Una famiglia vincente – King Richard: recensione del biopic con Will Smith

Abbiamo visto in anteprima Una famiglia vincente – King Richard con Will Smith, di seguito la nostra recensione.

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a cura di Mabelle Sasso

Una famiglia vincente – King Richard, in uscita nelle sale a partire dal prossimo 13 gennaio, racconta la storia di Richard Williams, padre delle tenniste Venus e Serena Williams, dagli esordi delle due giovani promesse fino alla loro affermazione nel tennis mondiale.

La pellicola, diretta da Reinaldo Marcus Green, vede nel suo cast un convincente Will Smith, nel ruolo principale, affiancato da Saniyaa Sidney (Venus Williams), Demi Singleton (Serena Williams), Aunjanue Ellis (Oracene "Brandi" Williams), Tony Goldwyn (Paul Cohen) e Jon Bernthal (Rick Macci). Abbiamo avuto l’opportunità di partecipare alla proiezione in anteprima e in lingua originale riservata alla stampa di Una famiglia vincente – King Richard: di seguito potete leggere le nostre considerazioni su questo biopic sportivo.

Una famiglia vincente: la trama

Richard Williams è un padre con le idee molto chiare sul futuro della sua famiglia e in particolare delle sue due figlie, Venus e Serena. Le ragazze sono promettenti tenniste, che sotto la guida dei genitori si allenano duramente sfruttando al massimo ogni risorsa a loro disposizione. Determinato a ricercare il cambiamento ad ogni costo, Richard seguirà meticolosamente il suo piano per portare le figlie e il resto della sua famiglia al successo. Le difficoltà sono molteplici, a partire dalla vita per le strade malfamate di Comton, fino alla mancanza dei mezzi economici necessari a sostenere gli allenamenti delle due ragazze; tuttavia la chiara visione di Richard, spesso incompresa e controversa, sarà il faro che illuminerà la strada verso la vittoria.

King Richard: un biopic particolarmente piacevole

La formula dei biopic è ormai ben consolidata, sono rari infatti i film che deviano da una struttura ampiamente codificata, che vede nella struttura in tre atti la presentazione di momenti precisi della vita di una persona, volti ad illustrarne la parabola ispiratrice. Il rischio in questo genere di operazioni è quello di sorvolare eccessivamente su alcuni aspetti, quelli più controversi e meno commerciabili, in favore di un ritratto più patinato in cui lo spettatore possa riconoscersi.

Effettivamente Una famiglia vincente – King Richard trova nella sua struttura narrativa ogni singolo canone della narrazione biografica cinematografica, con la presenza nel bene e nel male di tutte quelle limature e licenze poetiche necessarie a rendere godibile la narrazione dei personaggi e degli eventi. Nonostante ciò il film risulta particolarmente godibile e ben narrato sia nella sua parte di narrazione delle dinamiche familiari, sia nella sua narrazione sportiva che presenta una sintesi a tutto tondo del mondo del tennis agonistico.

Il film si destreggia senza soluzione di continuità tra questi due mondi, quello domestico animato dalla continua ricerca dell’obiettivo e quello agonistico, prevalentemente dominato da bianchi ricchi, mostrando in entrambe le situazioni aspetti positivi e negativi. Richard in entrambi i mondi diviene così una figura totalizzante, che non accetta di scendere a compromessi. Se in termini di rappresentazione del personaggio il biopic smussa questi aspetti più polarizzati, occorre anche sottolineare come la sceneggiatura di Zach Baylin (autore alla sua prima sceneggiatura cinematografica di rilievo) e la regia di Reinaldo Marcus Green non beatificano il personaggio, ma anzi ne mostra i limiti e la tossicità, obbligandolo a necessari “reality check” in alcune scene cardine del film.

Parlando della complessità e del livello di profondità del personaggio, un plauso speciale va all’interpretazione di Smith che nella versione in lingua originale recita con un marcato accento della Lousiana e che ci regala un personaggio molto sfaccettato e in questo ruolo, grazie il tema aspirazionale del film, risulta particolarmente a suo agio. Smith negli anni ha dato prova di essere un performer completo, in grado di confrontarsi con qualsiasi genere attraverso diversi media (dalle serie tv come Willy, il principe di Bel-Air, all’animazione con Bright – Samurai Soul, passando per blockbuster come Men In Black o a film più autoriali come La Ricerca della Felicità. In King Richard però abbiamo avuto l’impressione di assistere a una delle interpretazioni migliori dell’attore in grado di attirare l’attenzione di importanti riconoscimenti, quantomeno sul piano delle nomination.

Game-set-match: il tennis di King Richard

Una famiglia vincente dedica una considerevole parte della storia al tennis, concentrandosi nel ritrarre nel modo più efficace possibile la complessità e la tecnicità di questo sport, che in passato è stato portato sullo schermo da pellicole come Borg McEnroe, La battaglia dei sessi, Wimbledon e Match Point.

Il film fornisce una rappresentazione a 360 gradi di questo sport e mostra quanto l’agonismo giovanile possa porre le famiglie dei giovani atleti davanti a scelte vincolanti in grado di sconvolgere la loro vita.

Una famiglia vincente – King Richard cita in modo diretto la scena tennistica a cavallo tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90: gli appassionati di questo sport potranno così ritrovare sullo schermo, oltre ai già citati Paul Cohen e Rick Macci (gli allenatori di Venus), anche John McEnroe, Pete Sampras, Jennifer Capriati e Arantxa Sánchez Vicario.In particolare è dato risalto al personaggio di Capriati, poiché il suo ruolo di enfant prodige del tennis professionistico, consumata prematuramente dal tutto e subito, rappresentava un monito per il signor Williams.

Volendo trovare un difetto a questa pellicola possiamo dire che il personaggio di Serena (Demi Singleton) è quello più sacrificato e che il suo arco narrativo non riceve una risoluzione soddisfacendo ed equa, in quanto King Richard segue quasi esclusivamente l’esordio della sorella maggiore Venus.

Oltrepassando però gli aspetti più venali dell’ambiente, quando il film si concentra sul giocare a tennis lo fa in modo particolarmente appropriato grazie alla preparazione tecnica delle due giovani attrici che interpretano le sorelle Williams e tramite sequenze in grado di rendere comprensibile e avvincente anche i lunghi scambi del tennis, traducendoli in un’esperienza cinematografica, godibile anche per chi non segue abitualmente questo sport.

In conclusione

Si può affermare che Una famiglia vincente – King Richard è un biopic dalla tipica struttura narrativa in tre atti, che però riesce ad arricchire il tema principale anche con altri elementi complementari quali il racconto sportivo delle due sorelle esordienti e il contesto storico della vicenda.King Richard è una visione con una forte componente di formazione, che sa trovare un equilibrio tra gli aspetti più drammatici e quelli biografici, lasciando anche un buono spazio a momenti più leggeri, conferendo un giusto ritmo a tutto il film.