The Big Score, la recensione: colpo grosso alla Centennial City Bank

In The Big Score il giocatore compete contro gli avversari per diventare il criminale più ricco della città, collaborando di malavoglia per mettere a segno un colpo grosso ad un caveau di una banca, in un gioco di bluff, drafting e push your luck.

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a cura di Andrea Vitagliano

The Big Score, di J. Mowery e A.J. Porfirio e C. Williams, mette da 1 a 6 giocatori nei panni di boss criminali impegnati a collaborare forzatamente per portare a termine un grande colpo (the big score, appunto) ad un caveau di una banca, passando prima per una serie di colpi più piccoli per prepare le proprie squadre. Il boss criminale che totalizzerà più soldi al termine della partita sarà dichiarato vincitore.

Edito dalla Van Ryder Games di Porfirio, autore dell’acclamato Hostage Negotiator, e finanziato tramite piattaforma Kickstarter, The Big Score è un gioco diviso in due parti, che mescola drafting, informazioni nascoste e meccaniche di push your luck per far provare ai giocatori il brivido della rapina, la diffidenza verso i propri compagni e la paura di essere arrestati.

C’era una volta in america – Atto I

Una partita a The Big Score si svolge in due atti. Prima di poter mettere a segno il colpo grosso al caveau della banca, gli aspiranti boss devono cimentarsi con colpi più piccoli a mo’ di allenamento.

In questa prima fase, il gioco si basa principalmente sulla meccanica del drafting per comporre la propria crew di criminali: pescando un numero di carte che varia a seconda del numero di giocatori, si sceglie una carta da tenere e si passano le proprie carte al giocatore accanto, finché tutte le carte non sono state assegnate.

Finto il drafting, la propria gang criminale sarà composta da truffatori (con man), picchiatori (muscle men) ed altri loschi figuri, ciascuno ben distinguibile grazie alle coloratissime illustrazioni ed ai simboli associati alla propria specialità. Questi specialisti serviranno per compiere i lavoretti prima del colpo finale.

Sul tavolo infatti sono disponibili carte di grande formato che rappresentano i lavori disponibili: ciascuna carta elenca chiaramente quali e quanti specialisti sono richiesti per portare a termine il colpo.

Io li spappolo quegli scarafaggi

Per poter completare le missioni però spesso non si avranno a disposizione tutte le risorse necessarie. Diventa quindi indispensabile collaborare con gli altri boss, ma, con un twist originale, il gioco impedisce di poter comunicare con gli altri giocatori. Ogni boss ha infatti a disposizione alcuni segnalini numerati con il proprio ritratto, da usare per poter dividere la propria mano in mazzetti ed assegnare ad uno specifico lavoro un numero qualsiasi di specialisti. Tutti i giocatori devono decidere l’assegnazione in contemporanea e senza parlare, e l’unica informazione disponibile sul piano di un altro giocatore è vedere quanti mazzetti preparerà e di quante carte saranno composti.

Finta l’assegnazione, si rivelano in contemporanea i propri piani e si verifica, per ogni colpo da portare a termine al centro del tavolo, se collettivamente i boss sono riusciti a mettere insieme gli specialisti richiesti. In caso di successo, tutti i giocatori che hanno partecipato al colpo ottengono la ricompensa indicata sulla carta - anche chi ha partecipato con un tipo di carta che non è tra quelle richieste; in caso di fallimento, tutti i partecipanti devono pagare 20k dollari alla riserva comune come penalità.

Sebbene non si possa definire interattiva, la fase di assegnazione è una delle più avvincenti del gioco: cercare di capire cosa fanno gli avversari non è facile, come non lo è ricordare se tra le carte che sono girate nella fase di drafting ci sono le carte necessarie a portare a termine il colpo che ci interessa, per cui nelle prime partite si è più portati a concentrarsi solo su pochi  progetti, quasi sempre cercando di portarli a termine da soli; quando però si inizia a capire come fare delle ipotesi sui propri avversari – dopo alcune partite, meglio se sempre con lo stesso gruppo di giocatori così da poterne imparare i comportamenti – diventa molto divertente cercare di spargere la propria banda per raccogliere più bottino possibile, inviando componenti inutili in missioni di cui si ha la certezza che riusciranno per merito di altri giocatori!

Alla fine, però, spesso anche gli altri giocatori sanno fare gli stessi calcoli, e quindi bisogna fare in modo di bluffare e di cambiare tattica spesso per far partecipare i propri avversari a colpi destinati a fallire.

Come se non bastasse, in questa fase di assegnazione c’è un’ulteriore meccanismo di bluff: ogni giocatore ha a disposizione un Jack of all trade, un tuttofare che può assumere il ruolo di qualsiasi altro specialista, utilizzabile solo una volta per round. Quando un colpo non è riuscito per la mancanza di alcuni specialisti, i boss partecipanti hanno un’ultima possibilità di risolvere la situazione: ciascun boss decide se usare o meno il proprio tuttofare, portando il token corrispondente sotto il tavolo e nascondendolo o meno nel proprio pugno chiuso. Quando tutti i partecipanti hanno il pugno chiuso, con o senza il tuttofare all`interno, sul tavolo si aprono i pugni in contemporanea e si scopre chi utilizzerà il proprio tuttofare a beneficio di tutti. Può capitare, naturalmente, che manchi un solo personaggio per completare un colpo ma più boss partecipanti, finanche tutti, decidano di usare il tuttofare,  con grande spreco di risorse. O, viceversa, che nessuno decida di usarlo perché “tanto ci penseranno gli altri, perché devo sprecare il mio?!?!”

Ogni colpo messo a segno permette di guadagnare soldi, che al termine del gioco valgono come punti vittoria, o diversi tipi di oggetti, da collezionare per fare punti: dal diamante, che dà punti vittoria sulla base di quanti se ne possiedono, agli artefatti, che danno punti vittoria solo al giocatore che ne ha la maggioranza, fino agli hard drive, preziose informazioni digitali che non valgono  niente se presi da soli, ma che in congiunzione con una chiave che può essere rubata dal caveau nell’Atto II valgono centinaia di migliaia di dollari.

Egisto, Ignazio e Amalio Siraghi a scuola di ladri

Oltre ad assegnare gli specialisti ad un colpo specifico usando una pedina numerata o scartando gli specialisti non assegnati usando la pedina con il simbolo del secchio dei rifiuti, è possibile addestrare alcuni tipi di specialisti. Questi personaggi speciali che possono essere addestrati hanno il simbolo di una stella accanto all’icona che rappresenta la specialità della carta. In ogni round, il giocatore può assegnare più specialisti di un solo tipo alla formazione, a faccia in su perché tutti possano vedere, usando la pedina con le tre stellette.

Gli specialisti impegnati ad allenarsi per diventare Esperti non partecipano ai colpi del round in corso, ma non vengono scartati a differenza delle altre carte. Al turno successivo, dopo il drafting, vengono  ripresi in mano e possono essere riassegnati nuovamente all'addestramento, magari insieme a nuove carte dello stesso tipo ottenute in questa fase, oppure con un cambio di strategia mandate a compiere rapine insieme al resto della propria banda, mentre nuove carte vengono mandate in addestramento.

Oltre a poter conservare delle carte da un turno all'altro, il meccanismo dell'addestramento è uno dei pochi collegamenti con la seconda fase del gioco: se al termine del terzo round di small jobs un giocatore ha tre personaggi dello stesso tipo con simbolo della stella assegnati alla formazione, nella seconda fase del gioco potrà usare un potere speciale legato al tipo di personaggio “Esperto” addestrato.

Bisogna sempre stare attenti a quali personaggi vengono collezionati dai propri avversari perché nella fase di drafting si può cercare di togliere dal circolo proprio quel tipo, così da rovinare la strategia avversaria.

I miei amici ed io stiamo per effettuare un prelievo molto grosso da questa banca...

Dopo aver completato tre round di piccoli lavoretti, si può passare al colpo grosso. Il gioco cambia completamente faccia, e richiede di mettere via molti dei componenti del primo atto – ad eccezione del bottino guadagnato, ovviamente – per effettuare un nuovo setup, tanto che sembra di giocare ad un gioco diverso.

Al centro del tavolo viene piazzato il caveau, un contenitore rettangolare che contiene i token bottino, abbastanza alto da rendere difficile sbirciarci dentro, che i boss potranno svaligiare infilandoci a turno una mano. Ogni giocatore a partire dal primo dovrà decidere se prelevare un token dal caveau, nascondendolo nel pugno chiuso, o se bluffare e tirare fuori il pugno senza aver raccolto alcun token. Quando i pugni vengono aperti, in contemporanea, tutti i giocatori con un pugno vuoto si considerano fuggiti, terminano lì la loro partita e possono conservare per il conteggio finale tutti i token raccolti nell'Atto I e nell'Atto II. I giocatori che invece decidono di continuare a svaligiare la banca controllano se i token raccolti mostrano il simbolo della polizia: quando l’ultima casella sul tracciato della polizia viene coperta da un token apposito, tutti i giocatori che non sono ancora fuggiti vengono “catturati”e perdono tutto il bottino raccolto nell'Atto II. Tutti gli altri token bottino vengono conservati separatamente dai token già raccolti nell'Atto I. Fortunatamente i token sono di forma diversa, quindi anche se si dovessero mescolare è sempre possibile separarli.

Il gioco va avanti fino a che tutti i giocatori non sono fuggiti o la polizia arriva a catturare i pochi rimasti.

Trattandosi di una meccanica di push your luck, la fortuna non può che farla da padrona, e può capitare che in una sola pescata finisca il gioco perché vengono pescati tutti i poliziotti mancanti o che mano dopo mano i giocatori continuano a pescare solo tesori.

Poiché uno dei modi di fare punti è quello di collezionare set di risorse simili (artefatti o diamanti) e la pescata casuale non lascia scelta, alcuni token bottino son posizionati fuori dal caveau e sono a disposizione del giocatore per scambiare quello appena pescato con uno di quelli disponibili, anch'essi dipendenti falla fortuna.

Fuori in  60 secondi

Uno dei vantaggi di The Big Score è senz'altro la mancanza di tempi morti: tutti i giocatori effettuano il draft allo stesso momento, assegnano la propria banda in contemporanea, risolvono le missioni allo stesso tempo e svaligiano insieme il caveau. Non ci sono particolari momenti che causano paralisi da analisi – tranne forse nella fase di assegnazione – e la pressione psicologica di vedere tutti gli altri giocatori pronti sblocca anche il giocatore più ostico.

Anche la transizione tra Atto I ed Atto II con il relativo setup non porta via molto tempo e non spezza il flusso di gioco. La durata della partita quindi è in linea con quanto riportato sulla scatola, e dipende un po' dalla casualità della pescata e dall'attitudine al rischio dei giocatori (cioè da quanto in fretta si tirano fuori dal caveau nell'Atto II).

Due Facce della stessa moneta

The Big Score punta molto sull'esperienza della sorpresa e dell’azzardo per tutta la durata della partita, ma lo fa mettendo sul tavolo due giochi diversi e scarsamente collegati.

Tra i due giochi, il gioco di drafting dell’Atto I è sicuramente il più interessante e con qualche risvolto strategico in più. L’Atto II è più fortunoso, e se da una parte il brivido del tentare la sorte è divertente, dall'altro si ha sensazione di avere poco controllo sul proprio punteggio, e che la vittoria possa essere soffiata con qualche pescata fortunata.

Nell'economia dei punti vittoria l’Atto I può fornire un vantaggio, ma bastano un paio di pescate fortunate nell'Atto II per colmare qualsiasi gap di punteggio, vista la disparità dei valori in gioco.

Il collegamento tra le due fasi della partita è un po’ debole: al di là del tema in comune, il collegamento tra i due Atti è dato dagli hard drive (trovati solo nell'Atto I, sbloccabili con le chiavi pescate nell'Atto II) e dagli Esperti, formati nella prima fase del gioco ed utilizzati nel colpo grosso al caveau.

Gli Esperti, come altri aspetti del gioco, hanno un risultato altalenante: se alcuni aumentano solo la dipendenza dalla fortuna, come il Driver che quando fugge ruba due token a caso dal caveau, altri permettono di impostare qualche strategia di lungo periodo, come l’Hacker che da valore anche agli hard drive no sbloccati o alle chiavi extra raccolte, per cui influenza la scelta degli small jobs e degli scambi nel caveau. In generale, però, complice la natura monouso dell’abilità speciale, non spostano di molto l’esperienza di gioco dell’Atto II.

Chi fa da sé, fa per tre.

Oltre alla modalità multi-giocatore, The Big Score fornisce anche un regolamento per il gioco in solitario ad opera di A.J. “Hostage Negotiator” Porfirio. La modalità solitario è ben progettata, simile al gioco originale ma abbastanza diversa da risultare nuova e godibile senza bisogno di altri giocatori.

La struttura del gioco non cambia, tra Atto I ed Atto II, ma per ovviare alla mancanza di altri giocatori viene eliminato il drafting ed inserito un sistema di gestione risorse: per poter reclutare ed assegnare la propria crew bisogna spendere denaro extra, per cui guadagnare negli small jobs diventa ancora più fondamentale: arrivati al caveau, poi, a parte pescare più token e scartarne qualcuno, l’esperienza rimane simile a quella del gioco multi-giocatore.

Ad impreziosire ulteriormente questa modalità, ci sono 9 carte scenario che aggiungono varianti ed obiettivi  speciali.

I materiali

The Big Score ha sicuramente beneficiato della raccolta fondi su Kickstarter.com per creare un’edizione ricca nei materiali:

  • 6 plance boss – in cartone spesso, illustrate da entrambi i lati con accorgimenti per facilitare la fase del drafting
  • 48 tile Assegnazione di cartone spesso, 8 per ogni boss, ciascuno con il suo standee di plastica
  • 6 carte di grandi dimensioni con il riassunto delle regole”
  • 1 plancia di cartone con il tracciato della Polizia
  • 24 carte small jobs di grandi dimensioni
  • 90 carte crew, divise in 6 specialità diverse, 8 normali e 7 esperti per ciascuna specialità.
  • 1 caveau di cartone con chiusura magnetica
  • 1 sacchetto di tessuto da usare in alternativa al caveau
  • 6 token per identificare gli small jobs
  • 234 token bottino dell’Atto I, in forme diverse a seconda del tipo
  • 62 token bottino dell’Atto II, tutti di forma circolare per distinguerli da quelli dell’Atto I senza poterli riconoscerli quando si pescano dal caveua
  • 6 token Jack of All Trades (tuttofare), delle dimensioni di una fiches da poker, ma di cartone
  • 1 diamante di plastica che funge da segnalino del Primo Giocatore
  • 1 regolamento, in inglese ma spiegato in maniera molto chiara

A questo materiale si aggiungono i componenti per il gioco in solitaria che sono:

  • 9 carte scenario
  • 1 carta riassuntiva con le regole per il solitario
  • 1 regolamento per il gioco in solitaria

Molte delle migliorie della versione Kickstarter sono presenti anche in questa versione retail, con l’eccezione di due boss aggiuntivi con poteri speciali e di un’espansione disponibile solo per i backers Kickstarer per il momento.

Il gioco contiene anche una busta segreta che, citando Scarface, dice “say hello to my little friend”...

Per chi è indicato

The Big Score non è di certo un gioco spaccavervelli, anche se un po’di memoria non guasta per poter tenere traccia delle carte che girano nel drafting. Il regolamento non è difficile, ma alcune meccaniche (gli esperti, il drafting, l’assegnazione alla cieca) non sono proprio semplici per giocatori alle prime armi, per cui è consigliabile per giocatori non completamente digiuni del gioco da tavolo moderno, che non disdegnano il brivido di affrontare la fortuna.