The Sound of Magic, recensione della serie

Amore, musica e magia vi aspettano nel nuovo titolo che Netflix ha aggiunto alla lista dei suoi k-drama: The Sound of Magic.

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a cura di Francesca Borrello

Ancora una volta, dopo anche Amore e Guinzagli, Netflix sembra puntare sui webtoons coreani per quanto riguarda le proprie produzioni originali che arrivano dal paese asiatico. Questa volta tocca a The Sound of Magic, un nuovo k-drama che prende la propria trama dall'omonimo webtoon creato da Ha Il-kwon, che potete trovare a questo link.

A differenza delle altre produzioni coreane di Netflix, la serie conta un numero di episodi molto inferiore e si distingue ancora di più per una componente in particolare. Mentre negli altri k-drama siamo generalmente abituati ad avere un esiguo pool di musiche durante tutta la durata degli episodi, The Sound of Magic può vantare di avere per ognuna delle puntate una canzone diversa, interpretata dagli stessi attori, facendo sì che lo show possa essere inserito anche nella categoria musical. La protagonista della serie è Yoon A-yi, un’adolescente delle superiori che deve destreggiarsi tra bullismo, persone che vogliono approfittarsi di lei e tutte le problematiche che derivano dal doversi occupare della propria sorellina. Un giorno, per caso o forse per colpa del destino, incontra un Mago che le cambierà la vita.

The Sound of Magic: credi nella magia?

Yoon A-yi (Choi Sung-Eun) è una ragazza come tante, molto introversa e che cerca di fare del suo meglio per avere buoni voti a scuola. Ben presto però, scopriamo che la sua vita al di fuori dell’istituto non è così semplice come quella delle sue coetanee: è costretta a badare, oltre che a sé stessa, anche alla propria sorellina, cercando di racimolare qualche soldo facendo un lavoretto dopo scuola, dato che i loro genitori sembrano essere spariti dalla propria vita per cause diverse.

A causa di una banconota svolazzante, la ragazza si ritrova in un Luna Park abbandonato, dove incontra un mago molto affascinante e misterioso, che si dice faccia sparire davvero le persone con la sua magia. Spaventata dal suo comportamento A-yi finisce con lo scappare e dirigersi finalmente dal suo datore di lavoro. A causa dei debiti accumulati dal padre e dell’affitto della casa che ormai è scaduto da tempo, la giovane decide di chiedere aiuto al suo capo che però cerca di approfittarsi di lei molestandola.

Nel liberarsi dalla sua presa, A-yi lo spintona causando tuttavia l’ira dell’uomo che tenta di trascinarla dalla polizia. E’ in quel momento però che il mago fa la sua apparizione e, come per magia, fa sparire il datore di lavoro di A-yi, liberandola da quella situazione. Incredula, la ragazza sembra aver trovato un vero mago disposto ad aiutarla, ma la strada per credere sul serio nella magia è ancora lunga e lei ha ben altri problemi a cui badare prima… riuscirà l’uomo misterioso a farle cambiare idea?

Non solo un semplice k-drama

Come vi abbiamo già accennato, The Sound of Magic non è esattamente solo un k-drama. Fondamentalmente le caratteristiche principali del genere sono rispettate: la serie da molta importanza ai sentimenti e al lato psicologico dei personaggi, le varie puntate hanno un andamento lento ma costante, si svolge in pochi luoghi come la scuola e il Luna Park e, ovviamente, è tutto ambientato in Corea del Sud.

Ma lo show non appartiene solo al genere drammatico, allargandosi anche ad altre sfere cinematografiche. Abbiamo infatti anche la parte teen, dato che la maggior parte dei protagonisti sono ancora adolescenti che frequentano la scuola superiore e affrontano alcuni problemi legati a questo mondo, ma non solo. La voglia di crescere e poter essere finalmente un adulto in tutto e per tutto, in contrasto con il desiderio di restare ancora bambino e affidare ogni responsabilità ai propri genitori.

C’è poi una nuova componente, che in quasi tutti gli altri k-drama di cui vi abbiamo parlato presenti sul catalogo di Netflix non c'è, ma che contraddistingue invece The Sound of Magic. Grazie alle canzoni che i vari personaggi si trovano a cantare nel mezzo di ogni puntata, la serie può essere annoverata anche nella categoria musical, anche se forse sembra prendere più spunto dalle produzioni animate targate Disney più che da quelle classiche teatrali.

Pregi e difetti di The Sound of Magic

E per quanto questa possa essere una ventata di novità nel genere k-drama, potrebbe non essere però una sorpresa piacevole per tutti. Bisogna ammettere che questa componente canora rischia di far risultare a molti The Sound of Magic un po’ troppo stucchevole, visto che va a rimarcare ancora di più la parte sentimentale della serie.

Oltrepassando questo piccolo “ostacolo”, se così vogliamo chiamarlo, possiamo ancora una volta apprezzare la cura che le produzioni asiatiche impiegano nel parlare di emozioni e psicologia umana, senza mai affrettare la crescita dei personaggi ma lasciandogli il tempo necessario per svilupparsi. Durante gli episodi infatti, A-yi non riesce mai a fidarsi ciecamente del mago e della sua magia, nonostante ci si affidi diverse volte nel momento del bisogno.

Tuttavia, anche in The Sound of Magic rimane uno dei principali “difetti” delle serie coreane, che ormai abbiamo imparato ad accettarlo come una delle caratteristiche fondamentali delle produzioni del Paese asiatico: i momenti di trama vuoti. In diverse occasioni ci si trova ad aspettare il passo successivo dei personaggi e della storia, rimanendo in sospeso forse un po’ troppo in più rispetto al necessario.

In conclusione

Nonostante alcuni punti a sfavore però, The Sound of Magic resta comunque un buon prodotto per gli amanti del genere, che sapranno sicuramente apprezzare tutto ciò che la serie vuole comunicare ai propri spettatori.