La fine di un'era si avvicina rapidamente per gli utenti che ancora utilizzano computer Mac con processori Intel. Apple ha delineato una roadmap precisa che segnerà definitivamente il passaggio completo alla propria architettura Silicon, stabilendo tempistiche che lasceranno poco margine di manovra a chi non ha ancora effettuato la transizione. La strategia della casa di Cupertino prevede un abbandono graduale ma inesorabile del supporto per i vecchi processori Intel, con conseguenze significative per milioni di utenti in tutto il mondo.
Il sistema operativo macOS 26 Tahoe rappresenterà l'ultimo capitolo della compatibilità con i Mac Intel. Questa versione, che concluderà definitivamente il supporto per l'architettura x86, includerà ancora quattro modelli di Mac Intel nella sua lista di compatibilità, tutti prodotti tra il 2019 e il 2020. Si tratta degli ultimi rappresentanti di una generazione tecnologica che ha caratterizzato i computer Apple per oltre un decennio.
A partire da macOS 27, la nuova versione del sistema operativo richiederà esclusivamente Mac equipaggiati con processore Apple Silicon. Questa decisione marca un punto di non ritorno nella strategia hardware di Apple, che aveva iniziato la transizione dai processori Intel nel 2020 con il lancio del primo MacBook Air dotato di chip M1. La scelta rappresenta il completamento di un processo di migrazione tecnologica pianificato fin nei minimi dettagli.
Gli utenti di Mac Intel non verranno abbandonati immediatamente al loro destino. Apple ha confermato che fornirà aggiornamenti di sicurezza per macOS Tahoe fino all'autunno del 2028, garantendo due anni di supporto dopo il rilascio di macOS 27. Questa tempistica rispecchia la politica tradizionale dell'azienda per le versioni precedenti del sistema operativo, che prevede un anno di aggiornamenti principali contenenti correzioni di sicurezza e nuove funzionalità, seguito da due anni di aggiornamenti esclusivamente dedicati alla sicurezza.
Durante questo periodo di transizione, gli utenti potranno continuare a utilizzare i loro dispositivi Intel mantenendo un livello di sicurezza adeguato, ma dovranno rinunciare alle innovazioni e alle nuove caratteristiche che verranno introdotte nelle versioni successive del sistema operativo.
Parallelamente all'abbandono del supporto Intel, Apple ha pianificato modifiche sostanziali per Rosetta 2, la tecnologia di traduzione che permette alle applicazioni Intel di funzionare sui processori ARM. Questa soluzione, creata specificamente per facilitare il passaggio tra le due architetture, continuerà a operare come strumento di traduzione generico per le applicazioni sia in macOS 26 che in macOS 27.
Tuttavia, il destino di Rosetta 2 subirà una svolta drastica nelle versioni successive. La tecnologia verrà ridimensionata e limitata a un sottoinsieme specifico di applicazioni: principalmente giochi più datati che dipendono da librerie specifiche per Intel ma che non ricevono più aggiornamenti attivi dai loro sviluppatori. Questa decisione lascia intendere che Apple consideri Rosetta 2 come una soluzione temporanea piuttosto che come una caratteristica permanente del sistema.
Gli sviluppatori che desiderano mantenere la compatibilità delle loro applicazioni con le future versioni di macOS dovranno necessariamente adattarsi a questa nuova realtà. Le opzioni a loro disposizione si riducono essenzialmente a due: sviluppare applicazioni native per Apple Silicon oppure creare app universali in grado di funzionare su entrambe le architetture. Questa transizione obbligata rappresenta sia una sfida che un'opportunità per l'ecosistema di sviluppatori Mac, che dovranno investire risorse per rimanere rilevanti nella nuova era tecnologica di Apple.