Exchange Online
Prima di approfondire la ragioni per passare a BPOS in azienda, è meglio capire che cos'è con qualche dettaglio in più. Si compone di quattro componenti fondamentali, i cui nomi sono piuttosto conosciuti: Exchange Online, Sharepoint Online, Office Comunications Online e Office Live Meeting.
Exchange Online è basato su Exchange Server 2007. Per l'utente l'applicazione ha l'aspetto e la familiarità di Outlook 2007, quindi chi vede nelle Webmail dei servizi goffi può stare tranquillo, così come chi non vuole perdere tempo per imparare a usare un programma diverso. Chi conosce Outlook può usare Exchange Online dal primo momento senza difficoltà, e sfruttare i 5 GB messi a disposizione per ogni casella di posta elettronica, che possono arrivare anche a 25 GB. Se un'azienda ha dieci licenze, con 5 GB per utente, può decidere di redistribuire i 50 GB totali come preferisce, per esempio assegnando 15 GB a due utenti, e dividendo quelli restanti tra gli altri.
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Usare Outlook come applicazione web potrebbe essere già una cosa positiva di per sé, ma si possono trovare vantaggi concreti. I messaggi sono sottoposti a una scansione antivirus e antispam tramite Microsoft Forefront prima di essere consegnati nella casella posta in arrivo; è attivo un backup giornaliero, che si occupa anche di conservare gli elementi cancellati, nel caso dovessero servire. Microsoft sostiene che il servizio è attivo "per il 99,9% del tempo", e offre una garanzia sostanziosa, impegnandosi a risarcire eventuali malfunzionamenti in contanti. Si tratta di un elemento fondamentale per le aziende, che generalmente devono accettare condizioni molto meno vantaggiose. È un livello d'affidabilità ineguagliato persino dai sistemi desktop, che si fermano a un SLA (Service Level Agreement) del 95%, quindi ogni lavoratore potrebbe perdere fino al 5% del proprio tempo lavoro ogni anno, una cifra di tutto rispetto, facilmente convertibile in denaro.Passare a Exchange Online (o altri prodotti del pacchetto BPOS) elimina quindi i rischi? No, certamente. Si continua a lavorare con hardware tradizionale, con server comuni, che non sono a prova di bomba, quindi i rischi esistono. Statisticamente, in ogni caso, l'hardware desktop si danneggia più spesso di quello server, ma parte del problema è da mettere in relazione alle configurazioni del desktop stesso e al software. Semplificare la configurazione del computer, e spostarsi a un modello cloud, è un modo per ridurre le perdite dovute a malfunzionamenti e relativi tempi morti. Le applicazioni cloud, tra l'altro, permettono a un utente di passare facilmente da un computer a un altro, eliminando le difficoltà derivanti da riparazioni e aggiornamenti dei sistemi.
Come dicevamo, con BPOS Microsoft non ha creato un club esclusivo, ma piuttosto una piattaforma disponibile per chiunque la voglia sfruttare. Tutta la suite, infatti, è compatibile con Mac OS X, oltre che con i più recenti sistemi operativi MS, Windows XP e Vista. Le applicazioni funzionano con Internet Explorer 6 e superiori, con Firefox 3 e superiori e con Safari 3.1.2 e superiori. Exchange Online ha anche una versione mobile, che lo rende compatibile con Windows Mobile 6, con le serie Nokia N ed E, con Blackberry e iPhone, a partire dal firmware 2.0.
Microsoft, curiosamente, raccomanda di usare Outlook, una scelta che potrebbe sembrare ridondante se si vuole passare alle applicazioni web. Si tratta, però, solo di una raccomandazione, non di un obbligo; una scelta da fare per chi prevede di stare offline, magari a lungo, e vuole continuare ad accedere alla propria posta elettronica, ai documenti di Share Point e alle conversazioni, anche se non è possibile usare un browser.