Il Passive Wi-Fi consuma 10.000 volte in meno

Il "Passive Wi-Fi" si candida a rivoluzionare il settore del wireless con una riduzione dei consumi di 10mila volte rispetto al Bluetooth LE.

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a cura di Dario D'Elia

Il "passive Wi-Fi" è considerata una delle 10 tecnologie rivoluzionarie selezionate dal MIT Technology Review, la rivista di riferimento per l'innovazione. Il motivo si deve al fatto che sarebbe in grado di ridurre di 10.000 volte i consumi rispetto agli standard wireless più efficienti, come ad esempio Bluetooth Low Energy e Zigbee.

passive wifi diagram
Passive Wi-Fi

Un gruppo di ricercatori della University of Washington, che comprende ingegneri elettronici e programmatori, è riuscito a dimostrare in laboratorio che è possibile effettuare una trasmissione wireless dati a bassissimo consumo. Il documento che riassume i risultati ottenuti sarà presentato a marzo durante il 13° USENIX Symposium on Networked Systems Design and Implementation di Santa Clara.

Tecnicamente pare che i ricercatori siano riusciti a disaccoppiare le operazioni digitali da quelle analogiche durante il processo di trasmissione. In pratica l'architettura passiva Wi-Fi assegna la fase analogica, come la produzione del segnale a una specifica frequenza, a un singolo dispositivo del network che è collegato a una presa a parete.

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Mentre un gruppo di sensori realizza i pacchetti di informazioni Wi-Fi impiegando una ridotta quantità di energia e captando il segnale diffuso dall'unità a parete. Dopodiché - affidandosi a uno switch digitale -  lo diffonde a router e dispositivi connessi. In condizioni reali, ad esempio un campus universitario, sensori wireless e smartphone potrebbero comunicare anche con distanze di 30 metri.

"Volevamo vedere se era possibile ottenere trasmissioni Wi-Fi non usando affatto energia", ha dichiarato Shyam Gollakota della UW. "Questo è quello che di fatto fa il Passive Wi-Fi. Possiamo avere un Wi-Fi con consumi inferiori di 10mila volte rispetto alle migliori cose che ci sono in giro".

Al momento il sistema è in grado di raggiungere una velocità di trasmissione di 11 Mbps, quindi molto meno rispetto al Wi-Fi ma 11 volte di più rispetto al Bluetooth. In linea di massima in futuro il suo impiego sarà senza dubbio utile nei settori dell'Internet of Things, sensoristica e wearable, senza contare l'elettronica di consumo.

"La cosa bella è che questi dispositivi possono decodificare i pacchetti Wi-Fi creati usando la cosiddetta reflection in modo che non ci sia bisogno di componenti specifici", ha spiegato il ricercatore Bryce Kellogg.

Al solito non è chiaro quando questo progetto di ricerca possa trasformarsi in un prodotto di mercato.