EuroExa, il supercomputer europeo da un exaflop prende forma

Il progetto EuroExa getta le basi per il supercomputer europeo con componenti ARM e acceleratori FPGA Xilinx capace di offrire la potenza di un exaflop.

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a cura di Manolo De Agostini

Che l'Unione Europea fosse intenzionata a dare vita a supercomputer e infrastrutture "indigene" è cosa nota da qualche mese. Quell'idea però si sta concretizzando nel progetto EuroExa, finanziato con 20 milioni di euro in un arco di 42 mesi nell'ambito del programma di ricerca Horizon 2020 e composto da sedici istituzioni europee.

Per l'Italia sono coinvolti l'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e l'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf). Il progetto è ufficialmente partito con un incontro al Supercomputer Centre di Barcellona, dove sono state tracciate le linee guida per la creazione di sistemi di calcolo paralleli scalabili fino all'exaflop, capaci di svolgere un miliardo di miliardi di operazioni aritmetiche al secondo.

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I partecipanti delle varie istituzioni alla riunione di partenza di EuroExa - clicca per ingrandire

Per raggiungere l'obiettivo le varie istituzioni si concentreranno sulla tecnologia ARM con acceleratori su Fpga Xilinx Ultrascale+ di nuova generazione. Dopo una prima fase in cui si metterà insieme un prototipo, si arriverà entro il 2022/2023 (grazie ad altri fondi) a creare un supercomputer exascale disponibile in tutta l'UE per le comunità scientifiche, l'industria e il settore pubblico.

"EuroExa", ha dichirato Piero Vicini, responsabile del progetto per l'Infn "si inserisce in un ciclo della durata di almeno 5 anni, con il quale l'Europa ambisce ad acquistare un ruolo più importante nel mercato globale delle tecnologie correlate al supercalcolo. La sfida è ambiziosa: una tecnologia made in Europe alla base di processori, acceleratori, network e meccanica d'integrazione che permetta di esprimere potenze di calcolo caratterizzate da cifre a 18 zeri, e competere a livello mondiale con i principali fornitori di sistemi di supercalcolo asiatici e americani".

horizon 2020

Giuliano Taffoni, responsabile del progetto per l'Inaf, ritiene che "la vera sfida non è solo realizzare un hardware competitivo, ma sviluppare anche il software e le librerie che consentano di sfruttare appieno gli exaflop a disposizione. Solo in questo modo potremmo realizzare un laboratorio numerico europeo di eccellenza che permetta di affrontare le sfide ancora aperte non solo in ambito astrofisico, ma anche in biologia, medicina, climatologia, solo per citare alcune delle aree di ricerca a cui il nostro lavoro potrà essere applicato".


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