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AMD non ha abbandonato le vecchie Radeon: ecco come stanno le cose

Dopo il caos scoppiato nei giorni scorsi, l'azienda è intervenuta per chiarire la situazione e placare gli animi.

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Avatar di Marco Pedrani

a cura di Marco Pedrani

Caporedattore centrale

Pubblicato il 03/11/2025 alle 09:29

La notizia in un minuto

  • AMD ha chiarito che le GPU RDNA 1 e RDNA 2 continueranno a ricevere supporto con ottimizzazioni per nuovi giochi, correzioni di sicurezza e bug fix, smentendo i timori di abbandono
  • L'azienda adotta una doppia strategia di sviluppo: ramo stabile per architetture precedenti e aggiornamenti frequenti con nuove funzionalità per RDNA 3 e RDNA 4
  • La separazione dei driver permette di accelerare l'innovazione sulle GPU più recenti senza compromettere la stabilità delle generazioni precedenti
Riassunto generato con l'IA. Potrebbe non essere accurato.

La divisione Radeon di AMD si trova a gestire le conseguenze di una comunicazione poco chiara con la propria base utenti, dopo che l'aggiornamento dei driver Adrenalin 25.10.2 ha scatenato preoccupazioni sul futuro supporto delle schede grafiche più datate. L'azienda di Sunnyvale è dovuta intervenire con una dichiarazione ufficiale per rassicurare i possessori di GPU basate sulle architetture RDNA 1 e RDNA 2, chiarendo definitivamente la propria strategia di sviluppo software.

La controversia è nata quando le note di rilascio del driver hanno indicato che le GPU RDNA 1 e RDNA 2 sarebbero state spostate su un ramo separato, con le rispettive serie Radeon RX 5000 e RX 6000 destinate a una cosiddetta "modalità di manutenzione". Questa terminologia ha fatto temere agli utenti un abbandono progressivo del supporto, alimentando discussioni accese nelle comunità online di appassionati. Non ha aiutato il fatto che AMD abbia inizialmente risposto alle testate tecnologiche con dichiarazioni vaghe, parlando di aggiornamenti forniti "secondo le necessità del mercato" senza specificarne il significato concreto.

Il nuovo approccio di AMD prevede in realtà una doppia strategia di sviluppo per i propri driver grafici. Da un lato, le architetture più recenti RDNA 3 e RDNA 4, che alimentano rispettivamente le serie RX 7000 e RX 9000, continueranno a ricevere aggiornamenti frequenti con nuove funzionalità e ottimizzazioni. Dall'altro, le GPU delle generazioni precedenti beneficeranno di un ramo dedicato costruito su anni di perfezionamenti e ottimizzazioni già consolidate.

https://t.co/dx6us5KGhB

— AMD Gaming (@AMDGaming) November 2, 2025
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Secondo quanto dichiarato ufficialmente dall'azienda, i possessori di schede grafiche RDNA 1 e RDNA 2 non devono temere alcun abbandono. Le loro GPU continueranno a ricevere supporto per i nuovi giochi, ottimizzazioni per stabilità e prestazioni, oltre a correzioni di sicurezza e bug fix. La differenza sostanziale rispetto alle architetture più recenti risiede nel ritmo degli aggiornamenti: mentre le RX 7000 e RX 9000 vedranno implementate rapidamente le innovazioni più recenti, le serie precedenti potranno contare su un supporto più stabile e meno soggetto a modifiche radicali.

Un ramo stabile per il passato, innovazione rapida per il futuro

Questa scelta tecnica risponde a una logica ingegneristica precisa. Separare i percorsi di sviluppo consente agli ingegneri AMD di accelerare l'implementazione di funzionalità avanzate sulle architetture più moderne, senza rischiare di compromettere la stabilità delle GPU più datate con modifiche pensate per hardware differente. È una strategia che potrebbe ricordare, per certi versi, l'approccio utilizzato da alcuni produttori di smartphone che mantengono versioni Android diverse per dispositivi di generazioni distinte.

L'impegno dichiarato dall'azienda è quello di garantire la migliore esperienza possibile a tutti i giocatori Radeon, dalle RX 5000 alle nuovissime RX 9000. Rimane ora da verificare se AMD manterrà questa promessa nei prossimi mesi, dimostrando concretamente attraverso gli aggiornamenti driver che il supporto alle generazioni precedenti non è solo una dichiarazione d'intenti ma una realtà operativa.

Fonte dell'articolo: wccftech.com

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