Il mondo dei semiconduttori sta assistendo a una delle più sorprendenti inversioni di tendenza degli ultimi decenni: Intel e AMD, storici rivali nel settore dei processori, potrebbero presto trovarsi dalla stessa parte del tavolo delle trattative. Secondo fonti vicine alla questione citate da Semafor, le due aziende americane stanno esplorando la possibilità che AMD diventi cliente dei servizi di produzione di Intel Foundry. Si tratterebbe di una svolta epocale per due compagnie che per anni si sono combattute a colpi di innovazioni tecnologiche e campagne marketing aggressive.
La nuova strategia americana per i chip
La potenziale collaborazione si inserisce in un contesto geopolitico sempre più complesso, dove la Casa Bianca spinge affinché il 50% dei semiconduttori destinati al mercato americano venga prodotto sul territorio nazionale. L'amministrazione statunitense non esclude nemmeno l'introduzione di dazi sui chip importati, rendendo sempre più attraente per le aziende americane la possibilità di affidarsi a fornitori domestici. Per AMD, che attualmente produce i suoi processori presso TSMC a Taiwan, diversificare la catena produttiva potrebbe rappresentare una mossa strategica prudente.
Le pressioni governative non sono solo teoriche: AMD ha già sperimentato sulla propria pelle le restrizioni all'export imposte dagli Stati Uniti sulle sue GPU nel tentativo di limitare l'accesso della Cina alle tecnologie per l'intelligenza artificiale. In questo scenario, mantenere buoni rapporti con Intel, la cui principale azionista è ora il governo americano con una quota del 9,9%, potrebbe rivelarsi vantaggioso per il business futuro.
Il sogno di Pat Gelsinger prende forma
Questa possibile partnership rappresenterebbe la realizzazione della visione dell'ex CEO di Intel Pat Gelsinger, che aveva espresso l'ambizione di produrre chip per tutte le principali aziende tecnologiche mondiali, inclusa la storica rivale AMD. Gelsinger aveva immaginato Intel non solo come produttore dei propri processori, ma come fonderia globale capace di servire l'intero ecosistema tecnologico.
Le ultime settimane hanno visto Intel al centro di un'intensa attività di investimenti e partnership. Oltre alla partecipazione governativa, Softbank ha acquistato quote per 2 miliardi di dollari, mentre NVIDIA ha investito 5 miliardi nella compagnia di Santa Clara, annunciando contemporaneamente una collaborazione per sviluppare nuovi chip x86 con tecnologia grafica NVIDIA. Anche Apple avrebbe avviato esplorazioni per possibili collaborazioni future.
La sfida tecnologica di Intel Foundry
Nonostante l'entusiasmo per queste nuove alleanze, Intel deve affrontare la realtà di una tecnologia produttiva generalmente considerata meno avanzata rispetto a quella di TSMC. L'attuale CEO Lip-Bu Tan ha già fatto sapere che l'azienda potrebbe abbandonare completamente l'offerta del nodo 18A se non riuscirà a generare domanda sufficiente. Per AMD, tuttavia, la partnership con Intel rappresenterebbe principalmente una strategia di backup, mantenendo TSMC come fornitore principale.
Il rapporto di Semafor non specifica quale percentuale della produzione AMD potrebbe essere trasferita a Intel, né se la compagnia guidata da Lisa Su stia considerando un investimento azionario simile a quello di NVIDIA. Entrambe le aziende non hanno voluto commentare la notizia, mantenendo il riserbo su trattative che potrebbero ridisegnare gli equilibri del settore dei semiconduttori. Intel continua intanto la ricerca di clienti per i suoi servizi di fonderia, consapevole che acquisire un nome di primo piano come AMD rappresenterebbe una validazione fondamentale per le sue ambizioni nel mercato della produzione conto terzi.