La famiglia delle schede grafiche GeForce RTX 3050 si prepara ad accogliere un nuovo membro, segnando una strategia insolita da parte di Nvidia che sembra voler spremere ogni goccia di potenziale commerciale da un singolo nome di prodotto. L'ultima versione dell'utility GPU-Z ha rivelato il supporto per una "GeForce RTX 3050 A" non ancora annunciata ufficialmente, che rappresenterebbe la quinta variante di una GPU che, diversamente dalla maggior parte delle schede grafiche che seguono un ciclo di vita più lineare, continua a moltiplicarsi in versioni sempre diverse. Questo approccio ricorda le strategie adottate nel mercato italiano degli smartphone, dove un singolo modello può declinare in numerose varianti per soddisfare diverse fasce di prezzo.
Il mistero dell'architettura Ada Lovelace
La particolarità più interessante di questa nuova RTX 3050 A risiede nella scelta del silicio AD106, lo stesso utilizzato nelle più potenti RTX 4060 Ti e RTX 4070 Mobile. Questa decisione tecnica segna un cambio di rotta rispetto alle precedenti versioni che utilizzavano chip GA107 e GA106 dell'architettura Ampere. Il chip AD106, prodotto con processo TSMC 4N FinFET, ospita ben 22,9 miliardi di transistor in soli 188 mm², una densità notevolmente superiore rispetto ai 200 mm² del GA107 che conteneva "solo" 8,7 miliardi di transistor.
I primi segnali dell'esistenza di questa variante erano emersi l'anno scorso quando la RTX 3050 A era stata individuata nel database PCI ID come GPU per laptop. Nvidia aveva successivamente confermato l'esistenza della versione mobile, specificando proprio l'utilizzo del silicio Ada Lovelace al posto dell'originale Ampere.
Un puzzle di specifiche in continua evoluzione
Il panorama delle RTX 3050 esistenti offre già una varietà che potrebbe confondere anche gli appassionati più esperti. La prima versione da 4GB utilizzava il chip GA107 con 2.048 CUDA cores, seguita dalla variante da 8GB con chip GA106 e 2.560 cores. Nel corso del 2022 è arrivata anche una versione da 8GB basata su GA107, mentre l'anno scorso ha fatto il suo debutto la particolare versione da 6GB con 2.304 cores e un'interfaccia di memoria ridotta a 96-bit.
Le specifiche esatte della RTX 3050 A desktop rimangono avvolte nel mistero, ma la versione mobile già confermata si ferma a 1.792 CUDA cores. Questa riduzione rispetto alle versioni Ampere trova giustificazione nel salto prestazionale significativo dell'architettura Ada Lovelace, tanto che i primi benchmark della versione laptop mostravano prestazioni molto vicine alla RTX 3050 Ti Mobile.
Strategie industriali e gestione delle scorte
Le motivazioni dietro questa proliferazione di varianti potrebbero essere molteplici e riflettere strategie industriali consolidate nel settore dei semiconduttori. Una possibilità è che Nvidia abbia esaurito le scorte di chip GA106 e GA107, rivolgendosi quindi all'AD106 per onorare impegni contrattuali già presi. Alternativa altrettanto plausibile è lo smaltimento di silicio difettoso o eccedente, una pratica comune nell'industria dove i chip che non superano i test per le GPU di fascia alta vengono "declassati" per prodotti di categoria inferiore.
Considerando che l'AD106 integra 4.608 CUDA cores nella sua configurazione completa, anche utilizzando solo due terzi del silicio funzionante si otterrebbe potenza più che sufficiente per alimentare una RTX 3050. Questa strategia permette a Nvidia di ottimizzare i costi di produzione e ridurre gli sprechi, pur creando una certa confusione nel mercato consumer.
Al momento resta incerta sia la data di lancio della RTX 3050 A desktop sia la possibilità che questa variante arrivi effettivamente sugli scaffali dei negozi in versione boxed. Almeno stavolta Nvidia ha scelto di distinguere chiaramente questa nuova versione dalle quattro precedenti attraverso la denominazione "A", evitando ulteriore confusione in un segmento già particolarmente frammentato.