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Conclusioni

Recensione - Test delle modifiche che dovrebbero permettere di migliorare velocità e spazio di un SSD.

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a cura di Tom's Hardware

Pubblicato il 22/06/2011 alle 14:30 - Aggiornato il 02/04/2015 alle 19:12
  • Aumentare velocità e spazio di un SSD, miti alla prova
  • Prima di cominciare: abilitare AHCI (con TRIM)
  • Disabilitare il ripristino di sistema e l'indicizzazione
  • Disabilitare il file di paging e l'ibernazione
  • Disabilitare Prefetch, SuperFetch e la cache in scrittura
  • Ricerca di Windows, ClearPageFileAtShutdown e LargeSystemCache
  • Regolare le impostazioni energetiche
  • Impostazioni di prova
  • Risultati benchmark: CrystalDiskMark
  • Recuperare spazio di archiviazione
  • Risultati benchmark: Iometer
  • Risultati benchmark: Iometer Streaming
  • Risultati benchmark: letture e scritture casuali con blocchi da 4k
  • Risultati benchmark: PCMark Vantage
  • Risultati benchmark: PCMark Vantage, continua
  • Approfondimento sulla cache in scrittura
  • Conclusioni

Conclusioni

I nostri test mostrano che modificare le impostazioni di sistema per migliorare il proprio SSD non è proprio una passeggiata, né dà le garanzie che si potrebbe credere leggendo alcuni forum.

Alcune modifiche riducono le prestazioni, altre le migliorano; altre ancora liberano spazio, e alcune vengono applicate automaticamente dal sistema operativo – spesso senza lasciare la possibilità di decidere all'utente.

I nostri test però ci hanno permesso di quantificare con precisione l'impatto delle varie modifiche. Per esempio ora sappiamo perché la cache in scrittura va tenuta attiva se si usa un disco Intel. Allo stesso tempo, abbiamo notato che in generale l'OCZ Vertex 2 non subisce variazioni rilevanti da nessuna delle modifiche testate.

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Resta una domanda a cui rispondere: quali benefici si possono realisticamente ottenere modificando le impostazioni legate all'unità SSD.

Probabilmente il guadagno più rilevante sta nell'aumento dello spazio disponibile. Considerato il costo per gigabyte di un SSD, tutto lo spazio che si riesce a liberare è il benvenuto. Soprattutto se si parla di drive da 40, 60 o anche 120 GB – che si riempiono in fretta anche solo con il sistema operativo e le applicazioni più comuni. I test che abbiamo fatto hanno dimostrato che si possono "spremere" circa 10 GB in più con le modifiche testate, un elemento davvero molto interessante.

Una delle modifiche che crea più discussioni è l'eliminazione del pagefile. Entrambe le scelte, tenerlo o disabilitarlo, si possono difendere con argomenti validi; se volete vivere senza pagefile, dovreste spendere qualche giorno tenendo sott'occhio la memoria di sistema, per capire se e quanto l'uso si avvicina troppo al limite di quella fisica installata. Per esempio, se avete 6 GB di RAM, non dovreste vederne mai più di 3,5 o 4 occupati. Il rischio è quello di trovarsi tra le mani un sistema instabile e la soluzione è aggiungere più RAM, o ripristinare il pagefile.

Resta da trattare il tema dei cicli di scrittura. Ridurli è per molti importante, non solo per le prestazioni, ma anche perché aumenta direttamente la longevità del drive SSD. Non abbiamo strumenti esatti per misurare questi fatti, ma siamo piuttosto sicuri che in generale ci si preoccupi molto più del dovuto.  A sostegno di questa tesi si può guardare alle politiche di Intel, che ha portato la garanzia a cinque anni, nonostante sia passata alla tecnologia a 25 nm.

Insomma, non è proprio il caso di modificare il sistema se il vostro unico scopo è ridurre i cicli di scrittura a cui è sottoposto il drive SSD.

Considerando quanto abbiamo scoperto fino ad ora, è chiaro che si tratta di una scelta personale. Sta a voi decidere se e quanto i vantaggi ottenuti valgono il tempo necessario ad applicare le modifiche. Secondo noi Microsoft ha dotato Windows 7 di ottimi strumenti automatici, che lasciano ben poco da fare manualmente. L'unica ragione per correre qualche rischio sarebbe ottenere più spazio utilizzabile, ma se avete un disco da 120 GB o più, potete anche farne a meno.

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