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Hackerare una Tesla? Bastano un drone e una chiavetta WiFi

Due ricercatori hanno scovato delle vulnerabilità che permetterebbero di hackerare una Tesla da remoto.

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Avatar di Marco Pedrani

a cura di Marco Pedrani

Caporedattore centrale

Pubblicato il 01/05/2021 alle 11:43

Gli attacchi basati sul WiFi non sono certo una novità e con il progredire della tecnologia presente nelle auto, possono diventare un problema non da poco anche in questo settore: finora non ci sono stati casi eclatanti di automobili "hackerate", tuttavia non è da esclude la possibilità che si possano sfruttare degli exploit per attaccare anche questi sistemi.

Se siete tra quelli che pensano che il problema sia ancora lontano, fareste bene a ricredervi: i due ricercatori Ralf-Philipp Weinmann e Benedikt Schmotzle hanno scovato alcune vulnerabilità zero-click all'interno di ConnMan, un componente open-source presente all'interno delle auto Tesla. Le vulnerabilità in questione sono state chiamate TBONE e affliggono, per la precisione, le Tesla Model 3, Model Y, Model S e Model X.

Gli exploit sono stati scovati in occasione del PWN2OWN 2020, famoso hackaton che si è tenuto online lo scorso novembre. In quell'occasione i ricercatori hanno comunicato i propri risultati a Tesla, che si è mossa rapidamente per chiudere le falle con un aggiornamento rilasciato a ottobre 2020. Successivamente, in occasione del CanSecWest 2021 (altra importante conferenza sulla sicurezza tenutasi pochi giorni fa) Ralf-Philipp Weinmann e Benedikt Schmotzle hanno dato una dimostrazione dell'attacco.

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Ma cosa potrebbe fare un malintenzionato che sfrutta un attacco simile? Molte cose. Sfruttare le falle scovate dai ricercatori permetterebbe infatti di ottenere il controllo del sistema di infotainment, bloccare o sbloccare il bagagliaio e le portiere, modificare la posizione dei sedili, la temperatura del sistema di condizionamento e, forse l'opzione peggiore, controllare sterzo e acceleratore. Insomma, un hacker potrebbe controllare ogni aspetto dell'auto da remoto, anche se c'è qualcuno seduto al volante. Per fortuna però sembra non siamo possibile bypassare i controlli manuali del guidatore.

Durante i loro test, i due ricercatori sono stati in grado di aprire le portiere di una Tesla Model X sfruttando un drone DJI Mavic 2, che trasportava una chiavetta WiFi. Non è stata necessaria alcuna interazione fisica con il veicolo. Secondo Weinmann e Schmotzle le vulnerabilità non affliggerebbero solo Tesla, ma anche altri brand che sfruttano ConnMan: stando alle loro dichiarazioni, quasi metà dell'industria dell'auto usa questo componente all'interno dei sistemi di infotainment sulle auto connesse a internet.

All'inizio dell'anno i ricercatori hanno informato Intel (azienda creatrice di ConnMan) e tutta l'industria dell'automotive del problema. Lo scorso febbraio è stata rilasciata una nuova versione di ConnMan contente le patch correttive per queste vulnerabilità.

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