Intel rilascia un'altra patch per i problemi di instabilità delle CPU Raptor Lake

L'interminabile saga della stabilità dei processori Intel continua con un nuovo capitolo che in pochi si aspettavano, visti gli ultimi aggiornamenti.

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a cura di Andrea Maiellano

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L'interminabile saga della stabilità dei processori Intel continua con un nuovo capitolo che pochi si aspettavano. Dopo mesi di rassicurazioni e patch correttive, il colosso dei microprocessori ha silenziosamente rilasciato un ulteriore aggiornamento per risolvere problemi persistenti nei suoi chip di 13ª e 14ª generazione. Questa mossa arriva sorprendentemente dopo che, appena lo scorso ottobre, Intel aveva dichiarato che tutti i problemi di instabilità erano stati completamente risolti. La nuova patch, denominata con il poco evocativo nome "0x12F", va a integrare il precedente aggiornamento "0x12B" distribuito a settembre.

Secondo quanto dichiarato da Intel nel comunicato ufficiale, questa nuova patch è stata sviluppata in risposta a "un numero limitato di segnalazioni" provenienti da utenti con sistemi lasciati in funzione per "diversi giorni consecutivi" con carichi di lavoro leggeri. In questi specifici scenari, continuavano a manifestarsi sintomi legati alla problematica del "Vmin Shift Instability", il noto fenomeno che ha causato instabilità, crash e potenziale degradazione prematura dei chip.

Intel descrive la situazione come marginale, un'affermazione che trova riscontro nei dati di reso di Mindfactory, uno dei principali store tedeschi, che segnala un tasso di reso del Core i9-14900K solamente del 4%. Nonostante il numero limitato di casi, l'azienda ha lavorato a una soluzione e rassicurato gli utenti che il nuovo microcodice "migliora ulteriormente le condizioni di sistema che possono potenzialmente contribuire all'instabilità Vmin Shift", senza impattare negativamente sulle prestazioni dei processori, almeno secondo i test interni condotti dalla stessa Intel.

A differenza di altri scenari, quello di avere un PC acceso per giorni con un carico di lavoro leggero non è particolarmente insolito, motivo per cui è consigliabile applicare la patch anche se attualmente il vostro sistema non ha problemi. Molti professionisti lasciano i propri computer in funzione per periodi prolungati, sia per motivi di comodità sia per eseguire processi in background che, pur non essendo particolarmente intensi, richiedono continuità. Server domestici, workstation per rendering a bassa priorità o semplicemente utenti che preferiscono non spegnere quotidianamente il proprio sistema potrebbero tutti incorrere in questa problematica.

Il metodo di distribuzione della patch segue il consueto iter: l'aggiornamento del microcodice verrà integrato nei prossimi aggiornamenti BIOS rilasciati dai produttori di schede madri. Intel raccomanda a tutti i proprietari di processori delle generazioni interessate di installare questi aggiornamenti non appena disponibili, indipendentemente dal proprio modello di utilizzo del sistema.

Come per le patch precedenti, Intel ha comunicato il rilascio dell'aggiornamento e diversi dettagli sul proprio forum. Se volete aggiornare senza aspettare che sia disponibile un nuovo BIOS per la vostra scheda madre, potete sostituire il nuovo microcodice con il vecchio all'interno del firmware e flashare di nuovo il BIOS, ma è un'opzione molto rischiosa da eseguire a vostro rischio e pericolo; se volete un consiglio, aspettare un rilascio ufficiale e, se proprio avete timore di incorrere nel problema, spegnete il PC ogni qualvolta non vi serve usarlo. 

La vicenda si inserisce in un contesto competitivo particolarmente acceso, con AMD che ha recentemente affrontato a sua volta segnalazioni di problemi con i suoi processori 9800X3D, evidenziando come le sfide legate alla stabilità dei moderni chip ad alte prestazioni siano una questione trasversale nell'industria dei semiconduttori.

La complessità dei moderni microprocessori rende sempre più difficile prevedere tutti i possibili scenari di utilizzo e le relative interazioni tra hardware e software, specialmente considerando l'infinita varietà di configurazioni di sistema esistenti sul mercato. Intel, come tutti i produttori di chip, si trova a dover bilanciare la corsa alle prestazioni con la necessità di garantire stabilità e longevità dei propri prodotti.

Se questa sarà l'ultima patch necessaria per risolvere definitivamente i problemi di stabilità dei processori Raptor Lake e Raptor Lake Refresh è ancora da vedere. Una cosa è certa: gli utenti di queste generazioni di processori faranno bene a tenere d'occhio gli aggiornamenti BIOS delle proprie schede madri nei prossimi mesi.

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3 Commenti

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La patch migliore alla fine la fà l'utente .
Andando di offset tensione o utilizzando le impostazioni che danno le varie case LLC e varie.
Rimane vergognoso che uno debba metterci le mani o aspettare aggiornamenti bios dopo mesi o anni perchè non hanno fatto bene il loro lavoro !
La critica la faccio da utilizzatore di cpu e gpu intel , ma vale anche per le altre.
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Ce la fate a dare notizie utili? Che ci vuole a dire quali processori sono effettivamente coinvolti? O vi aspettate che tutti sappiano quali processori sono Raptor lake?
Certo, posso cercare su Google, ma resta che state dando una notizia incompleta!!
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Ce la fate a dare notizie utili? Che ci vuole a dire quali processori sono effettivamente coinvolti? O vi aspettate che tutti sappiano quali processori sono Raptor lake? Certo, posso cercare su Google, ma resta che state dando una notizia incompleta!!
Sono i processori di 13ma e 14ma generazione: intel i7 14700 ad esempio, ma anche quelli serie 13000, sia i5 che i7 che i9
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Ce la fate a dare notizie utili? Che ci vuole a dire quali processori sono effettivamente coinvolti? O vi aspettate che tutti sappiano quali processori sono Raptor lake? Certo, posso cercare su Google, ma resta che state dando una notizia incompleta!!
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