliate e che cascano puntualmente in ogni trucco della resistenza. Oppure che si attardano nei classici monologhi da cattivo egomaniaco mentre nel frattempo i buoni gliela fanno sotto il naso. Ma che Star Wars sarebbe se non desse spunti per un sequel di "Balle Spaziali"? Spesso durante il film penserete che Lord Casco avrebbe fatto meglio del generale Hux.

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Gli ultimi Jedi è un capolavoro al quale ha lavorato uno staff che sembra un esercito, ma non potevano mancare i difetti. Come la presenza troppo ingombrante di BB8, che per me era la vera rivelazione del settimo episodio e ora ha un po' annoiato. Intendiamoci, il droide è uno spasso ed è realizzato alla perfezione ma ha un po' troppe manie di protagonismo e in più occasioni è il "deus ex machina" che toglie i suoi amici umani da situazioni impossibili e vicoli ciechi. Lo fa anche Chewbacca ma con più discrezione.

Carrie Fisher, deceduta un anno fa proprio a fine dicembre, è ricordata con affetto nei titoli di coda. L'interpretazione non lascia il segno ma il personaggio di Leya Organa è tanto ricco di storia e significato da continuare a consacrare Carrie in questa saga immortale. Mi ha stupito la ripescata Laura Dern, che qualcuno ricorderà in Velluto Blu o Jurassic Park. Svolge una parte poco significativa e forse la peggio scritta del film e ne dà interpretazione non convincente. Bocciata.

Molto migliore il cameo di Benicio del Toro che dà vita a un ladro viscido e infido, che sarà strumentale alla storia nonostante la sua bassa morale.

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Finn, che sembrava il coprotagonista dell'episodio precedente, non decolla. È non è colpa dell'interpretazione di John Boyega ma proprio di un personaggio che ancora non è né carne né pesce. Gli si deve sempre affiancare un compagno o una compagna con un discreto carisma per farlo emergere. Giudizio: non pervenuto.

Oscar Isaac invece recita un Poe Dameron che in questo episodio si eleva a livelli incredibili. È un mix di passione, esuberanza e coraggio incredibili per un personaggio che non ha poteri speciali tranne quello di prendere con impeto sempre la decisione sbagliata! Ma è epico e furioso come non mai e baciato, come un novello Tex Willer, della fortuna di passare sempre indenne tra i colpi dei nemici che abbattono qualsiasi veicolo attorno tranne il suo. Al massimo può rimediare una ferita ma non lo beccheranno mai!

 Conclusioni

Insomma Star Wars: gli Ultimi Jedi è un film da vedere e rivedere, un tripudio di effetti speciali, colpi di scena più o meno prevedibili e grandi trovate. E soprattutto una serie di tributi velati ed espliciti alla primissima trilogia che faranno la gioia dei fan più anziani, aiutandoli a ingoiare il boccone amaro delle numerose battaglie e delle cacofonie di laser e missili spaziali.

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Ci sono anche diversi paradossi e semplificazioni che come sempre perdoniamo a un film di Guerre Stellari. Alla fine è un filmone fantastico e non ha senso stare a fare i puntigliosi sulle giuste applicazioni delle leggi della fisica o dei viaggi spaziali. Disney ci ha messo lo zampino creando un film appetibile a tante fasce di età, con l'evidente obiettivo di creare eroi ed eroine per le nuove generazioni -  per vendere merchandising, certo, ma non solo.

Gli appassionati di vecchia data ancora non capiscono come mai ci siano le "Ali X" e gli "Star Destroyer", ovvero criticano alcune scelte dei traduttori e doppiatori. Ma troveranno deliziose le citazioni vintage, come le navi spaziali in grado di fare salti nell'iperspazio ma attivate ancora da interruttori e levette manuali; oppure il montaggio che presenta alcune transizioni forzatamente old fashion come a sottolineare la forte eredità di questo nuovo capolavoro.

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Lucasfilm ha realizzato un filmone che merita di essere visto e rivisto e che, per i miei gusti, è il più appassionante, coinvolgente, emozionante e meglio recitato e meglio realizzato di tutta la saga. Ebbene sì, ho scritto proprio questo: meglio anche di quelli della prima trilogia.

Guardatelo e diteci che ne pensate! Una cosa è certa: prepariamoci a una nuova generazione di fan di Star Wars perché film come questi faranno proseliti tra le nuove leve. Stellare!