HP Elitebook Revolve 810, primo contatto. I pro e i contro

Abbiamo avuto l'occasione di vedere per la prima volta dal vivo l'Elitebook Revolve 810, il notebook convertibile di HP che arriverà in commercio nel mese di marzo. La prima impressione è di qualità e solidità, associati a uno spessore ultrasottile che penalizza le prestazioni in favore di una maggiore trasportabilità.

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a cura di Elena Re Garbagnati

L'Elitebook Revolve 810 ha fatto la sua prima apparizione ufficiale in Italia, in occasione di un evento stampa di HP. Si tratta di un notebook convertibile con uno schermo da 11,6 pollici, che arriverà in commercio in Italia a marzo a un prezzo non ancora stabilito.

Il prodotto è caratterizzato dallo snodo che unisce la base al display, e che consente a quest'ultimo di ruotare di 180 gradi e ripiegarsi sulla tastiera in modo da essere usato come tablet a tutti gli effetti. La dotazione comprende anche la penna ottica, che si può usare in alternativa al touchscreen per prendere appunti a mano libera, disegnare e svolgere altre attività.

HP Elitebook Revolve 810

Maneggiando il campione (solo parzialmente funzionante) in esposizione, la sensazione è di un prodotto solido e particolarmente leggero (1,3 chilogrammi) e maneggevole. Dalle immagini che pubblichiamo in questa pagina si può vedere lo spessore ridotto della base (22 millimetri complessivi misurando anche il coperchio), che grazie alle leghe di magnesio impiegate per il rivestimento non cede in nessun punto.

Lo snodo dello schermo, che è un punto critico, non consente oscillazioni del coperchio, quindi sembra reggere bene alle continue sollecitazioni a cui sarà sottoposto. Lo schermo da 11,6 pollici a 1366 x 768 punti con copertura Gorilla Glass 2 risponde prontamente sia alle gesture tracciate con le dita sia alla penna.

La tastiera retroilluminata consente una buona usabilità anche in ambienti poco luminosi, e il touchpad occupa tutto lo spazio disponibile per consentire un uso confortevole anche con le funzioni multitouch di Windows 8. Il layout dei tasti è lo stesso di tutti i notebook HP di ultima generazione: a isola con tasti abbastanza grandi e ben distanziati, con una disposizione non standard delle frecce direzionali che non è particolarmente intuitiva nei primi momenti d'uso.

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L'unico punto debole che si può facilmente vedere è la scarsità di porte di connessione: un problema che affligge moltissimi ultrasottili e che è frutto del tentativo di mediazione fra spessore estremo e praticità d'uso, in cui il primo vince sulla seconda. In esposizione accanto al portatile c'era un adattatore VGA, che evidentemente è obbligatorio per poter collegare un monitor esterno alla base.

Considerati i prodotti visti negli ultimi tempi è evidente che questa soluzione di compromesso vada per la maggiore. Però non siamo sicuri che sia esattamente quello che vogliono i consumatori. Voi preferite un ultrasottile da record con poche connessioni o un prodotto un po' più paffuto ma con una dotazione di porte più ampia?