Intel, nessun rallentamento per la fab in Germania [Aggiornato]

Nonostante l'aumento la situazione economica globale e quella politica in Europa, Intel assicura di non essere in ritardo con la fab tedesca.

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a cura di Gabriele Giumento

Con IFS e IDM 2.0, l'azienda di Santa Clara sta cercando di espandersi maggiormente al fine di contrastare TSMC e proporsi come fonderia globale alternativa, attraverso un piano di espansione che prevede anche investimenti e la relativa costruzione di ulteriori strutture anche in Europa, come ad esempio l'impianto di packaging che verrà realizzato qui in Italia. Nelle scorse ore il quotidiano Volksstimme ha affermato che Intel avrebbe deciso di sospendere la costruzione di una fab nella città di Magdeburgo, posticipando in questo modo il piano industriale che prevede di ottenere più sussidi dall'Unione Europea.

In realtà le cose non stanno proprio così, come confermato anche dal sindaco della città Simone Borris, che ha rassicurato tutti gli interessati. "I lavori di bonifica e di deviazione della rete elettrica procedono regolarmente. Questa settimana è stato siglato l'accordo con l'Ufficio di Stato per la Conservazione dei Monumenti e l'Archeologia per le indagini archeologiche e la loro documentazione, che inizieranno il 2 gennaio".

Anche le considerazioni sulla data di inizio lavori sembrano non essere corrette. Intel in realtà non ha mai fornito una data di inizio lavori, quindi non ha senso parlare di ritardo. L'azienda ha assicurato di essere in linea con la programmazione e ancora in attesa dei finanziamenti, che arriveranno dall'Europa nel corso del 2023. Anche l'aumento dei costi, che è passato da 17 miliardi di euro a quasi 20 miliardi, è legato all'aumento del costo dell'energia e delle materie prime, oltre che alla situazione geopolitica e, più in generale, alla congiuntura macroecnomica. Niente a che fare quindi con il costo dei macchinari, teoria sostenuta da alcuni.

Secondo Eric Chen, analista di Digitimes, Intel sarebbe stata troppo ambiziosa anche con il suo piano d'espansione negli Stati Uniti, dove sta investendo fino a 100 miliardi di dollari per i siti in Arizona e in Ohio. L'azienda prevederebbe ora un taglio delle spese di 25 miliardi a partire da quest'anno, pianificando anche una riduzione dei posti di lavoro. Intel ha tenuto a sottolineare che in realtà la situazione non è quella descritta da Chen: i tagli ci saranno, come annunciato lo scorso ottobre dal CEO Pat Gelsinger, m si parla di circa 3 miliardi l'anno (per arrivare a 8/10 miliardi entro il 2025) e interesseranno per buona parte i segmenti Marketing e Sales, mentre in percentuale minore coinvolgeranno la parte Operations.