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La legge di Moore non va oltre il 2022 secondo la DARPA

Robert Colwell, ex di Intel e ora alla DARPA, pone tra il 2020 e il 2022 la fine della Legge di Moore. Non solo un problema di tecnologie, ma anche di costi.

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Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

@Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 02/09/2013 alle 07:00 - Aggiornato il 15/03/2015 alle 01:47
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La legge di Moore morirà tra il 2020 e il 2022. Il parere non è di una delle aziende del settore tecnologico con interessi a "sparare contro" le dichiarazioni del cofondatore di Intel, bensì di Robert Colwell, direttore del gruppo mycrosistems della Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA). Colwell, in passato ha lavorato in Intel, dove ha contribuito allo sviluppo di diverse CPU Pentium.

La legge di Moore, evoluta diverse volte dal 1965, dice che "le prestazioni dei processori, e il numero di transistor ad esso relativo, raddoppiano ogni 18 mesi". Pur essendo chiamata "legge" non è un assioma incontrovertibile e secondo Colwell diventerà storia tra il 2020  e il 2022, quando l'industria tecnologia dovrebbe produrre chip a 7/5 nanometri.

Roberto Colwell

"Scelgo il 2020 come prima data in cui potremmo dichiararla morta", ha dichiarato Colwell alla conferenza Hot Chips. "Potremmo arrivare al 2022, ma se arriveremo a 7 o 5 nanometri, sarà un grosso problema". Dai tempi della legge di Moore siamo passati da un megahertz a 5 gigahertz, con un incremento di 3500 volte.

"Non mi aspetto di vedere un altro aumento di 3500 volte, forse di 50 volte nei prossimi 30 anni", ha aggiunto Colwell, il quale è scettico sul fatto che gli ingegneri troveranno un qualche metodo, a livello di design o produttivo, che assicuri una crescita esponenziale come quella passata. "Ci saranno un po' di ritocchi incrementali, ma non è possibile intervenire per correggere la perdita di una crescita esponenziale".

La DARPA sta monitorando 30 possibili alternative alla tecnologia CMOS, ma secondo Colwell ci sono due o tre soluzioni che pur essendo promettenti non replicheranno quando avvenuto dagli anni '70 a oggi. Ma se da una parte non c'è forse una tecnologia che sembra convincere appieno, l'altro problema è di questione economica. 

D'altronde avanzare con il processo produttivo è sì una sfida tecnologica, ma soprattutto è un'impresa che richiede miliardi di dollari, da cui un'azienda deve avere un ritorno maggiore, e non è detto che questo avvenga. Per questo motivo, oltre che quello puramente tecnico, la legge di Moore ha gli anni contati.

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