La fotosintesi delle alghe potrebbe alimentare i sistemi IoT

Un team di ricercatori è riuscito ad alimentare un microcontroller IoT per oltre un anno tramite la fotosintesi delle alghe.

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a cura di Antonello Buzzi

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I sistemi IoT (Internet of Things) sono sempre più diffusi nelle abitazioni per controllare e gestire i vari dispositivi presenti tra le mura domestiche, dal robot per pavimenti all’illuminazione smart. Ovviamente, questo significa che devono essere impiegati apparati che, ovviamente, necessitano di energia elettrica per funzionare.

Un team di ricercatori provenienti da varie parti del mondo è riuscito a generare energia elettrica tramite la fotosintesi delle alghe, il che potrebbe portare a realizzare sistemi di edge computing sostenibili. Con un modulo delle dimensioni pari a una batteria AA, è stato possibile alimentare ininterrottamente una scheda Cortex M0+, basata su ARM, per oltre un anno con la sola luce ambientale di un tipico ambiente domestico.

Il dottor Paolo Bombelli del Dipartimento di Biochimica dell’Università di Cambridge ha affermato:

Siamo rimasti colpiti dalla costanza con cui il sistema ha funzionato per un lungo periodo di tempo: pensavamo che si sarebbe fermato dopo qualche settimana, ma ha continuato a funzionare.

Il professor Christopher Howe del Dipartimento di Biochimica dell'Università di Cambridge ha aggiunto:

Il crescente numero di dispositivi IoT ha bisogno di una quantità sempre maggiore di energia e pensiamo che questa debba provenire da sistemi in grado di generare energia, piuttosto che semplicemente immagazzinarla come le batterie. Il nostro dispositivo fotosintetico non si esaurisce come una batteria perché utilizza continuamente la luce come fonte di energia.

Per l’esperimento è stata utilizzata una specie comune di alghe blu-verdi, Synechocystis, che è in grado di fotosintetizzare i propri nutrienti dall’illuminazione ambientale, producendo allo stesso tempo una piccola corrente elettrica. Se l’illuminazione è adeguata, ciò significa che potenzialmente è possibile alimentare un microcontrollore per periodi lunghissimi.

Grazie all’impiego di materiali comuni, economici e riciclabili, il sistema è facilmente replicabile e questo lascia ben sperare per il futuro, visto che il sempre maggior uso di dispositivi IoT andrà a impattare sui consumi energetici.