La questione dei socket AM5 che letteralmente si "bruciano" durante l'uso ha finalmente trovato una spiegazione ufficiale da parte di AMD, dopo mesi di segnalazioni preoccupanti da parte degli utenti. Il colosso americano dei processori ha attribuito la responsabilità di questi malfunzionamenti ai BIOS di alcuni produttori di schede madri che non rispetterebbero le specifiche tecniche raccomandate dall'azienda.
Nonostante l'identificazione della causa principale, AMD riconosce che si tratta di un problema complesso che richiede una stretta collaborazione con i partner hardware per essere risolto definitivamente.
Il caso ASRock e l'ondata di guasti del Ryzen 7 9800X3D
La vicenda ha preso particolare rilievo all'inizio di quest'anno quando Reddit si è riempito di testimonianze allarmanti riguardo ai guasti del processore Ryzen 7 9800X3D.
La situazione è diventata così critica che ASRock ha dovuto creare un thread dedicato esclusivamente alla raccolta delle segnalazioni, nel tentativo di identificare l'origine del problema. La maggior parte delle segnalazioni proveniva infatti da utenti che utilizzavano schede madri di questo produttore taiwanese.
I danni riportati in alcuni casi erano devastanti: non si trattava semplicemente di malfunzionamenti software, ma di veri e propri burnout fisici del socket che rendevano inutilizzabile l'intera scheda madre. Questi episodi hanno sollevato interrogativi sulla sicurezza e l'affidabilità della piattaforma AM5, creando preoccupazione tra gli appassionati di hardware.
Durante una sessione di domande e risposte con Quasarzone, i rappresentanti AMD David McAfee e Travis Kirsch hanno fornito chiarimenti tecnici sulla natura del problema. Secondo la loro analisi, alcuni BIOS sviluppati dai produttori ODM non seguirebbero i parametri raccomandati da AMD per il funzionamento sicuro dei processori sulla piattaforma AM5.
L'azienda ha sottolineato che la risoluzione del problema non è semplice e richiede un'analisi approfondita caso per caso. Per questo motivo, AMD sta lavorando fianco a fianco con i produttori di motherboard per sviluppare correzioni specifiche e prevenire future occorrenze di questi malfunzionamenti.
ASRock ha reagito rapidamente alle segnalazioni implementando una serie di aggiornamenti BIOS progressivi. Inizialmente, l'azienda aveva identificato problemi di compatibilità delle memorie RAM come possibile causa, ma questa pista si è rivelata insufficiente a spiegare tutti i casi. Il punto di svolta è arrivato con l'aggiornamento BIOS versione 3.25, rilasciato a maggio, che ha modificato sostanzialmente numerosi parametri del PBO (Precision Boost Overdrive).
Questo aggiornamento cruciale ha interessato specificamente i valori EDC (Electrical Design Current), TDC (Thermal Design Current) e le cosiddette "voltages shadow", parametri fondamentali per il controllo energetico del processore. Da quando la versione 3.25 è stata distribuita, la frequenza delle segnalazioni di burnout è calata drasticamente, anche se alcuni utenti continuano a riportare episodi isolati.
La vicenda rappresenta un esempio significativo di come la complessità dell'hardware moderno richieda una collaborazione sempre più stretta tra produttori di processori e di schede madri, specialmente quando si tratta di gestione energetica e parametri di sicurezza. Per gli utenti, la lezione principale rimane l'importanza di mantenere sempre aggiornato il BIOS della propria scheda madre, seguendo le raccomandazioni dei produttori.