La povertà

Come sarà il mondo fra trent'anni. Tutti ce lo chiediamo ma alcune risposte sembrano più credibili di altre. E anche quelle che non sono credibili sono di sicuro affascinanti: come quelle che propone il futurista Ian Pearson, che dipinge un 2050 dai toni chiaroscuri.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

La povertà

Secondo Pearson l'economia mondiale diventerà più grande, e i nostri figli saranno più ricchi di noi, mediamente. Ci saranno ancora "poveri", nel senso di persone con redditi relativamente bassi, ma quasi tutti potremmo permetterci una vita dignitosa, "compresa una vacanza di tanto in tanto".

La maggior parte di noi potrà permettersi questa vita, ma secondo Samsung non lavoreremo come facciamo oggi: resteremo a casa, o dove preferiamo, e sarà il nostro ologramma 3D a garantire la presenza in ufficio, quando necessaria.

Jakarta slumhome 2

Samsung inoltre ritiene "probabile" che nuove valute digitali, come i Bitcoin, sostituiranno il denaro come lo conosciamo oggi.

Pearson suona decisamente ottimista quando afferma che "l'attuale processo di globalizzazione della compassione che vediamo oggi diventerà probabilmente un sistema di welfare globale entro il 2050". Secondo lui tutti al mondo avranno di che mantenersi dignitosamente, o con il lavoro o grazie a una rete mondiale di supporto.

"Credo che la povertà assoluta sparirà dalla maggior parte dei paesi. […] Alcuni vivranno ancora sotto governi malfunzionanti, che impediranno al loro popolo l'accesso al supporto disponibile ad altri. […] La povertà assoluta nel 2050 non sarà un ricordo, ma sarà rara".

In tale cornice, Pearson riesce a immaginare che almeno alcune zone del mondo invertiranno la tendenza migratoria attuale; diverse persone decideranno di "tornare a casa" e saranno meno quei luoghi del mondo da cui fuggire, per una ragione e per l'altra. Tanti altri migranti però resteranno nel loro luogo di arrivo, e avremo ancora problemi di (mancata) integrazione e tensioni sociali.